Francesco a Malta “L’onestà, la giustizia, il senso del dovere e la trasparenza sono pilastri essenziali di una società civilmente progredita”
Il Papa è arrivato oggi a Malta per il 36.mo viaggio apostolico, ed è stato accolto con una cerimonia di benvenuto all’aeroporto Internazionale di Malta dal Presidente della Repubblica, S.E. il Signor George William Vella, e dalla Consorte.
Rita Sberna (02.04.2022 15:01, Gaudium Press) Dopo le varie presentazioni delle Delegazioni, l’esecuzione degli Inni e la Guardia d’onore, il Pontefice è stato accompagnato dal Presidente della Repubblica e la Consorte nella Presidential Lounge and Ministerial CIP Lounge.
Subito dopo presso il a Pages’ Chamber, il Papa, sempre accompagnato dal Presidente della Repubblica ha incontrato il Primo Ministro, S.E. il Signor Robert Abela, e i familiari ed ha avuto un incontro privato.
Papa Francesco intorno alle 11.50 ha pronunciato il suo primo discorso alla presenza del Presidente della Repubblica di Malta, S.E. il Signor George William Vella e le e Autorità e i Membri del Corpo Diplomatico nel Palazzo del Gran Maestro.
Il Papa ha espressamente detto di essersi sentito accolto dai maltesi ed ha citato l’apostolo Paolo, in quanto venne accolto dai loro antenati.
Malta è il cuore del Mediterraneo
“Per la sua posizione Malta può essere definita il cuore del Mediterraneo. Ma non solo per la posizione: l’intreccio di avvenimenti storici e l’incontro di popolazioni fanno da millenni di queste isole un centro di vitalità e di cultura, di spiritualità e di bellezza, un crocevia che ha saputo accogliere e armonizzare influssi provenienti da molte parti. Questa diversità di influssi fa pensare alla varietà dei venti che caratterizzano il Paese. Non a caso nelle antiche rappresentazioni cartografiche del Mediterraneo la rosa dei venti era spesso collocata vicino all’isola di Malta” afferma Francesco.
Nel suo discorso il Pontefice ha parlato di pace ed ha citato una preghiera molto cara ai maltesi, la preghiera scritta da Dun Karm Psaila recita infatti: «Dona, Dio Onnipotente, saggezza e misericordia a chi governa, salute a chi lavora, e assicura al popolo maltese unità e pace».
Per avere una società progredita, promuovere i valori della giustizia e dell’onestà
“L’onestà, la giustizia, il senso del dovere e la trasparenza sono pilastri essenziali di una società civilmente progredita – dice il Pontefice – L’impegno a rimuovere l’illegalità e la corruzione sia dunque forte, come il vento che, soffiando da nord, spazza le coste del Paese. E siano sempre coltivate la legalità e la trasparenza, che permettono di sradicare malvivenza e criminalità, accomunate dal fatto di non agire alla luce del sole”.
Salvaguardare il creato che è un dono di Dio
Un altro invito del Pontefice è quello di prendersi cura del creato in quanto dono di Dio “L’ambiente in cui viviamo è un regalo del cielo, come ancora riconosce l’inno nazionale, chiedendo a Dio di guardare la bellezza di questa terra, madre adornata della più alta luce. Continua Francesco “Va perciò custodito dall’avidità vorace, dall’ingordigia del denaro e dalla speculazione edilizia, che non compromette solo il paesaggio, ma il futuro. Invece, la tutela dell’ambiente e la giustizia sociale preparano l’avvenire, e sono ottime vie per far appassionare i giovani alla buona politica, sottraendoli alle tentazioni del disinteresse e del disimpegno.”
