Elisabetta cambia vita e dal business diventa una suora di clausura
Redazione (Venerdì, 31-01-2020, Gaudium Press) Elisabetta Lafranconi, ha cambiato vita grazie all’incontro con Gesù e il suo amore. E’ una giovane lombarda che lo scorso 16 novembre, ha abbracciato la vita religiosa di clausura presso il monastero agostiniano dei “Santi quattro Coronati” di Roma.
Elisabetta è giovanissima, ha solo 27 anni ed è nata a Desio (Monza Brianza) il 5 maggio 1992, parte della sua giovinezza l’ha trascorsa a Mondello del Lario (Lecco) insieme alla sua famiglia.
Ha una laurea triennale in Economia a Milano Bicocca e una laurea magistrale in Management alla Cattolica, con un voto di 110 e lode e questo l’ha introdotta subito nel mondo del lavoro.
Prima alle Accenture e poi ad Adecco ma non era ancora soddisfatta.
Il mondo del lavoro e ciò per cui aveva studiato, ultimamente, non la soddisfaceva più, al punto da entrare in crisi. La crisi l’ha condotta all’insegnamento nelle scuole e non l’ha superata in maniera immediata.
Nonostante Elisabetta avesse raggiunto tutti i suoi obiettivi sentiva di non essere felice e di non essere al completo, e così Elisabetta soltanto con la preghiera e la presenza di Dio ha capito che la strada per la felicità era quella strada che le avrebbe permesso di indossare il velo.
«È successo che il cassetto “Dio”, che prima aprivo e chiudevo come volevo, ad un certo punto si è aperto e non ha più voluto saperne di chiudersi», riporta NewNotizie.it
Questo è quello che racconta Elisabetta «Durante il mio peregrinare alla ricerca della felicità – ha spiegato – ho lavorato in due multinazionali: il potere l’ho toccato da vicino e, a parte i primi mesi in cui era tutto un po’ inebriante, ad un certo punto mi sono osservata: diventavo sempre più grigia e il mondo in cui stavo non mi piaceva più. Il mio castello di sabbia si sgretolava e, presa dalla disperazione, mi sono messa a pregare veramente. Così è successo che il cassetto “Dio”, che prima aprivo e chiudevo come volevo, ad un certo punto si è aperto e non ha più voluto saperne di chiudersi».
Al momento del saluto finale, al termine della serata di adorazione, Elisabetta Lafranconi, ringraziando i molti fedeli intervenuti ha detto: «Ho scelto il tema della felicità perché volevo approfondire il tema della felicità cristiana. Felice arriva dal greco generare, far essere e dal latino fecondo. Per il contadino l’albero felix era l’albero maturo, fecondo, che può donare frutti. E per essere fecondo l’albero deve avere radici solide. Nel mio albero ho trovato tre radici: 1) “desiderio”, ho sempre desiderato tantissime cose, ma mai c’entravo l’obiettivo. Qualcosa in fondo al cuore rimaneva inappagato. È arrivato il desiderio di Dio; 2) “clausura” dal latino claudere, chiudere dentro e fuori. Clausura come argine di un fiume che non ti fa esondare; 3) “condivisione”, termine bellissimo, molto agostiniano, strausato sui social, ma non così facile da mettere in pratica. Condividere significa accorgersi che c’è l’altro: Cristo». (Rita Sberna)
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