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San Pio X, gentile leone antimodernista

 Il 21 agosto si ricorda il grande Giuseppe Sarto, colui che nessuno aveva candidato al papato.

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Redazione (21/08/2023 16:33, Gaudium Press) È impossibile riassumere la vita di San Pio X in poche righe, dato l’enorme numero di imprese e di avvenimenti interessanti della sua vita. Limitiamoci, quindi, a dare qualche breve cenno su alcune delle vicende più significative del grande Giuseppe Sarto.

Giuseppe Sarto nacque a Riese, a poca distanza da Venezia, nel 1835.

Parroco, canonico, vescovo di Mantova e Cardinale Patriarca di Venezia, in ciascuna di queste funzioni rimase in carica per nove anni.

Non avrebbe mai immaginato di essere eletto Papa.

Alla morte di Leone XIII si recò a Roma per il conclave, con la bonomia che lo caratterizzava. Nessuno lo considerava un candidato al soglio pontificio, tantomeno lui.

I cardinali elessero il cardinale Rampolla, ma facendo appello a un’antica tradizione, il cardinale della Cecoslovacchia presentò il veto dell’imperatore d’Austria a quel candidato. Fu allora che i voti cominciarono a convergere sul cardinale Sarto, che accettò il soglio pontificio solo quando una commissione di cardinali lo convinse che non accettare la nomina significava non accettare la volontà divina. Fu eletto Papa – tra le lacrime – il 4 agosto 1903. Disse di aver preso il papato come Cristo aveva preso la Croce.

Salì al pontificato in un momento in cui negli ambienti cattolici imperversavano vere e proprie eresie. Fu allora che l’agnello si trasformò in leone, senza mai perdere la sua natura gentile, e Pio X, primo Papa canonizzato nel XX secolo, lottò eroicamente contro questi errori.

San Pio X fu Papa per 11 anni. Il suo motto era Instaurare omnia in Christo, Ripristinare tutte le cose in Cristo. Più di 3.000 documenti ufficiali furono emessi da lui con questo intento.

Lotta contro gli errori interni

Alcune delle sue opere più importanti furono la riforma della Curia romana, la fondazione dell’Istituto Biblico, la costruzione di seminari centrali e la promulgazione di leggi per una migliore disciplina del clero, una nuova disciplina in materia di prima e più frequente comunione, il ripristino della Musica Sacra.

Ma soprattutto la lotta contro le eresie nella Chiesa raggruppate sotto il nome di Modernismo; e anche la sua difesa della libertà della Chiesa in Francia, Germania, Portogallo, Russia e altri Paesi.

Altrettanto degna di menzione per l’enorme lavoro svolto fu la compilazione del Codice di Diritto Canonico. Promosse anche lo studio del Catechismo in molti modi.

La sua lettera enciclica Pascendi Dominici gregis (sulle dottrine dei modernisti) passerà alla storia come il baluardo che chiarisce la vera dottrina cattolica contro gli errori, alcuni palesi e altri sottili, che volevano oscurarla e che d’ora in poi si schianteranno contro il saldo muro della Pascendi.

Morì il 21 agosto 1914.

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