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Quando la Madonna disse a San Gabriele dell’Addolorata "Tu non sei fatto per il mondo. Segui la tua vocazione"

Redazione (Mercoledì, 05-06-2019, Gaudium Press) San Gabriele dell’Addolorata è stato un passionista e per venerarlo i devoti si recano presso il Santuario di San Gabriele all’Isola del Gran Sasso (Teramo) in Abbruzzo dove concluse la sua vita terrena.

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Francesco Possenti ovvero San Gabriele dell’Addolorata è un giovane top! E’ morto a soli 24 anni, ed è un ragazzo che proveniva da una famiglia nobile di Possenti, era undicesimo di tredici figli, nato l’1 marzo 1938 ad Assisi e morì il 27 febbraio nel 1862.

E’ entrato nella congregazione dei passionisti all’età di 18 anni.

Lui era concittadino di Francesco e Chiara di Assisi. Francesco conobbe la sofferenza molto presto perché all’età di quattro anni perse la mamma.

San Gabriele fu battezzato alla stessa fonte in cui venne battezzato San Francesco, e la devozione alla Madonna è nata in lui, tramite le sofferenze che ha vissuto sia per la morte della sua mamma che anche per la morte di sua sorella a cui era molto legato.

La sofferenza lo ha segnato sin dall’infanzia, per cui quando divenne passionista cambiando il nome da Francesco a Gabriele come secondo nome ha messo “dell’Addolorata” proprio per indicare la sua devozione alla Madonna. Lui diceva sempre “Il mio paradiso è meditare i dolori della Madonna”.

Il 22 agosto 1856 quando a Spoleto si celebrava la processione dell’ultimo giorno dell’ottava dell’Assunzione, successe qualcosa di speciale a San Gabriele che lo fece realmente convertire, Francesco era presente, era inginocchiato tra la folla e attendeva il passaggio della Madonna. La Madre arrivò, e sembrava cercare tra la folla qualcuno. Pare di averlo trovato. Appena toccato da quello sguardo, scaturì dal profondo del suo cuore un fuoco che divampò dolcissimo e inestinguibile. Fu in quel momento che sentì distintamente una voce che lo chiamava per nome e gli diceva: «Francesco che stai a fare nel mondo? Tu non sei fatto per il mondo. Segui la tua vocazione». Lì ebbe una reale conversione.

Nel 1859 Gabriele e i suoi compagni si trasferirono all’Isola del Gran Sasso in Abbruzzo. Lì, morirà prestissimo a 24 anni a causa della tubercolosi polmonare.

Prima di morire, fece una richiesta particolare al suo confessore ovvero quella di distruggere il diario dove segnava le grazie ricevute dalla Madonna per paura che il diavolo lo tentasse nella vana gloria, fece questo per obbedire alla sua guida spirituale anche se poi si pentì di questa scelta, ma comunque sia vi sono tutt’oggi le lettere di San Gabriele.

La cosa più bella di San Gabriele che possiamo raccontare è quella di essere stato capace di vivere felice dentro ad un convento. (Rita Sberna)

 

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