Siamo sicuri che il DDl Zan tutela la libertà? C’è un grande rischio: quello di annullare la donna
Non si può negare l’evidenza ovvero che l’umanità sia composta da due soli sessi, maschio e femmina. L’idea di libertà del DDl Zan si rivela un po’ “maschilista”.
Rita Sberna (26. 06.2021 11:16, Gaudium Press) E’ sempre complicato e “pericoloso” parlare oggi di DDl Zan, rischi il linciaggio virtuale, la discriminazione e l’odio gratuito, eppure tutte queste cose per chi sostiene il DDl Zan non sono buone ma sono da condannare, però se sei contro questa legge … te le becchi tutte senza sconti!
Il DDl Zan pare volesse contrastare l’omotransfobia ma in realtà sono stati aggiunti altri temi che stanno creando un bel po’ di confusione tra noi comuni mortali.
Ad esempio la dicitura che un tempo era “identità di genere” è stata trasformata in “identità transessuale”, proprio questa trasformazione rappresenterebbe la “base” del Ddl Zan.
Lo abbiamo detto più volte, ciò che più ci preoccupa di questa legge sarebbero i due articoli più contestati: articoli 4 (libertà di espressione) e 7 (la scuola).
L’identità transessuale e l’identità di genere sono due formule con significati diversi
L’identità transessuale indica la condizione, a volte dolorosa e drammatica, delle persone trans, l’identità di genere invece, indica un progetto ed una visione politico- culturale (a mio parere è proprio questa che preoccupa).
L’identità di genere nega il fatto che l’umanità sia composta da due sessi affermando invece che l’identità si fonda solo sul genere, (ovvero tanti tipi di generi).
Art. 1 del Ddl Zan così definisce l’identità di genere: “‘Identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione’.”
Secondo tale articolo, il genere è diverso dal sesso. Mi spiego meglio: secondo il Ddl Zan il sesso sarebbe solo uno stato interiore della persona (mi sento femmina, mi sento maschio) mentre il genere definirebbe l’aspetto esteriore della persona.
Qui entra in gioco la donna
Il movimento di liberazione delle donne ha combattuto per mettere in campo il concetto di “genere” perché sosteneva che gli uomini e le donne hanno, per natura, una funzione sociale definita dal loro sesso.
Il termine “genere” indicava una serie di comportamenti e di ruoli differenti tra l’uomo e la donna: le donne erano destinate a certe funzioni perché erano legate alla natura invece che alla cultura, al sentimento invece che alla ragione e, poiché hanno potere di procreazione, erano obbligate alla maternità e alla cura, mentre agli uomini, molto razionali e detentori della cultura, spettava occuparsi della vita economica e della politica. Per liberare le donne da questa vincolante identificazione con tali ruoli e funzioni si è iniziato a distinguere il sesso femminile dal genere femminile.
Alcune correnti femministe pare che vogliano proprio cancellare la donna, identificata come se il sesso femminile fosse la parte negativa dell’umanità.
Il Pericolo del DDl Zan rimane sempre e comunque l’introduzione dell’ideologia Gender, un indottrinamento per le scuole e la società di oggi.
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