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Il Papa parla della golosità sociale come vizio

 Nella sua catechesi per l’udienza generale, Francesco ha definito il consumismo esasperato come ingordigia sociale.

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Foto: Screenshot Vatican Media

Redazione (11/01/2024 14:18, Gaudium Press) Ieri il Papa ha continuato la sua catechesi del mercoledì sul tema dei vizi e delle virtù. L’argomento trattato è stato la golosità.

Il Papa ha ricordato che il Signore, a differenza del Battista, mangia a tavola, anche con i peccatori: “questo gesto dimostrava il suo desiderio di comunione e di vicinanza a tutti”.

Il Pontefice ha anche ricordato che Gesù, pur mostrando la sua sottomissione ai precetti ebraici, mostra comprensione per i suoi discepoli che, poiché hanno fame, raccolgono spighe di grano in giorno di sabato. Li giustifica, ricordando che anche il re Davide e i suoi compagni, nel bisogno, avevano trasgredito un precetto (cfr. Mc 2,23-26).

“Ma soprattutto Gesù, con una bella parabola, afferma un principio nuovo: gli invitati alle nozze non possono digiunare quando lo sposo è con loro; digiuneranno quando lo sposo sarà portato via da loro. Ora si tratta di Gesù. Quando è in mezzo a noi, non possiamo piangere; ma nell’ora della sua passione, allora sì, digiuniamo (cfr. Mc 2,18-20). Gesù vuole che siamo gioiosi in sua compagnia – è come lo sposo della Chiesa – ma vuole anche che partecipiamo alle sue sofferenze, che sono anche le sofferenze dei piccoli e dei poveri. Gesù è universale”, ha detto Francesco.

Gesù abbatte anche la distinzione tra cibo puro e impuro del giudaismo, ma insegna che “non è ciò che entra in un uomo a contaminarlo, ma ciò che esce dal suo cuore. E così dicendo ‘dichiarò puri tutti i cibi’ (Mc 7,19). Ecco perché il cristianesimo non prevede cibi impuri. Ma l’attenzione che dobbiamo prestare è interiore: non al cibo in sé, ma al nostro rapporto con esso. Il cattivo rapporto è quello che nella dottrina classica si chiama golosità, che rende l’uomo “schiavo del cibo”.

Il rapporto con il cibo rivela l’io interiore, secondo Francesco:

“La predisposizione all’equilibrio o alla smodatezza; la capacità di ringraziare o l’arrogante pretesa di autonomia; l’empatia di chi sa condividere il cibo con chi ne ha bisogno o l’egoismo di chi lo accumula tutto per sé”. “Questa domanda è molto importante. Dimmi come mangi e ti dirò che anima possiedi. Nel modo in cui mangiamo riveliamo la nostra interiorità, le nostre abitudini, i nostri atteggiamenti psichici”, ha detto.

Il Papa ha ricordato che gli antichi Padri chiamavano il vizio della gola “gastrimargia”, un termine che può essere tradotto come “follia del ventre”. “La gola è una ‘follia del ventre’. C’è anche questo proverbio che dice che dovremmo mangiare per vivere, non vivere per mangiare, una ‘follia della pancia’”, ha detto. “È un vizio che si innesta su uno dei nostri bisogni vitali, come il cibo. Stiamo attenti a questo”, ha ammonito Francesco.

Francesco ha anche collegato la golosità al consumismo sfrenato e ha esortato le persone a chiedere al Signore “di aiutarci nel cammino della sobrietà, affinché ogni forma di golosità non si impadronisca della nostra vita”.

Con informazioni di Vatican News

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