Alcuni archeologi scoprono nel Mar Rosso i resti dell’esercito egiziano dell’Esodo Biblico
Redazione (Mercoledì, 12-02-2020, Gaudium Press) Un team di archeologi subacquei ha scoperto ciò che rimane di un grande esercito egiziano del 14° secolo a.C, nella parte inferiore del Golfo di Suez a 1,5 km al largo dalla città di Ras Gharib.
Gli archeologi subacquei erano alla ricerca di resti di navi e manufatti antichi legati alla pietra e al commercio del bronzo nella zona del Mar Rosso, invece davanti si sono trovati uno scenario di ossa umane nascosti dalla vegetazione marina cresciuta nel corso dei secoli.
Gli scienziati, guidati da Abdel Muhammad Badia professore della Facoltà di Archeologia dell’Università del Cairo, hanno recuperato 400 scheletri diversi, centinaia di armi e pezzi di armature, due carri da guerra ecc … Si pensa che ci siano più di 5000 corpi dispersi su un’area abbastanza vasta.
Molti indizi hanno portato il Professore Badia e gli scienziati, a pensare che quei corpi siano legati al famoso episodio dell’esodo di Egitto.
Sembra che gli antichi soldati siano morti all’asciutto, coperti da strati di roccia ed argilla, secondo lo studio sono morti per una colata di fango o con un maremoto, infatti il numero di ferite lascia pensare che i soldati perirono in modo drammatico, fortificando così, la versione biblica della traversata del Mar Rosso, secondo cui l’esercito del faraone egiziano venne travolto dal ritorno delle acque che Mosè separò.
Nel libro dell’Esodo leggiamo: Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore, durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare.
Ma alla veglia del mattino il Signore dalla colonna di fuoco e di nube gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!». Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri».
Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto e il popolo temette il Signore e credette in lui e nel suo servo Mosè. (Rita Sberna)
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