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Candeggina nelle ampolle per la consacrazione: tentano di avvelenare il parroco

Tentano di avvelenare il parroco della chiesa di San Nicola di Pannaconi,  critico della mafia, mescolando candeggina nelle ampolle per la messa.

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Foto: Don Felice Palamara/ Facebook

Redazione (27/02/2024 10:05, Gaudium Press) Il tentativo di avvelenamento è avvenuto durante la messa serale di sabato 24 febbraio nella chiesa di San Nicola di Pannaconi, frazione di Cessaniti, in provincia di Vibo Valentia, in Calabria.

Prima della celebrazione eucaristica, qualcuno ha aggiunto della candeggina nelle ampolle con l’acqua e il vino da usare per la consacrazione. Dopo la consacrazione, quando padre Felice Palamara ha avvicinato il calice alla bocca, ha sentito uno strano odore che lo ha indotto a smettere di bere e ha cominciato a sentirsi male. Il parroco ha quindi interrotto la messa, ha detto ai fedeli che non si sentiva bene e ha chiamato i carabinieri. Le analisi hanno poi confermato la presenza di candeggina nelle ampolle.

La polizia sta indagando sull’accaduto e sta esaminando le immagini delle telecamere della zona per cercare di identificare i responsabili del tentativo di avvelenamento.

Non è la prima volta che don Palamara riceve minacce, ma ritiene che non siano opera dei suoi parrocchiani, con i quali ha un rapporto di affetto e fiducia da dieci anni.

Il paese in cui vive il sacerdote è attualmente sotto la gestione di un commissario straordinario, poiché il sindaco si è dimesso lo scorso agosto in seguito alla scoperta di possibili influenze mafiose nell’amministrazione comunale.

Negli ultimi mesi, padre Felice Palamara, noto per i suoi atteggiamenti antimafia, è stato oggetto di minacce. Di recente ha ricevuto lettere minatorie e la sua auto parcheggiata vicino alla chiesa è stata incendiata. Il sacerdote, che è anche cardiopatico e soffre di asma, confida nella giustizia. I suoi messaggi, tuttavia, sono sempre caratterizzati dalla fede. “La mia vendetta si chiama amore; il mio scudo, perdono; la mia misericordia, armatura”, ha scritto sui social media.

Anche il vescovo della diocesi di Miletto-Nicotera-Tropea, mons. Attilio Nostro, ha commentato l’accaduto: “Faccio appello ancora una volta alle comunità cristiane perché non si lascino scoraggiare da questo linguaggio di violenza. Non dobbiamo cedere a questa logica, lasciandoci tentare dallo sconforto e dalla rabbia”.

Tutto lascia pensare che il tentativo di avvelenamento sia legato alla criminalità organizzata legata alla mafia.

 

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