ChatGPT: progresso o regresso?
Un dispositivo che elabora il tuo discorso in pochi secondi; un chip che produce articoli senza sforzo; un software che, messo al servizio degli studenti, garantisce un risultato eccellente. Meraviglie del progresso?
Redazione (08/02/2023 14:29, Gaudium Press) Sicuramente il lettore sarà ormai a conoscenza dell’ultimo investimento miliardario di Microsoft nel recente – e già tanto famoso – ChatGPT. Basato sul sistema AI (intelligenza artificiale), questo dispositivo rivoluzionario si è dimostrato capace di risolvere un problema comune a moltissimi uomini e donne, sempre più soffocati dalle attività e dalla mancanza di tempo. Il ChatGPT ,sulla base di una gigantesca banca dati, è progettato per costruire risposte rapide per le circostanze più varie, in dialogo con il suo proprietario, attraverso la elaborazione di interi discorsi, saggi, fino alla risoluzione di difficili questionari universitari.
Ma, forse per la sorpresa di molti, il suo lancio è stato ben lungi dall’essere accolto ovunque: la comparsa dell’innovativo dispositivo ha suscitato non pochi timori.
Progressi in cosa, dopo tutto?
Sembrerebbe difficile giustificare questi timori quando ormai siamo tutti più che abituati all’innovazione. Criticare la ChatGPT non suona come una critica al progresso?
A quanto pare no!
Prima di tutto, è necessario capire bene di quale progresso stiamo parlando. Se si tratta del progresso dell’Intelligenza Artificiale, ChatGPT si rivela una svolta innegabile. Ma nell’ottica del progresso a favore dell’umanità il grafico sembra essere invertito.
È forse un progresso per l’essere umano diventare così dipendente dalla macchina , da essere, senza di essa, incapace di scrivere un semplice testo? Intendiamo allora il progresso come pigrizia mentale che inevitabilmente deriverebbe dal disuso di queste facoltà, con il pretesto di stare al passo con i venti dell’innovazione?
Ci sono però ragioni ancora più profonde.
“Come si fa a non vedere nella Chat della GPT il livellamento del pensiero?”.
Adottando l’uso di un programma come il GPT, ci esponiamo a essere vittime di una tirannia molto più dispotica di quella dei regimi totalitari.
L’uomo ha lottato a lungo per affermarsi come essere libero e indipendente, in grado di scegliere e prendere decisioni autonomamente.
Ora, è possibile che tutto questo vada in frantumi con la comparsa di un’IA come ChatGPT?
Non siamo ingenui. Un’intelligenza artificiale non è in grado di creare nulla di nuovo. Le macchine, anche con un’efficienza e una velocità che stupirebbe molti geni, possono solo riprodurre, elaborare e ricercare le informazioni in esse memorizzate.
Ora, il testo, come un’opera d’arte, è l’espressione della personalità del suo autore. Le premesse in esso contenute sono state scelte dall’autore. Lo sviluppo dell’idea è lo sviluppo elaborato dell’autore. Le conclusioni sono dell’autore.
Come si può dunque non vedere in ChatGPT il livellamento del pensiero umano? In sostanza, la “schiavitù” a cui sarà sottoposto un utente GPT non sarà quella della macchina, ma quella del suo programmatore. Se tutto va in questa direzione, presto ci troveremo di fronte a un dominio oligarchico e totalitario mai visto prima nella storia.
E per i cattolici, gli inconvenienti di questa nuova emergenza sono ancora più allarmanti.
Quale credo professa ChatGPT? Cosa dirà dei Comandamenti? Se questi saranno gli strumenti che educheranno i nostri figli, quali idee, quali dottrine comunicheranno loro?
Queste e molte altre domande dovrebbero quindi guidare la nostra scelta di adottare o meno un’innovazione come ChatGPT. Dopotutto, a cosa servirebbe affidarci ad un presunto progresso, se questo ci allontana dalla nostra stessa umanità?
Di Aloísio de Carvalho
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