Perché mons. Giovanni D’Ercole si è dimesso? Qual è la verità?
Il Vescovo emerito di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D’ercole, nei giorni scorsi ha scritto una lunga riflessione nella sua pagina facebook per mettere a tacere i dubbiosi.
Rita Sberna (07.09.2021 16:12, Gaudium Press) Il 29 ottobre scorso, mons. Giovanni D’Ercole ha dato l’annuncio delle sue dimissioni come vescovo di Ascoli Piceno. Non è stata una rinuncia che riguarda i limiti di età.
Da allora, molte persone non hanno capito e continuano a non capire le motivazioni delle sue dimissioni, ed ecco perché proprio in questi giorni attraverso la sua pagina facebook, mons. D’Ercole scrive una profonda riflessione proprio per chiarire questa sua scelta ammirata ma allo stesso tempo criticata.
Il post di mons. Giovanni D’Ercole ha questo titolo: Does sex really sell? (Il sesso vende davvero?) In queste sue parole vi sono anche esortazioni di speranza per questo nostro tempo difficile.
A seguire le sue parole: “Da quando ho rinunciato alla guida della diocesi di Ascoli Piceno alcuni continuano a ripetermi che non capiscono perché mi sia ritirato proprio nel momento della difficoltà. In verità non ho lasciato il campo, né sono fuggito, ma vivo più intensamente tutto quello che succede e continuo a seguire il corso della vita della Chiesa e degli eventi nel mondo da una prospettiva diversa fatta di silenzio e di preghiera. Immerso nella riflessione che spesso è contemplazione, capisco ancor più le difficoltà che l’attuale situazione presenta e le opportunità che la Provvidenza di Dio va preparando. A chi mi ripete di essere preoccupato per come stanno evolvendo le cose in generale in Italia e nel mondo, nella società civile e cristiana, vorrei rispondere che Dio non è morto e che Gesù è vivo. Certamente dobbiamo imparare a leggere la realtà con gli occhi della fede, anche quando tutto sembra andare storto. Parto da un esempio.
Tutti conosciamo la libertà sessuale con tutte le sue espressioni che oggi è diventata coscienza diffusa e linguaggio politically correct. Eppure, recenti studi come “Does sex really sell”? (il sesso vende davvero?) pubblicato da SpringerLink dimostrano come il ricorso al sesso non incentivi le vendite anzi produce effetti negativi dal punto di vista psicologico e si rivela una strategia di marketing inefficace. Questo, e altri segnali che ci vengono da una cultura dominante edonista e venduta al consumo mostrano che ormai siamo alla frutta, e questo è un appello a rivivere la novità del Vangelo con la chiarezza delle parole di Gesù. Non sarà che dobbiamo riscoprire la terapia messa in atto da un umile prete di campagna del secolo XIX in Francia, San Giovanni Maria Vianney, diventato il santo curato d’Ars, modello di tutti i preti del mondo? Tra i tanti consigli scaturiti dalla sua esperienza, oggi mi viene in mente questo dal sapore profetico: “Verrà un giorno il cui gli uomini saranno talmente stanchi di sentire parlare dell’uomo che piangeranno di gioia quando si parlerà loro di Gesù”. Nel contatto con l’Africa del Magreb, ho capito, alla scuola di Charles de Foucauld e di altri Pionieri dell’evangelizzazione in terra islamica, che il primo servizio da rendere all’attuale società inquieta e in cerca di pace, è il dono del silenzio e della preghiera. “Predicare il Vangelo in silenzio”, ripeteva Charles de Foucauld, “Parlare in silenzio e gridare il Vangelo con la vita”. Tutti possiamo e dobbiamo parlare di Gesù, anzi gridare il Vangelo con la vita. E il cuore del Vangelo è l’amore sino al dono totale di sé: questo può essere vissuto ovunque, anzi è la sola testimonianza del Vangelo credibile in ogni parte della terra.
Mons. D’Ercole ha deciso di proseguire il suo percorso nel silenzio e nella preghiera, ecco perché le sue dimissioni non sono un’arresa o una via di fuga.
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