Difendere la vita dall’inizio
Francesco fa un incoraggiamento che riguarda la difesa della vita dall’inizio alla fine “Vi incoraggio a continuare a difendere la vita dall’inizio fino al suo termine naturale, ma anche a custodirla in ogni momento dallo scarto e dalla trascuratezza. Penso specialmente alla dignità dei lavoratori, degli anziani e dei malati. E ai giovani, che rischiano di buttare via il bene immenso che sono, inseguendo miraggi che lasciano dentro tanto vuoto. È quello che provocano il consumismo esasperato, la chiusura alle necessità degli altri e la piaga della droga, che soffoca la libertà creando dipendenza. Proteggiamo la bellezza della vita!”.
Il fenomeno migratorio segna la nostra epoca
Il Pontefice ha trattato anche la piaga sociale dell’immigrazione come fenomeno che ormai ha segnato la nostra epoca “Il fenomeno migratorio non è una circostanza del momento, ma segna la nostra epoca. Porta con sé i debiti di ingiustizie passate, di tanto sfruttamento, di cambiamenti climatici, di sventurati conflitti di cui si pagano le conseguenze. Dal sud povero e popolato masse di persone si spostano verso il nord più ricco: è un dato di fatto, che non si può respingere con anacronistiche chiusure, perché non vi saranno prosperità e integrazione nell’isolamento.
C’è poi da considerare lo spazio: l’allargamento dell’emergenza migratoria – pensiamo ai rifugiati dalla martoriata Ucraina – chiede risposte ampie e condivise. Non possono alcuni Paesi sobbarcarsi l’intero problema nell’indifferenza di altri! E non possono Paesi civili sancire per proprio interesse torbidi accordi con malviventi che schiavizzano le persone. Il Mediterraneo ha bisogno di corresponsabilità europea, per diventare nuovamente teatro di solidarietà e non essere l’avamposto di un tragico naufragio di civiltà.”
L’altro è una persona da accogliere e non un virus da cui difendersi
“L’altro non è un virus da cui difendersi, ma una persona da accogliere, e «l’ideale cristiano inviterà sempre a superare il sospetto, la sfiducia permanente, la paura di essere invasi, gli atteggiamenti difensivi che il mondo attuale ci impone» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 88). Non lasciamo che l’indifferenza spenga il sogno di vivere insieme! Certo, accogliere costa fatica e richiede rinunce. Anche per San Paolo fu così: per mettersi in salvo fu prima necessario sacrificare i beni della nave (cfr At 27,38). Ma sono sante le rinunce fatte per un bene più grande, per la vita dell’uomo, che è il tesoro di Dio” afferma Francesco.
La guerra porta solo morte, distruzione e odio
Francesco non poteva non parlare di guerra, in questo periodo storico che stiamo vivendo. Il Pontefice ha detto chiaramente che “Il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti. E mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti, la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà. Ora, nella notte della guerra che è calata sull’umanità, non facciamo svanire il sogno della pace.”
La tenerezza delle madri che danno al mondo la vita
“Ricorda che la pace genera benessere e la guerra solo povertà – afferma il Pontefice – E fa pensare il fatto che nella statua pace e ricchezza siano raffigurate come una mamma che tiene in braccio un bimbo. La tenerezza delle madri, che danno al mondo la vita, e la presenza delle donne sono l’alternativa vera alla logica scellerata del potere, che porta alla guerra.”
La sete di pace e di speranza
“Aiutiamoci ad ascoltare la sete di pace della gente, lavoriamo per porre le basi di un dialogo sempre più allargato, ritorniamo a riunirci in conferenze internazionali per la pace, dove sia centrale il tema del disarmo, con lo sguardo rivolto alle generazioni che verranno” – ha affermato il Pontefice.
Ed infine anche uno sguardo al Medio Oriente “Di questo ha bisogno il Medio Oriente: il Libano, la Siria, lo Yemen e altri contesti dilaniati da problemi e violenza. Malta, cuore del Mediterraneo, continui a far pulsare il battito della speranza, la cura per la vita, l’accoglienza dell’altro, l’anelito di pace, con l’aiuto di Dio, il cui nome è pace.”
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