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Il card. Pizzaballa sulla attuale situazione dei cristiani in Terra Santa

«Viviamo in una realtà completamente diversa da quella delle Chiese occidentali», afferma il cardinale. Preferisce l’unità cristiana pratica ai dibattiti dottrinali.

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Cardinale Pizzaballa – Foto: Wikimedia Commons

Redazione (29/12/2025 15:47, Gaudium Press) Il Patriarca Latino di Gerusalemme, il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha illustrato la situazione dei cristiani in Medio Oriente dopo il cessate il fuoco a Gaza, parlando anche delle differenze teologiche tra le Chiese occidentali e quelle orientali. In un’intervista concessa a Regina Einig per The Catholic Herald, il porporato ha affrontato diversi argomenti, dalla celebrazione del Natale a Betlemme all’irrilevanza del Cammino Sinodale tedesco per la sua comunità.

La situazione dopo il cessate il fuoco rimane complessa

Alla domanda se la situazione dei cristiani in Terra Santa sia migliorata dopo il cessate il fuoco di ottobre, Pizzaballa ha risposto senza mezzi termini: «Le condizioni di vita dei cristiani e di molti altri non sono migliorate in modo significativo. La differenza principale riguarda la guerra stessa. Non ci sono combattimenti attivi come quelli degli ultimi mesi, ma le condizioni di vita sono esattamente le stesse».

Il Cardinale ha spiegato che forse le cose sono diverse nella zona di Betlemme grazie al Natale: «Abbiamo deciso di celebrare il Natale in modo normale e festoso, con luci e musica, affinché la gente potesse respirare di nuovo per un momento. La gente ha bisogno di luce nella propria vita». Tuttavia, ha sottolineato che, in particolare a Gaza e in Cisgiordania, le condizioni di vita rimangono molto difficili, sia dal punto di vista sociale che economico e politico.

L’impatto della visita papale in Libano

Il Patriarca ha raccontato le sue impressioni sul recente viaggio di Papa Leone in Libano, di cui ha potuto essere testimone: «Ciò che mi ha colpito di più è stato l’entusiasmo del popolo libanese, tutti, non solo i cattolici ma anche i non cristiani. Per molti anni la gente si è sentita dimenticata, anche dopo la guerra in Libano, specialmente nel sud».

Pizzaballa ha sottolineato che con la visita papale «un nuovo spirito è entrato nella comunità, e questo è stato tangibile ovunque durante la visita». L’incontro con i giovani è stato particolarmente significativo per lui: «I giovani non solo erano felici, ma anche pieni di speranza. Papa Leone ha posto particolare accento su questo. La speranza e la pace sono stati temi ricorrenti nei suoi discorsi».

Il cammino verso l’unità cristiana

Riguardo ai prossimi passi verso l’unità cristiana, il Cardinale ha sottolineato l’importanza di continuare su questa strada: «Sappiamo che abbiamo ancora un lungo cammino da percorrere. Non dobbiamo essere ingenui e pensare che questo possa essere raggiunto rapidamente». Ha proposto di riconoscere prima ciò che già si condivide, specialmente in Medio Oriente, dove «i cristiani di diverse denominazioni vivono già insieme. Le famiglie sono miste dal punto di vista confessionale e i cristiani lavorano insieme nelle scuole e in molti altri luoghi».

Relazioni ecumeniche in Terra Santa

Come spiega Pizzaballa, le relazioni tra cattolici e ortodossi nella regione sono molto positive: «Le nostre relazioni a livello istituzionale sono ottime e anche a livello di base funzionano bene». Ha ammesso apertamente che «da entrambe le parti ci sono alcuni sacerdoti che tendono a un’eccessiva rigidità, ma fondamentalmente le relazioni sono buone».

Il cardinale ha sottolineato un dato significativo: «Il novanta per cento delle famiglie cristiane tra di noi sono miste dal punto di vista confessionale. Cattolici e cristiani ortodossi si sposano tra loro. I rapporti tra le Chiese sono per noi una questione pastorale, non teologica».

L’irrilevanza del Cammino Sinodale tedesco

Uno dei punti più salienti dell’intervista è stata la valutazione del Cammino Sinodale tedesco. Pizzaballa è stato categorico: «I temi del Cammino Sinodale in Germania, e molti altri temi dei Paesi occidentali, non trovano particolare riscontro in Medio Oriente. Viviamo in una realtà completamente diversa. Questo non è un giudizio, è semplicemente un dato di fatto», questa è stata la risposta alla domanda sulle sue dichiarazioni al NCRegister di qualche giorno fa.

Il Patriarca ha spiegato che «qui la teologia non è vissuta in modo così drammatico. Le nostre Chiese sono tradizionali e noi viviamo dentro e attraverso la comunità della Chiesa. Per noi, rafforzare le relazioni tra le Chiese è ciò che conta di più. Per i cristiani qui, la coesistenza armoniosa tra le Chiese è la priorità».

Esempi di cooperazione ecumenica

Il cardinale ha poi fornito esempi concreti di questa cooperazione, a partire da Gaza: «Le parrocchie ortodosse e cattoliche lavorano insieme ovunque, non solo nell’aiuto umanitario, ma anche nelle scuole e nelle attività pastorali. Coordinano anche le attività liturgiche in modo che non interferiscano tra loro. Questo non avveniva alcuni anni fa».

Per quanto riguarda l’istruzione, ha spiegato che «nei villaggi dove ci sono scuole cattoliche e ortodosse, cerchiamo di cooperare. Poiché purtroppo abbiamo meno alunni cristiani, organizziamo le cose in modo che una Chiesa gestisca la scuola primaria e l’altra la secondaria, o viceversa». Inoltre, «le scuole ortodosse e cattoliche utilizzano gli stessi libri di catechismo, che sviluppiamo insieme».

Composizione delle scuole cristiane

Riguardo alla composizione di queste scuole, il Cardinale ha precisato che «in genere circa la metà degli alunni sono cristiani. In alcune scuole i musulmani costituiscono la maggioranza degli alunni, a seconda della località. In tutte le nostre scuole, la presenza dei non cristiani è molto importante, non solo in termini numerici ma anche in termini di missione».

Speranze per il futuro

Per concludere, Pizzaballa ha espresso le sue speranze per la sua comunità: «Spero che le condizioni politiche e sociali migliorino per noi. Spero che la comunità preservi la sua unità, il suo impegno per la vita e la sua resistenza in questa situazione complicata. Ma ciò richiede una maggiore pazienza. Non dobbiamo confondere la speranza con una soluzione politica».

Con informazioni da InfoCatólica

 

 

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