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Il dipinto dell’Immacolata realizzato dall’artista Massimiliano Ferragina

Quando la pittura diventa un emozione anche biblica. Il talento artistico di un grande pittore.

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Presso la chiesa romana di Santa Maria Maddalena, si trova un bellissimo dipinto raffigurante l’Immacolata Concezione, dogma di fede che noi cattolici festeggiamo l’8 dicembre, il giorno in cui si ricorda la Vergine Maria generata senza traccia di peccato originale.

A rendere questo giorno ancora più speciale è questo dipinto realizzato dall’artista di origini calabresi, Massimiliano Ferragina, nato il 17 settembre 1977 a Catanzaro anche se si trasferisce a Roma da giovanissimo e si laurea presso l’Università Gregoriana in filosofia e teologia.

Esordisce in Italia nel gennaio 2012, con il premio Open Art, presso le sale del Bramante a piazza del Popolo (RM).

Le sue opere artistiche racchiudono in se sempre un messaggio profondo e sensibile all’anima e alla spiritualità di ognuno.

Per saperne di più sulle sue opere e mostre potete visitare il sito www.ferraginart.onweb.it/it

 

indexCome nasce questo dipinto sull’Immacolata Concezione?

Il dipinto nasce da un desiderio personale, quello di sviluppare in pittura, rendere in un certo modo “visibile, se così posso dire, la bellezza del dogma dell’Immacolata Concezione. Una verità di fede così importante per il credente perché da essa dipende tutta la storia della redenzione, ma aggiungerei anche per chi non crede, accostarsi a questo mistero affascina, conduce verso una bellezza incomprensibile, inafferrabile, quindi da contemplare. Il mio dipinto nasce da questa necessità, riportare la riflessione sul contenuto per non perderne la bellezza teologica, culturale, antropologica.

Sei personalmente devoto alla Vergine Maria?

Moltissimo. Sono del sud, sin da bambino la devozione mariana l’ho respirata a pieni polmoni nella mia famiglia, la nonna che ti porta a “salutare la madonnina” è un ricordo troppo prezioso…poi da adulto ho voluto approfondire la conoscenza storica di questa figura, di Maria di Nazareth, ed è con gli studi di mariologia che l’amore è sbocciato. Maria nella mia vita rappresenta un punto di riferimento sia nei momenti difficili che in quelli gioiosi. La sua figura di donna ebrea coraggiosissima e di madre che ha sofferto una morte cruenta del proprio figlio senza perdere la speranza mai, di credente che si è affidata a Dio che l’ha resa beata la eleva nella mia fede personale oltre ogni misura.

Qual è il dipinto che più ti rappresenta?

Non saprei dire quale dipinto più mi rappresenta. Davvero. Ho dipinto molto in questi venti anni di attività pubblica, ma nessun dipinto è riuscito ancora a soddisfarmi pienamente. Ho realizzato innumerevoli progetti, dal mio punto di vista però nulla ancora è riuscito a farmi dire: eccomi, sono io, nella totalità. Manca sempre qualcosa. E questo credo si un bene. Quando avrò trovato il dipinto che mi rappresenta smetterò di dipingere, forse.  Posso però certamente dire che “l’uso del colore”, e specialmente dei colori primari, mi identifica molto come artista. Ma non pienamente. Il mio destino è l’eterna ricerca …o forse no…

 

Ci spieghi che cos’è la pittura emozionale biblica?

La pittura emozionale biblica è un linguaggio innanzitutto. Un linguaggio artistico. Riuscire a “dire”, in questo senso linguaggio, attraverso il gesto pittorico, varie tecniche, e l’uso dei colori primari, le emozioni dei personaggi biblici. Ho ideato questo percorso di conoscenza delle emozioni dei protagonisti dei racconti biblici attraverso l’uso simbolico dei colori (da me decifrati in una specifica tavolozza) dove il rosso, il giallo ed il blu, racchiudono una vasta gamma di riferimenti nella sfera emozionale. La pittura, e l’uso delle sue tecniche, permette di trasferire su tela le emozioni di tutti normalmente, se questo si fa individuando le emozioni di coloro che sono gli attori principali dei testi biblici, allora la pittura emozionale diventa pittura emozionale biblica. Conduco workshop di pittura emozionale biblica in Italia da dieci anni, da quando l’ho ideata, nelle parrocchie, nelle associazioni, nel mio studio, il riscontro è stato sempre edificante, si riscopre la bellezza vitale delle Scritture, e soprattutto si fa introspezione, meditazione. La cosa bella veramente di tutto ciò è che a fine percorso ciascuno dei partecipanti si porta a casa la sua tela, la sua meditazione che è diventata “visibile”.

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