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San Giovanni Evangelista, l’amato e apostolo del tuono

 Il suo nome significa “Dio è misericordioso”. La misericordia risplendeva nella vita del più giovane degli apostoli.

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Redazione (27/12/2023 14:49, Gaudium Press) Il 27 dicembre la Chiesa ricorda la festa liturgica di San Giovanni Evangelista, il discepolo prediletto.

Il suo nome significa “Dio è misericordioso”. Un nome che bene esprime ciò che egli ha rappresentato, poiché la misericordia era come una “profezia” alla quale il più giovane degli apostoli avrebbe dato compimento nel corso della sua vita.

San Giovanni era un ebreo della Galilea, nato a Betsaida. Era figlio di Zebedeo e Salomè e fratello di Giacomo il Maggiore; anche lui era un pescatore, come Pietro e Andrea.

Il discepolo che ascoltò il battito del Cuore di Cristo nel Cenacolo occupò un posto di rilievo tra gli apostoli. Sì, fu lui che alla Santa Comunione si appoggiò alla spalla di Gesù, e fu anche a Giovanni che Gesù disse: “Figlio, ecco tua madre” e, guardando Maria, disse: “Donna, ecco tuo figlio” (Cfr. Gv 19, 26s) e San Giovanni accolse la Vergine Maria nella sua casa.

Durante la Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor, fu Giovanni, insieme a Pietro e Giacomo, ad accompagnare lì il Signore.

Giovanni è sempre l’uomo dell’elevazione spirituale, ma non dobbiamo immaginarlo come una persona fantasiosa ed eterea, tanto è vero che Gesù chiamò lui e suo fratello Giacomo “figli del tuono”.

Quando giunse la notizia della tomba vuota, San Giovanni corse da San Pietro per accertarsi di quanto accaduto. Fu allora che entrambi “videro e credettero”.

Più tardi, quando Gesù apparve loro sulle rive del lago di Galilea, Pietro chiese quale sarebbe stato il futuro di Giovanni e il Signore rispose: “Se voglio che rimanga fino alla mia venuta [cioè al ritorno di Gesù Cristo alla fine dei tempi], che ti importa? Tu, seguimi”.

Autore dell’Apocalisse – Soccorre un miserabile

Scrisse l’Apocalisse, tre epistole e il Vangelo di Giovanni, nel quale si definisce “il discepolo che Gesù amava”. Giovanni esortava continuamente i fedeli all’amore fraterno, come risulta dalle sue tre lettere, che sono tra i testi sacri: “Figlioli, amatevi gli uni gli altri”.

A differenza di tutti gli altri apostoli che furono martirizzati, San Giovanni andò serenamente alla Casa del Padre a Efeso, in Turchia, intorno all’anno 100 d.C.. Secondo Sant’Epifanio, San Giovanni morì all’età di 94 anni. La sua festa si celebra il 27 dicembre.

San Clemente di Alessandria racconta che in una città San Giovanni vide un giovane nella comunità e, ritenendo di poterne ricavare molte cose buone, lo portò dal Vescovo, che Giovanni stesso aveva consacrato, e gli disse: “Alla presenza di Cristo e davanti a questa comunità, raccomando questo giovane alle tue cure”.

Su raccomandazione di San Giovanni, il giovane rimase nella casa del Vescovo, che lo istruì nella fede, lo battezzò e lo confermò.

Nel frattempo, le cure del Vescovo si fecero tiepide, il giovane cadde in cattive compagnie e divenne un ladro. Dopo qualche tempo, San Giovanni tornò e chiese al Vescovo informazioni sul compito che lui e Gesù Cristo gli avevano affidato davanti alla  comunità ecclesiale.

Il vescovo rimase sorpreso, pensando che si trattasse di denaro, ma l’apostolo spiegò che si riferiva al giovane. Il vescovo allora rispose: “Povero giovane! È morto. – Di che cosa è morto?”, chiese San Giovanni. – “È morto per Dio, perché è un ladro”, rispose il vescovo.

Sentendo ciò, l’anziano apostolo chiese un cavallo e, con l’aiuto di una guida, si recò sulle montagne dove si nascondevano i ladri. Appena entrato, fu fatto prigioniero. Nel nascondiglio dei malfattori, il giovane riconobbe il Santo e cercò di fuggire, ma l’apostolo gridò: – “Giovane, perché fuggi da me, tuo padre, vecchio e senza braccia? C’è sempre tempo per il pentimento. Risponderò per te davanti al mio Signore Gesù Cristo e sono pronto a dare la mia vita per la tua salvezza. È Cristo che mi ha mandato”.

Il giovane si fermò, abbassò la testa, iniziò a piangere e si avvicinò al Santo per implorare una seconda possibilità. San Giovanni, a sua volta, non lasciò il nascondiglio dei ladri finché il peccatore non si fu riconciliato con Dio.

“Figlioli, amatevi gli uni gli altri”.

Questa carità, che cercava di accendere negli altri, si rifletteva nel suo dire: “Figlioli, amatevi gli uni gli altri”. Una volta gli fu chiesto perché ripetesse così tanto questa frase e San Giovanni rispose: “Perché questo è il comandamento del Signore e se lo fate, avrete fatto abbastanza”. (JSG)

 

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