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Dona Lucilia, sposa e madre secondo il Cuore di Gesù

 Dietro l’apparenza discreta di madre di famiglia, la vita di Dona Lucilia è stata l’ascesa costante di un’anima forgiata nella solitudine, nel dolore e nella devozione al Sacro Cuore di Gesù

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Redazione (22/04/2024 16:43, Gaudium Press) Lucilia Ribeiro dos Santos nacque il 22 aprile 1876 a Pirassununga, nell’entroterra di San Paolo, e fu battezzata il 29 giugno, con Nostra Signora di Penha come Madrina. Figlia del dottor Antônio Ribeiro dos Santos e di Gabriela Rodrigues dos Santos, discendeva da antichi membri dell’aristocrazia di San Paolo.

Infanzia circondata da innocenza e fede

La sua infanzia fu particolarmente segnata dall’eccellente educazione ricevuta, un misto di valori portoghesi e di splendori della cultura francese, che governava le famiglie tradizionali di San Paolo nel XIX secolo. Nell’educazione di Lucilia, la raffinatezza e le buone maniere si combinavano con una visione ampia e uno spirito di fede, ereditato dalla pratica della religione cattolica in famiglia.

Pirassununga attraeva la giovane Lucilia per la sua tranquillità. Fin da piccola, la sua anima era aperta alla contemplazione e alla preghiera, aiutata dalla tranquillità del suo spirito. La vita lontana dai tumulti formò nel suo spirito un acuto senso di ammirazione, nato dalla continua riflessione e dall’attenzione ai fatti della vita quotidiana.

Con naturalezza Lucilia coinvolgeva le anime e le creature che la circondavano nella visione primordiale dell’innocenza – aspetto che avrebbe mantenuto indenne per tutta la sua lunga vita – e le mitizzava, considerando sempre le qualità di ciascuna. Nella socializzazione, collocava tutti in una chiave di serietà, distinzione e grandezza, un’inclinazione che era molto incoraggiata dalle occasioni in cui la famiglia si recava nella piccola São Paulinho per far visita ai parenti o per partecipare alle riunioni dell’aristocrazia, perché lì trovava modi elevati e buon gusto.

Nel 1893 Lucilia si trasferì definitivamente a São Paulo, all’età di diciassette anni. La famiglia prese casa in un palazzo nel quartiere di Campos Elíseos, nello stile dei caratteristici splendori della Belle Époque.

Amante della natura, della musica e della poesia

I pensieri di Lucilia rimasero concentrati su considerazioni molto alte, come si può facilmente vedere nelle fotografie che si conservano di lei. La sua fisionomia denota la profondità di chi ha compreso la sublimità del dolore e una costante rassegnazione e conformità alla volontà di Dio.

Il suo portamento cerimonioso sbocciava in questa chiave, che avrebbe mantenuto anche nei suoi semplici hobby casalinghi. Lucilia sapeva suonare il pianoforte e il mandolino, oltre a divertirsi a comporre poesie o a trascrivere versi noti, da recitare durante le serate in famiglia.

Anche le escursioni a piedi, le passeggiate a cavallo nella fattoria paterna e la contemplazione delle meraviglie del mare durante i viaggi di famiglia a Santos, erano distrazioni piacevoli che rallegravano la sua giovinezza, alimentando il suo senso del soprannaturale, e che in seguito avrebbe ricordato con nostalgia.

Formazione domestica e grandi sofferenze

Durante le lunghe ore di preghiera in cui si poneva alla presenza di Dio, Lucilia sentiva l’anelito alla vita religiosa. La Provvidenza, tuttavia, la destinò al matrimonio, seguendo il consiglio dei suoi genitori. Il dottor Antônio le suggerì un pretendente proveniente da un’illustre famiglia di Pernambuco: il dottor João Paulo Corrêa de Oliveira, un abile avvocato. La donna acconsentì al desiderio del padre e il 15 giugno 1906 ebbe luogo la cerimonia nuziale.

Lo stato matrimoniale accrebbe lo spirito soprannaturale di Dona Lucilia, mentre difficoltà, delusioni e malattie si abbattevano su di lei nella sua nuova veste di moglie, casalinga e madre. È nella sofferenza, nelle difficoltà economiche, nelle incomprensioni familiari e nell’isolamento causato dalla mancata collaborazione con una società che accoglieva con entusiasmo i terribili cambiamenti che avrebbero caratterizzato il XX secolo, che ella raggiungerà l’apice di sé stessa.

Per resistere agli inviti del mondo, la sua vita di pietà divenne molto feconda, alimentata da una particolare devozione al Sacro Cuore di Gesù, da cui attingeva il vero torrente di bontà che avrebbe segnato indelebilmente il suo rapporto con il prossimo. Nel corso degli anni, si avvicinò così tanto al suo “Buon Gesù” che chiunque la avvicinava aveva l’impressione di essere avvolto da una speciale benedizione, senza dubbio frutto della grazia divina introdotta nell’anima dei battezzati.

Sublime spirito materno

La Provvidenza benedisse la coppia con due figli, Rosenda e Plinio, sui quali si riversò la bontà di cuore di Dona Lucilia. La maternità fece emergere uno degli aspetti più sublimi della sua anima, permettendole di portare la dedizione, l’amicizia e la comprensione a livelli inimmaginabili. Un esempio eroico di ciò fu il fatto che preferì con determinazione la vita del figlio Plinio alla propria, dopo aver capito che avrebbe corso grandi rischi durante la gravidanza…

I vincoli del suo affetto, sommati alla sua traboccante pazienza e alle sue ferme convinzioni, sarebbero sempre stati molto cari a coloro che le si avvicinavano. Irreprensibile sotto questo aspetto, la signora Lucilia sarà anche conosciuta in famiglia come una cattolica convinta, inflessibile in materia di costumi, un’eccellente educatrice ai principi cristiani, con i quali sapeva formare i suoi figli e aiutare i suoi nipoti e parenti.

 

BIOG Dona Lucilia

Un’eredità lasciata quando varcò la soglia dell’eternità

Dona Lucilia visse fino alla vigilia del suo novantaduesimo compleanno, consegnando la sua anima a Dio il 21 aprile 1968. Fu un onore e una vera croce per lei perseverare indenne nei suoi principi in mezzo a un mondo in profonda crisi, che la portò a trascorrere gli ultimi anni della sua vita in un isolamento quasi totale, mitigato solo dalla sollecitudine filiale del dottor Plinio.

L’aver asceso la scala della perfezione fino a raggiungere la piena unione con il Sacro Cuore di Gesù, sublimandosi nella sua vocazione materna attraverso una costante elevazione dello spirito, sembra essere il segreto della sua anima. Ed è da questo punto di vista elevato che possiamo vedere, senza superficialità, la grandezza della sua figura. Le qualità naturali del suo animo nobile, di natura esemplare e affettuosa, aggiunte alle virtù soprannaturali da lei praticate, rendono la sua storia immortale, soprattutto per coloro che hanno già assaporato la dolcezza della sua protezione.

Infatti, che Dona Lucilia continui la sua squisita missione materna dall’eternità è una costante affermazione di coloro che si considerano suoi figli spirituali. E ognuno di loro è la sua eredità più preziosa per il mondo.

Testo tratto dalla rivista Araldi del Vangelo n. 268, aprile 2024. Di Sr Michelle Viccola, EP

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