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I vescovi spagnoli insieme con il nunzio: non può essere che I topi siano più protetti del nascituro

Dopo la forte espressione di Mons. Bernardito Auza, anche diversi prelati iberici hanno espresso il loro sostegno.

 

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Mons. Auza – Foto: Nunciatura Apostólica en España

 

   Redazione (28/02/2023 16:22, Gaudium Press) La frase del Nunzio in Spagna è stata chiara, forte e inconfutabile: “18 mesi di carcere per aver ucciso un topo mentre è reso tutto più facile per fare un aborto”. Pronunciata al Congresso di Razón Abierta, tenutosi recentemente  presso l’Università Francisco de Vitoria di Madrid, ha avuto  molto seguito.

Bernardito Auza ha fatto allusione alla legge sul benessere degli animali, recentemente approvata per volere del partito di governo spagnolo, che potrebbe prevedere in alcuni casi il carcere, per chi attacca specie in via di estinzione, mentre per la protezione del nascituro ci sono sempre meno risorse nel Paese iberico.

Al Congresso, il prelato ha anche analizzato la famosa Agenda 2030, e ha commentato i punti sui quali la Chiesa è d’accordo, ma anche quelli su cui ha delle obiezioni, come il 3 e il 5, cioè quelli che si riferiscono alla salute e alla cosiddetta “parità di genere”.

In effetti, a distanza di giorni dal suo discorso, alcuni vescovi in Spagna stanno ancora  ripetendo e commentando i concetti espressi dal vescovo Bernardito.

Mons. José Ignacio Munilla, Vescovo di Orihuela-Alicante, ad esempio, ha dichiarato a Radio Maria che “è positivo che il Nunzio di Sua Santità in Spagna dica parole di guida, che si coinvolga in questa grande crisi che stiamo vivendo, perché a volte si ha l’impressione che un nunzio, una persona diplomatica , non possa pronunciarsi chiaramente, non possa mettere il dito nella piaga  dei problemi, e  invece non è così”.

Il Vescovo di Cordoba, Mons.Demetrio Fernández, è intervenuto a deplorare il fatto che “i diritti degli animali e della loro prole crescono, mentre i nascituri vengono privati di tutti i diritti” e, “ancora di più, l’aborto viene proclamato un diritto”, tanto che ora “si impongono 18 mesi di carcere per aver ucciso un topo, e il bambino può essere ucciso nel grembo materno con  tutte le facilitazioni possibili”.

Mons. Jesús Fernández, Vescovo di Astorga, oltre a ripetere sostanzialmente l’espressione di Mons. Bernardito, ha manifestato la sua sorpresa per il fatto che “si richiede una formazione per prendersi cura di un animale e si nega l’informazione alla donna incinta”, alludendo al rifiuto, da parte di alcuni gruppi, che si dia  l’accesso alle immagini dei loro bambini alle donne che stanno pensando di abortire. Rifiutare queste informazioni alla donna e dire che questo la protegge è “ipocrisia”. “L’aborto è un atto di violenza particolarmente grave, anche se bianca, contro il bambino e la madre”, ha avvertito.

In una lettera pubblicata mercoledì scorso, il Cardinale Arcivescovo di Madrid ha affermato che “la vita è oggi minacciata da vari conflitti armati e dalla violenza,  in tante parti del mondo, ma anche dalla fame o dall’idea di possederla, con pratiche come l’aborto o l’eutanasia”. “Tutte queste situazioni che abbiamo davanti, e molte altre, non sono forse attacchi alla pace?”

Con informazioni di Infocatólica https://www.infocatolica.com/?t=noticia&cod=45787

 

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