Bassetti e il Sinodo: sono iniziati i lavori dell’Assemblea generale
«La Chiesa italiana non è mai stata e mai sarà in contrapposizione al Papa. Ci viene chiesto un cambio di rotta».
Rita Sberna (29.05.2021 08:43, Gaudium Press) Il Sinodo non è mai un semplice evento, è un cammino in cui agisce lo Spirito Santo per formare la Chiesa ad un cambiamento. Lunedì pomeriggio è avvenuto un dialogo a porte chiuso tra Papa Francesco e i duecento vescovi italiani, presso l’hotel Ergife di Roma dove si è svolta la 74° Assemblea Generale della Cei.
Il Cardinale Gualtiero Bassetti ha sottolineato che “la ricchezza di questa nostra storia conferma che la sinodalità, come stile, metodo e cammino, è perfettamente coerente con un percorso che abbraccia cinque decenni, tanto più per la consapevolezza di un “cambiamento d’epoca” in atto”.
La Chiesa non sarà mai in contrapposizione al Papa
Il Presidente della Cei ha affermato: «Disegnare forme rinnovate è la nostra responsabilità odierna, la Chiesa che è in Italia – la nostra Chiesa, le nostre Chiese – non è mai stata e mai sarà in contrapposizione a Pietro, al Suo Magistero, alla Sua Parola. Per questo, oggi, come è sempre avvenuto nella nostra storia, ci sentiamo chiamati a vivere la sinodalità, a disegnare un cammino sinodale». Un cammino, non un semplice evento, «perché in gioco è la forma di Chiesa a cui lo Spirito ci chiama in particolare per questo tempo».
La chiamata dei vescovi
I Vescovi sono chiamati – ha detto Bassetti – «a mettere in campo percorsi sinodali capaci di dare voce ai vissuti e alle peculiarità delle nostre comunità ecclesiali, contribuendo a far maturare, pur nella multiformità degli scenari, volti di Chiesa nei quali sono rintracciabili i tratti di un Noi ricco di storia e di storie, di esperienze e di competenze, di vissuti plurali dei credenti, di carismi e ministeri, di ricchezze e di povertà. È uno stile che domanda una serie di scelte che possono concorrere a rappresentare la forma concreta in cui si realizza la conversione pastorale alla quale Papa Francesco insistentemente ci richiama.
È uno stile che vuole riconoscere il primato della persona sulle strutture, come pure che intende mettere in dialogo le generazioni, che scommette sulla corresponsabilità di tutti i soggetti ecclesiali, che è capace di valorizzare e armonizzare le risorse delle comunità, che ha il coraggio di non farsi ancora condizionare dal “si è sempre fatto così”, che assume come orizzonte il servizio all’umanità nella sua integralità. È un cambio di rotta quello che ci viene chiesto: le possibili tappe del “cammino” ci permetteranno di familiarizzare con questo stile, perché esso possa arrivare a permeare il quotidiano dei nostri vissuti ecclesiali».
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