Perché confessarsi spesso?
Redazione (Sabato, 09-03-2019, Gaudium Press) La confessione o sacramento della riconciliazione, dà la possibilità al fedele di chiedere perdono a Dio per i propri peccati e di ritornare a Lui con l’anima riconciliata e in pace.
I santi nella loro vita erano spesso in confessionale, chiedevano perdono a Dio anche per le piccole cose; addirittura alcuni santi si confessavano una volta al giorno o una volta alla settimana. A noi la Chiesa ci ricorda di confessarci bene soprattutto per essere in grazia di Dio d’innanzi alle ricorrenze più importanti come la Nascita e la Resurrezione di Gesù.
Chi fa un cammino di fede assiduo e costante, sente proprio il bisogno di riconciliarsi con Dio almeno una volta ogni quindici giorni. La confessione è un vero tocca sana per il corpo e lo spirito. Mi piace fare l’esempio della lavatrice: quando i panni sono sporchi vanno lavati per essere poi profumati e riutilizzati. La nostra anima ha bisogno di questa lavatrice per essere profumata della grazia di Dio.
Giovanni Paolo II durante i suoi ultimi anni di Pontificato, parlava spesso della confessione, includendo questa supplica in un urgente motu proprio sulla confessione e in un’enciclica sull’Eucaristia.
Il pontefice ha definito la crisi nella Chiesa la crisi della confessione, e ha scritto ai sacerdoti:
“Sento il desiderio di invitarvi caldamente, come ho già fatto lo scorso anno, a riscoprire personalmente e a far riscoprire la bellezza del sacramento della Riconciliazione”.
Allora quali sono le ragioni che spingono l’anima a confessarsi?
La risposta è semplice: il peccato!
Con il peccato l’uomo diventa un bugiardo, e abitudinariamente pecca senza più accorgersene. Il Catechismo della Chiesa Cattolica sottolinea quest’aspetto: “il peccato provoca un’inclinazione al peccato”.
La confessione inoltre, aiuta a conoscere noi stessi. A volte, abbiamo un concetto di noi stessi, superiore alle nostre aspettative invece il sacramento della riconciliazione ci aiuta a riconoscere i nostri fallimenti, le nostre miserie e debolezze e ad attingere la forza di riparare per mezzo del perdono di Gesù.
E’ importante soprattutto confessare i peccati mortali ovvero quelli che possono condurre l’anima alla dannazione eterna.
Quali sono i peccati mortali?
Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: È peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso”.
E’ molto importante che ad accostarsi al confessionale siano anche i bambini.
I bambini hanno bisogno di sfogarsi e di confidare le loro paure ad un adulto (in quel caso il sacerdote nelle vesti di Gesù) li può consigliare ed istruire per mezzo di consigli spirituali che aiutano il bambino a vivere la propria condizione in grazia di Dio, evitando loro di tenere tutto dentro, per paura o vergogna di parlare con i propri genitori.
La confessione è il refrigerio dell’anima. Senza di essa l’anima non potrebbe far pace con Dio, con se stessa e con i fratelli. (Rita Sberna)
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