Israele: colpi di pistola contro la scuola e il convento delle francescane a Nazareth
La comunità cristiana in Terra Santa chiede al governo di garantire la sicurezza dei siti educativi
Nazareth
Redazione (21/03/2023 14:59, Gaudium Press) Il Convento delle Suore di Nazareth in Israele era stato fondato da suore francesi nel XIX secolo e si trova accanto alla Chiesa dell’Annunciazione. Accanto al convento, le suore avevano costruito anche una scuola, una chiesa e una locanda per i pellegrini cristiani.
Giovedì scorso, 16 marzo, due soggetti in moto hanno sparato alcuni colpi di pistola contro la scuola e il convento delle Suore Francescane di Nazareth. In quel momento non c’erano studenti e le suore stavano pregando nella loro cappella. Sono stati i passanti a dare l’allarme e a chiamare la polizia, racconta Mons. Rafiq Nahara, vicario del Patriarcato latino in Israele.
Dopo l’attacco, mons. Nahara ha scritto ai ministeri israeliani dell’Istruzione, degli Interni e degli Affari esteri per chiedere “un’indagine tempestiva” e misure efficaci atte a garantire che un evento simile non abbia a ripetersi. “Consideriamo questo evento con severità, perché i conventi e le scuole cristiane sono sempre stati al di fuori del circolo vizioso della violenza che affligge la società araba. È un miracolo che non ci siano state vittime in questo incidente e che sia stata evitata una grande catastrofe”.
Per i cristiani di Israele, un atto del genere è una sorpresa; tuttavia si inserisce nel clima di violenza latente nella società arabo-israeliana, soprattutto negli ultimi quattro anni, riconosce mons. Nahara: “Nelle città arabe ci sono molte sparatorie, a volte contro persone, estorsioni di denaro o prestiti usurari che possono portare alla violenza fisica”.
L’attacco alla scuola delle Suore Francescane di Nazareth arriva in un momento in cui la politica educativa del governo israeliano sta minando le strutture gestite dalla Chiesa, in particolare quelle del Patriarcato latino. I sussidi governativi sono stati drasticamente ridotti e oggi rappresentano solo un terzo di quelli concessi agli istituti pubblici, dice il vicario. “Lo Stato di Israele probabilmente vorrebbe che tutte le scuole fossero pubbliche, e quindi è meno favorevole alle scuole private su cui ha meno controllo”, ha concluso.
Con informazioni di Vatican News
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