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La Cina comunista detiene per la quarta volta il vescovo di Wenzhou

 Il motivo dell’avversione contro il vescovo Shao è che non voleva unirsi alla “chiesa ‘ufficiale’, controllata dal Partito Comunista.

 

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Redazione (01/02/2023 16:13, Gaudium Press) La Chiesa in Cina: gioia (recentemente sono stati ordinati tre diaconi per la diocesi di Zhouzhi), ma anche tristezza, persecuzione.

Le autorità comuniste hanno fermato il vescovo di Wenzhou, mons. Shao Zhumir, per impedirgli di partecipare ai funerali di un sacerdote, don Chen Nailiang, di 90 anni, morto il 29 febbraio

Il vescovo è stato arrestato insieme al cancelliere della diocesi, don Jiang Sunian.

Il nonagenario p. Chen era un simbolo, una reliquia, perché aveva fatto parte della “chiesa clandestina” e, come accadeva spesso, aveva trascorso diversi anni nei campi di “rieducazione”.

Anche Mons. Zhumir ha già fatto una certa “pratica” di detenzione da parte dei comunisti.

Nell’agosto del 2016 è stato detenuto per più di un mese per impedirgli di partecipare ai funerali dell’ex vescovo, mons. Zhu Weifang. Nell’ottobre del 2021 la polizia lo ha sequestrato per circa due settimane;  i rapporti della polizia avevano riferito  che il vescovo era in viaggio “turistico”.

Nell’aprile del 2022 i comunisti cinesi gli hanno fatto fare un “viaggio di piacere” in aereo, certamente con l’intenzione di “impedirgli di presiedere alle celebrazioni pasquali”, come ha riferito Asia News.

Il motivo dell’astio contro il vescovo Shao è nel fatto che non ha voluto unirsi “alla Chiesa ‘ufficiale’, controllata dal Partito Comunista”, un ulteriore segno che l’accordo sino-vaticano del 2018 non ha “fermato la repressione contro i cattolici cinesi, soprattutto quelli non ufficiali”.

 

Con informazioni di Aciprensa

 

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