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San Massimiliano Maria Kolbe, il discepolo di Maria

Era un ragazzo ribelle: ma un giorno la Madonna gli apparve e sorrideva maternamente…

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Redazione (14/08/2023 16:58, Gaudium Press) Oggi la Chiesa celebra la memoria di San Massimiliano Maria Kolbe, quel grande santo francescano, non lontano dai nostri giorni, molto conosciuto, ma più per la sua morte che per i grandi momenti della sua vita.

La cattolica Polonia della fine del XIX e degli inizi del XX secolo non era esente da quella piaga sinistra chiamata secolarismo, naturalismo, quella idea per cui la vita di grazia è solo nel luogo di culto ma non nella vita di tutti i giorni. Nel quotidiano io sono me stesso con le mie sole forze naturali; tutto ciò era frutto del fascino che c’era a quel tempo per il progresso materiale, le macchine, la scienza, ecc. È in questo ambiente che Dio inviò un grande santo come Massimiliano Maria, che sarebbe stato il rimedio a tutto questo e che con i suoi mezzi di comunicazione avrebbe sottolineato il primato della vita di grazia.

Nacque nel 1894, in una famiglia profondamente cristiana, con il nome di battesimo Raimondo, che poi cambiò in Massimiliano al momento della professione dei voti. Era un po’ litigioso e viziato, il che gli procurò un rimprovero da parte della madre: “Se sei un bambino così cattivo, litigioso e viziato all’età di dieci anni, come sarai da grande?”, gli disse un giorno.

La Madonna gli appare da bambino e definisce il corso della sua vita.

Dopo aver ascoltato le parole della madre, ricevette una grazia di contrizione, di sano dolore, e fu afflitto e pensoso, perché percepì la verità di ciò che gli aveva detto. Allora si accostò ai piedi di un’immagine della Madre di Dio in una chiesa parrocchiale e le consegnò il suo cuore, dicendo: “Che cosa sarà di me?”.

In quel momento avvenne un prodigio, la Madonna gli apparve e gli sorrise maternamente portando due corone, una rossa e l’altra bianca, e gli chiese quale avrebbe scelto. Lui, anima grande, le scelse entrambe.

Nasce la vocazione religiosa

Allora, per intercessione dell’Immacolata Concezione, nacque la vocazione religiosa di Raimondo. Decise di farsi cappuccino e all’età di 14 anni iniziò gli studi nel seminario minore, insieme al fratello Francesco.

A 16 anni fu ammesso come novizio, poi i superiori decisero di mandarlo a Roma a continuare gli studi. Lì emise la professione solenne il 1° novembre 1914 e fu allora che aggiunse al suo nome quello di Maria, in onore dell’Immacolata Concezione.

A Roma si scontrò con l’empietà, audace, aggressiva, con il disprezzo della società, e decise di affrontarla, prima ancora di essere ordinato sacerdote. Nel 1917 fondò l’associazione apostolica Milizia di Maria Immacolata, i cui obiettivi erano la conversione dei peccatori, compresi i nemici della Chiesa, e la santificazione di tutti i suoi membri, sotto la protezione di Maria Immacolata. I giovani che si univano alla loro associazione erano chiamati Cavalieri dell’Avanguardia.

 

Madonna del Miracolo

Fu ordinato sacerdote il 28 aprile 1918, celebrò la sua prima Messa presso l’altare della Madonna del Miracolo, lo stesso luogo in cui si era convertito l’ebreo Ratisbonne, e si propose di “chiedere la conversione dei peccatori e la grazia di essere apostolo e martire” nelle Messe dei suoi primi giorni. Dio gli avrebbe concesso queste grazie.

Tornato in Polonia nel 1919, ebbe problemi di salute e fu ricoverato in ospedale.

Quando si riprese, fondò il giornale mensile della sua associazione con il nome di Cavaliere dell’Immacolata Concezione. Non fu un’impresa da poco. Alla vigilia del lancio del giornale, si riunirono tutte le persone che avrebbero lavorato all’iniziativa, 327 in tutto. Per lanciare questo apostolato, fu organizzata con loro una veglia di adorazione del Santissimo Sacramento e di lode alla Vergine.

Donazione di un terreno – Nasce la Città di Maria

Nel 1927, il principe Giovanni Drucko-Lubecki donò un terreno a 40 chilometri da Varsavia. Lì iniziò la costruzione di una NiepokalanówCittà di Maria. Doveva costruire un convento e nuovi edifici per la sua crescente attività di stampa. Con quali soldi doveva essere costruito tutto questo? “Maria provvederà. Questo è un affare suo e di suo Figlio”, disse il Santo.

Nel 1939, il giornale aveva un milione di copie per ogni edizione, era affiancato da altri giornali di minore tiratura e aveva anche una stazione radio. La Città di Maria contava 762 abitanti, tra cui sacerdoti, novizi, fratelli laici e liberi professionisti, oltre a un corpo di vigili del fuoco. Il diavolo cominciava a disperare dell’opera di San Massimiliano, che comunque aveva già fatto un gran bene alla Polonia.

Volendo estendere la sua attività di stampa ad altri Paesi, nel 1930 si recò a Nagasaki, dove creò anche una versione della Città di Maria per il Giappone. A Nagasaki ricevette una grazia mistica che gli promise il paradiso.

Seconda guerra mondiale

Quando nel febbraio 1941 scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, la Gestapo, la polizia segreta nazista, arrivò alla Città di Maria e fece prigioniero P. Kolbe e altri quattro frati anziani, portandoli prima in una prigione di Varsavia e poi nel campo di concentramento di Auschwitz.

La Madonna gli permise di tenere il suo rosario lì, in quel campo di concentramento. In ogni blocco del campo in cui fu trasferito, svolse il suo apostolato con i detenuti.

Massimiliano Kolbe nel 1936  fu trasferito nel blocco 14, adibito ai lavori agricoli. Uno dei suoi compagni di prigionia riuscì a fuggire e, per punizione, i nazisti mandarono dieci prigionieri nel “bunker della morte”, un luogo sotterraneo dove i prigionieri venivano gettati nudi e rimanevano senza cibo fino alla morte. San Massimiliano si offrì volontario per sostituire un padre di famiglia che era stato orribilmente destinato a questa sorte. Dopo qualche tempo, vedendo che don Kolbe non moriva, gli fu praticata un’iniezione letale. Morì “con gli occhi aperti e la testa china. Il suo volto, sereno e bello, era radioso”.

È stato canonizzato nel 1982 da San Giovanni Paolo II.

 

Con informazioni tratte da Arautos.org

 

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