Astenersi dalla carne il venerdì di Quaresima
Redazione (Martedì, 19-02-2019, Gaudium Press) Come ogni anno quando arriva la Quaresima, arriva anche il periodo di astinenza dalla carne soprattutto il venerdì, fino alla fine dei 40 giorni quaresimali.
Una rinuncia, un’astinenza che tutti i cattolici praticano solo che a coprire l’assenza di carne spesso, è proprio il pesce.
Intanto bisognerebbe capirne il motivo, cioè perché la carne non va mangiata in Quaresima? A questa domanda ha già risposto la Chiesa tramite La Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) che offre una breve spiegazione:
Da tempo immemorabile, i cattolici hanno riservato al venerdì un’osservanza penitenziale speciale mediante la quale soffrono volentieri con Cristo per poter essere un giorno glorificati con Lui. È questo il fulcro della tradizione dell’astinenza dalla carne il venerdì.
Da ciò che i Vescovi dicono, non mangiare carne il venerdì significherebbe per noi cattolici soffrire insieme a Cristo che si è fatto carne da immolare per ognuno di noi, la carne di Cristo è stata inchiodata per la salvezza dell’umanità e proprio sulla base di questo grande gesto di amore, i cattolici hanno deciso che il venerdì (giorno in cui Gesù è morto in Croce) diventa un giorno santo nel periodo dedicato alla quaresima.
Un’altra domanda che è stata posta alla Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) è la seguente: Perché il pesce non viene considerato carne?
Anche a questa domanda i Vescovi hanno risposto affermando: Le leggi sull’astinenza considerano che la carne derivi solo da animali come polli, mucche, pecore o maiali – tutti animali che vivono sulla terra. Anche gli uccelli vengono considerati carne. I pesci sono una categoria di animali diversa. I pesci di acqua dolce e salata, gli anfibi, i rettili (animali a sangue freddo) e i molluschi sono permessi.
Svelato anche il mistero del pesce! In realtà però, ci sarebbe anche una terza domanda da porre: A che serve non mangiare carne se poi divori tuo fratello?
A questa domanda troviamo la risposta in uno “stralcio” di una riflessione di San Giovanni Crisostomo: l valore del digiuno consiste non solo nell’evitare certi cibi, ma anche nel rinunciare a tutti gli atteggiamenti, i pensieri e i desideri peccaminosi. Chi limita il digiuno semplicemente al cibo sta minimizzando il grande valore che possiede il digiuno. Se digiuni, le tue azioni devono provarlo!
Se vedi un fratello in stato di necessità, abbi compassione di lui. Se vedi un fratello che ottiene un riconoscimento, non provare invidia. Perché il digiuno sia vero non può esserlo solo a parole, ma si deve digiunare con gli occhi, con le orecchie, con i piedi, con le mani e con tutto il corpo, con tutto ciò che è interiore ed esteriore.
Digiuni dal cibo ma ti permetti di ascoltare cose vane e mondane. Devi digiunare anche con le orecchie. Devi digiunare dall’ascoltare alcune cose che si dicono dei tuoi fratelli, menzogne sugli altri, soprattutto pettegolezzi, voci o parole fredde e dannose.
Oltre a digiunare con la bocca, devi digiunare dal dire qualsiasi cosa che possa fare male all’altro, perché a cosa ti serve non mangiare carne se divori tuo fratello? (Rita Sberna)
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