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È il testo più antico sulle apparizioni di Nostra Signora di Guadalupe

Questo documento descrive nel modo più bello ed efficace questo meraviglioso incontro tra Dio e l’essere umano attraverso la sua stessa Madre.

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Redação (14/12/2022 09:49, Gaudium Press) Il testo più antico sulle apparizioni di Nostra Signora di Guadalupe si chiama “Nican Mopohua” che significa “qui si narra”. Il documento fu scritto nella lingua “nobile nahuatl”, con caratteri latini, letti nella fonetica della lingua indigena.

“Questo documento descrive nel modo più bello, completo e meglio realizzato questo meraviglioso incontro tra Dio e l’essere umano attraverso la sua stessa Madre, Santa Maria di Guadalupe”, ha dichiarato Monsignor Eduardo Chávez Sánchez, Postulatore della Causa di Canonizzazione di San Juan Diego e Direttore Generale dell’Istituto Superiore di Studi Guadalupani (ISEG).

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La paternità del testo è attribuita ad Antonio Valeriano, un saggio e nobile nativo, che fu educato presso il Colegio de la Santa Cruz de Tlatelolco, fondato nel 1536 dai francescani, dove emerse come uno  degli studenti più brillanti. Era un buono scrittore, tanto che aiutò Fra’ Bernardino de Sahagún a scrivere i suoi sermoni in “nahuatl” e si ritiene che il Nican Mopohua sia stato scritto da Valeriano tra il 1545 e il 1548.

Nonostante l’importanza del testo, pochissimi indigeni erano però in grado di leggerlo, perché era scritto in caratteri latini che solo pochi indigeni sapevano leggere. “C’erano anche pochissimi spagnoli che capivano questa lingua; quindi c’erano pochissimi indigeni e spagnoli che potevano leggere e capire il Mopohua nicano”, spiega monsignor Chavez.

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Pochi vi ebbero accesso, poiché si trattava di un manoscritto e ne erano state redatte solo poche copie, quindi non fu la fonte attraverso la quale il meraviglioso evento della Guadalupana raggiunse il mondo cristiano.

“Il Nican Mopohua, pur essendo il documento più accurato, completo, bello, evangelizzatore e storico, non è la fonte da cui, in modo massiccio, gli indigeni e gli spagnoli hanno appreso i dettagli del grandioso evento. Le fonti principali sono a tutt’oggi tre: una è la tradizione orale, la cui fonte è lo stesso San Juan Diego, che non si stancava mai di diffonderla a gran voce”, spiega lo specialista del fenomeno Guadalupano. Monsignor Chavez; l’altra fonte è il mantello di San Juan Diego, che si venera nella Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, la cui immagine ha fatto conoscere lo straordinario evento nel mondo. Infine a queste si accompagnò la pubblicazione del manoscritto “Nican Mopohua”.

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Qualche tempo dopo la consegna del manoscritto Nican Mopohua, padre Luis Lasso de la Vega lo pubblicò in lingua nahuatl. Era l’anno 1649. Il sacerdote fu anche l’autore dello Hueitlamahuicoltica dove si racconta il “grande evento di Nostra Signora di Guadalupe”  in un’opera di 36 pagine quasi interamente scritte in nahuatl.

La copia più antica del ‘Nican Mopohua’ è conservata nella Biblioteca Pubblica di New York. Nell’opera, davanti alla Vergine di Guadalupe, si intrecciano le storie di San Juan Diego, del vescovo Fray Juan de Zumarraga, dello zio di San Juan Diego, dei servi del vescovo e dell’intera città dinanzi al meraviglioso evento.

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