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Dalle croci alle luci e poi il trionfo finale

 La Settimana Santa è caratterizzata da un singolare intreccio di tristezza e gioia: soffriamo per la Passione e la Morte di nostro Signore Gesù Cristo, ma poi gioiamo per la sua Risurrezione. 

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Redazione (30/03/2024 17:08, Gaudium Press) Nell’ora più tragica che ci sia stata e che ci sarà nell’intera storia dell’umanità, abbiamo l’esempio grandioso di una persona che è rimasta fedele, che non si è arresa, che non si è indebolita, che non ha tradito, che non si è ritirata e che è rimasta in piedi come una fiaccola di preghiera e di speranza: la Madonna.

Dai racconti evangelici sappiamo che, in un attimo, il sole si oscurò in pieno giorno, la terra tremò, le tombe di alcuni giusti morti sotto l’Antica Legge si aprirono e i loro cadaveri si risvegliarono. Probabilmente cominciarono a camminare per la Città Santa in mezzo all’oscurità, al rimbombo della terra che tremava, sotto il silenzio della natura animale terrorizzata e i gemiti della gente che piangeva. Era, secondo le parole di Bossuet, il Padre Eterno che compiva i riti funebri per il suo Figlio Divino.

Nel frattempo, sulla cima del Calvario, l’orrore e l’abbandono si posavano sulla Croce del Redentore. In un’ondata di dolore, Gesù aveva esclamato il suo Consummatum est! Tutto era finito. L’Agnello era già stato immolato, dissanguato. Non c’era più nulla da offrire dal suo sacrificio. Era morto.

Tutto ciò che rimaneva davanti agli uomini – per usare ancora una volta l’espressione di Bossuet – era un Dio spezzato, rotto, annientato.

In quel momento, il buon ladrone si preparava a lasciare la terra. Il centurione che aveva ferito il costato di Nostro Signore si batteva il petto. Alcune persone raccolte in un angolo del Golgota piangevano.

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Ciononostante, la gioia non aveva abbandonato un’anima! L’anima che più non si convinceva di tutto quell’orribile spettacolo di dolore, l’anima che ripudiava tanta ingiustizia, che più odiava il male, l’anima che più amava il Salvatore morto, era l’anima che più sperava, l’anima che più aveva certezza: la certezza di tutte le certezze!

Pervasa da una fede superiore a qualsiasi fede che esisterà nel mondo fino alla fine dei tempi, era l’anima angelicamente anticonformista della Madonna: Stabat Mater dolorosa, juxta crucem lacrimosa. ” Presso la Croce, dolorosa, stabat! – che in latino non significa solo ” stare lì”, ma significa che lei stava in piedi. Stava eretta, con tutta la forza del suo corpo e della sua anima, con gli occhi inondati di lacrime, ma con il cuore inondato di luce.

In quel momento, la Madonna aveva la certezza che dopo la grande tragedia, dopo l’abbandono generale, sarebbe spuntata l’alba della Resurrezione. Sarebbe sorta l’alba della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana, coronata di gloria dalla Pentecoste.

E dalle croci alle luci, dalle luci alle croci, il mondo avrebbe raggiunto il momento benedetto, da Lei predetto a Fatima: Finalmente il mio Cuore Immacolato trionferà!

 

Plinio Corrêa de Oliveira

Estratto da una conferenza del 16 luglio 1971

 

 

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