Gaudium news > Israele attenua i toni della risposta alle parole del cardinale Parolin sulla guerra a Gaza

Israele attenua i toni della risposta alle parole del cardinale Parolin sulla guerra a Gaza

 Parla di errore di traduzione nel comunicato di risposta. Anche l’ambasciatore israeliano Schutz si mostra molto cauto in un’intervista.

emad el byed FYBQe6hFtRA unsplash 700x525 1

Foto: Emad El Byed su Unplash

Redazione (17/02/2024 14:16, Gaudium Press) Israele ha cercato di smorzare il tono della sua risposta alle recenti dichiarazioni del cardinale Pietro Parolin sulla guerra a Gaza.

Il Segretario di Stato vaticano aveva detto, uscendo da un incontro con le autorità italiane martedì scorso, che sebbene l’attacco di Hamas del 7 ottobre sia più che condannabile e che Israele abbia tutto il diritto di difendersi, quando si parla di 30.000 morti come risultato delle operazioni, non si può più considerare quella difesa come proporzionata. Il Cardinale aveva anche detto che era necessario che questa “carneficina” cessasse, una parola che suonava ancora più forte sulla bocca del prudente cardinale Parolin.

L’ambasciata israeliana in Vaticano aveva risposto con una dichiarazione in cui affermava di considerare la dichiarazione del cardinale “deplorevole”, termine che in italiano ha lo stesso significato di quello inglese, cioè miserabile, vergognoso, meritevole di riprovazione.

Ora l’ambasciata israeliana ha sostenuto che c’è stato un errore di traduzione, e che dove si diceva “deplorevole” si sarebbe dovuto scrivere “sfortunato”, perché l’originale inglese diceva “It is a regrettable declaration”. Ovviamente, qualcosa di spiacevole è meno grave di qualcosa di deplorevole.

Ma al di là delle considerazioni semantiche o linguistiche, si percepisce la volontà israeliana di rendere meno conflittuale il confronto con il Vaticano su questo tema.

Questa impressione è confermata dall’intervista che l’ambasciatore Schutz ha rilasciato ieri a Libero Quotidiano, in cui usa un linguaggio misurato e sottolinea i punti positivi del rapporto con il Vaticano, come l’insistenza sulla liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas e le dichiarazioni contro l’antisemitismo, pur affermando che c’è una “mancanza di empatia” con quanto sta accadendo in Israele a partire dal 7 ottobre.

In ogni caso, le dichiarazioni del cardinale Parolin di martedì hanno in qualche modo galvanizzato la sensazione di molti che Israele abbia superato un certo limite, e in qualche modo indicano che l’orologio sta tornando indietro, nel senso che lo Stato ebraico vedrà diminuire il sostegno che oggi riceve dall’Occidente per la sua operazione a Gaza, sostegno che è essenziale, tanto più che lo stesso ambasciatore ha detto a Libero Quotidiano che la guerra non è solo contro Hamas, ma “su almeno quattro fronti: Gaza, Libano, Yemen e Siria”, tutti sotto l’egida dell’Iran. (SCM)

 

lascia il tuo commento

Notizie correlate