Papa Francesco: hanno strumentalizzato la morte di BenedettoXVI
Papa Francesco ha accusato i critici di “strumentalizzare” la recente morte di Benedetto XVI, affermando che il tipo di divisioni esposte dopo la sua scomparsa, hanno più a che fare con l’ideologia che con la fede.
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Redazione (06/02/2023 13:09, Gaudium Press) Parlando ai giornalisti ieri, a bordo del suo volo ITA Airways da Juba a Roma, il Papa ha sostenuto la falsità delle voci secondo cui Benedetto era indignato per alcune sue decisioni e che quando si era consultato in passato con Benedetto, su alcune cose, “era d’accordo”.
Francesco non ha detto su quali decisioni aveva chiesto il parere di Benedetto, ma ha affermato di ritenere che “la morte di Benedetto sia stata strumentalizzata”.
Benedetto XVI ha regnato come Papa dal 2005 fino a quando, nel 2013, è passato alla storia diventando il primo Papa in 600 anni a dimettersi dal papato. Ha trascorso gli ultimi 10 anni della sua vita in pensione, nel Monastero Mater Ecclesiae del Vaticano, quindi è stato in pensione più a lungo di quanto sia stato in carica come Papa.
È morto il 31 dicembre all’età di 95 anni e, pochi giorni dopo l’annuncio, sono stati pubblicati una serie di articoli e libri che insinuavano la presenza di cattivi rapporti tra Benedetto XVI e Francesco, per tutto il decennio di ritiro di Benedetto.
Tra le pubblicazioni è uscito di recente il libro autobiografico dell’arcivescovo tedesco Georg Gänswein, segretario personale di lunga data di Benedetto, in cui afferma che Benedetto era addolorato per la decisione di Papa Francesco nel 2021 di dare dei limiti alla Messa tradizionale in latino, nonché per il documento di Francesco del 2016 Amoris Laetitia, che ha aperto, anche se con una certa cautela, l’accesso alla comunione per i cattolici divorziati e risposati civilmente.
Gänswein nel libro afferma che Papa Francesco aveva consultato Benedetto XVI su diverse questioni, ma aveva smesso di chiederne i consigli, dopo aver ricevuto da parte di Benedetto l’esortazione verso una “resistenza forte e pubblica” contro la “filosofia del gender”.
Successivamente, in un libro-intervista con la giornalista italiana Franca Giansoldati, apparso poco dopo la morte di Benedetto, anche il cardinale tedesco Gerhard Müller, ex capo dell’Ufficio dottrinale vaticano e amico intimo di Benedetto XVI, aveva mosso le proprie accuse a Francesco.
Tra le altre cose, Müller ha accusato Francesco di avere intorno a sé un “cerchio magico” di consiglieri teologicamente dubbi, di essere incoerente nel suo approccio sui casi di abusi sessuali e di essere talvolta impulsivo nei suoi giudizi. Su quest’ultimo punto, Müller cita il caso del cardinale italiano Angelo Becciu, sostenendo che il pontefice ha tagliato fuori Becciu sulla base di un solo articolo di una rivista.
Senza fare nessun nome in particolare, Francesco è sembrato affrontare appunto tali critiche, nei suoi commenti di domenica.
Quando Benedetto è morto, “la gente ha voluto segnare punti per la propria parte”, ha detto Francesco, affermando che “le persone che strumentalizzano una persona così buona, così vicina a Dio… una persona che ha fatto così tanto, queste persone non hanno un’etica, sono persone che appartengono a un partito, non alla Chiesa”.
“Da ogni parte si vede la tendenza a costituire dei partiti a seconda delle posizioni teologiche, e poi a portarle avanti”, ha detto, aggiungendo che preferisce lasciar stare queste vicende perché “andranno via da sole”.
Francesco ha poi detto che invece Benedetto era una persona con cui “potevo parlare di tutto” e scambiare opinioni senza problemi.
“Era sempre al mio fianco, mi sosteneva, e se c’era qualche difficoltà me lo diceva e ne parlavamo. Non c’erano problemi”. Papa Francesco ha raccontato che a un certo punto qualcuno che, a suo dire, si considerava un “grande teologo” si è lamentato del sostegno da lui dato ai diritti di successione nelle unioni civili.
In risposta, Francesco ha detto che Benedetto ha chiamato quattro cardinali teologi “di alto livello” per studiare la questione, “e la storia finisce lì”, con loro che non hanno trovato alcun problema su tale posizione.
Ha poi aggiunto di aver raccontato la storia perché “volevo dire chiaramente chi era Papa Benedetto”, e ha insistito sul fatto che Benedetto non era “amareggiato” nel suo ritiro, come molti lo hanno dipinto.
Papa Francesco ha quindi parlato delle sue visite ,dal 31 gennaio al 5 febbraio, nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sud Sudan, compiute con l’intento di dare conforto e incoraggiare le popolazioni delle due nazioni devastate dalla guerra.
In Sud Sudan è stato raggiunto dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e dal moderatore della Chiesa di Scozia, Iain Greenshields, che si sono uniti al Papa sul volo di ritorno e hanno partecipato con lui alla conferenza stampa.
Oltre al dramma della morte di Benedetto XVI, si è parlato anche della guerra in corso in Ucraina, della criminalizzazione dell’omosessualità in diversi Paesi e dei possibili futuri viaggi papali.
Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, Papa Francesco si è dichiarato disponibile ad incontrare sia il presidente russo Vladimir Putin che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy , con il desiderio di voler visitare entrambi i Paesi.
“Se non sono andato a Kiev, è perché in quel momento non era possibile andare anche a Mosca”, e ha aggiunto di essere alla ricerca di “una piccola finestra per negoziare”.
Ha anche richiamato l’attenzione su altri conflitti globali, come le guerre in corso in Siria, Yemen e Myanmar, perché il conflitto in Ucraina “non è l’unica guerra”.
“Ci sono guerre che sono più importanti per il rumore che fanno, ma il mondo è in guerra, si sta autodistruggendo”, ha affermato, dicendo: “Dobbiamo pensarci seriamente, si sta autodistruggendo”.
L’Arcivescovo di Canterbury Welby ha aggiunto che “la fine di questa guerra è nelle mani del Presidente Putin. Se lo desidera, può porvi fine con il ritiro e il cessate il fuoco e poi con i negoziati per una soluzione a lungo termine”, ma non ha ancora preso questa decisione.
Sia Welby che Papa Francesco hanno elogiato il ruolo delle donne nella promozione della pace, con il Papa che ha lodato le molte donne che ha incontrato sia nel Congo che nel Sud Sudan, donne che hanno sofferto molto a causa della guerra ma non hanno perso la fede.
La forza delle donne è qualcosa che “dobbiamo prendere sul serio”, ha detto ma “non solo per farsi pubblicità, questo è un insulto alle donne. Le donne sono destinate a cose più grandi”.
Ha anche condannato il commercio globale delle armi, affermando che perpetua i conflitti e trascina le guerre, portando a ulteriori distruzioni.
“Penso che oggi, nel mondo, sia questa la piaga più grande: la vendita delle armi. Qualcuno mi ha detto che se non si vendessero armi per un anno, i combattimenti nel mondo finirebbero. Non so se sia vero o meno, ma oggi al primo posto c’è la vendita di armi”.
La proliferazione delle armi alimenta anche il tribalismo, ha aggiunto, “la violenza tra le tribù è causata dalla vendita di armi, e poi sfruttano la terra e questo provoca il conflitto tra esse”.
“Questo è diabolico, non c’è altra parola. Distrugge, distrugge il creato, distrugge la persona, distrugge la società”, ha detto, condannando anche il fenomeno presente in molti luoghi, tra cui la Repubblica Democratica del Congo, dei bambini soldato.
Sulla questione dell’omosessualità, il Papa, Welby e Greenshields hanno sottolineato la necessità di essere accoglienti nei confronti di chi ha un orientamento omosessuale e hanno condannato la criminalizzazione dell’omosessualità in corso in molti Paesi.
La Chiesa cattolica è l’unica, tra le tre Chiese rappresentate alla conferenza stampa, a non consentire in qualche modo il matrimonio tra persone dello stesso sesso, e anche il Dicastero vaticano per la Dottrina della fede ha recentemente rifiutato di offrire benedizioni a coppie dello stesso sesso.
Nelle sue osservazioni, il Papa ha condannato i genitori che cacciano di casa i loro figli perché omosessuali, dicendo che “hanno il diritto di stare a casa, i bambini che hanno questo orientamento, non si possono cacciare di casa, hanno diritto a questo”.
Ha detto che ci sono molti Paesi che osservano leggi che criminalizzano l’omosessualità e molti arrivano a punirla con la pena di morte, “apertamente o dietro le quinte”.
“Condannare una persona per questo è un peccato. Criminalizzare le persone con tendenze omosessuali è un’ingiustizia”, ha detto, affermando che le lobby “sono un’altra cosa”, mentre gli individui omosessuali “sono persone”.
Welby ha fatto eco alle osservazioni del Papa, affermando che la questione è stata oggetto di grande discussione all’interno della Chiesa d’Inghilterra e del Parlamento britannico. La Chiesa d’Inghilterra ha recentemente approvato due risoluzioni sulla criminalizzazione dell’omosessualità.
Anche se questo “non ha davvero fatto cambiare idea a molte persone”, Welby ha detto che la questione sarà il principale argomento di discussione del prossimo sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra, durante il quale “citerà certamente il Santo Padre” il quale ha riassunto le posizioni “splendidamente e accuratamente”.
Papa Francesco ha anche parlato dei prossimi viaggi e della propria salute: sta pianificando un viaggio in India nel 2024 e che quest’anno, oltre a recarsi a Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù la prima settimana di agosto, ha in programma un viaggio a Marsiglia il 23 settembre.
È possibile, ha detto, che volerà in Mongolia direttamente da Marsiglia, ma ha insistito sul fatto che questi piani non sono ancora definitivi. Papa Francesco ha elevato il primo cardinale della Mongolia, Giorgio Maregno, durante il concistoro dello scorso agosto.
In generale, Francesco ha detto che preferisce visitare “i Paesi più piccoli d’Europa… per conoscere un po’ l’Europa nascosta, quella che ha molta cultura sconosciuta. Questa è la mia scelta, per cercare di non cadere nella globalizzazione dell’indifferenza”.
Per quanto riguarda la sua salute, il Papa ha ammesso che “non è come all’inizio del pontificato, è vero”, e che il suo ginocchio continua a dargli problemi, “ma si sta riprendendo lentamente”.
Raju Hasmukh con i file di Crux Now
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