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Santa Teresa d’Avila ci aiuta a non avere paura e a non essere ansiosi

Redazione (Giovedì, 19-09-2019, Gaudium Press) La mistica Teresa d’Avila o meglio Teresa di Gesù, è stata una religiosa maestra di obbedienza e di fiducia dell’amore del Padre Celeste. Lei che amava tanto il suo Gesù, tra i vari scritti, aveva composto una poesia oggi diventata una preghiera che aiuta l’anima a non avere paura e ansia ma ad affidarsi al Figlio di Dio.

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D’altronde è quello che desidera Gesù per ognuno di noi, nel Vangelo il Maestro ci ricorda questo: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (Matteo 11, 29-30).

E’ quello che in qualche modo Santa Teresa in tutta la sua vita ha fatto ed ha cercato di trasmetterlo alle anime che si accostavano a lei per un consiglio spirituale.

In realtà questo scritto di Teresa d’Avila è una poesia ma da secoli ormai, viene utilizzata come preghiera che ristora e rasserena l’anima:

Nulla ti turbi,
nulla ti spaventi.
Tutto passa,
solo Dio non cambia.
La pazienza ottiene tutto.
Chi ha Dio non manca di nulla:
solo Dio basta!

Breve biografia di Santa Teresa d’Avila

Teresa è fuggita di casa da giovane ed è entrata nel Carmelo all’età di venti anni, all’età di 39 anni avviene la sua conversione, divenuta così una delle più importanti figure della Riforma Cattolica grazie alla sua attività di scrittrice e fondatrice delle monache e dei frati Carmelitani Scalzi.

Morì ad Alba de Tormes nel 1582 durante uno dei suoi viaggi.

Fu autrice di diversi testi nei quali presenta la sua dottrina mistico-spirituale e i fondamenti e le origini del suo ideale di Riforma dell’Ordine carmelitano. La sua opera maggiormente celebre è Il castello interiore, itinerario dell’anima alla ricerca di Dio attraverso sette particolari passaggi di elevazione, affiancata dal “Cammino di perfezione”, e dalle “Fondazioni” nonché da molte massime, poesie e preghiere, alcune delle quali particolarmente celebri.

Proclamata beata nel 1614 e poi santa da papa Gregorio XV nel 1622, fu catalogata tra i dottori della Chiesa nel 1970 da Paolo VI, insieme a Caterina da Siena.

Tra le sue frasi più celebri pubblicate nell’opera “Il castello interiore” ricordiamo in particolare: È tanta l’importanza dell’amore vicendevole che non dovreste mai dimenticarvene. L’andare osservando certe piccolezze – che alle volte non sono neppure imperfezioni, ma che la nostra ignoranza ci fa vedere assai gravi – nuoce alla pace dell’anima e inquieta le sorelle. Sarebbe una perfezione che costa assai caro! (Rita Sberna)

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