27 novembre: Oggi è la Festa liturgica della Medaglia Miracolosa
Roma (Martedì, 27-11-2018, Gaudium Press) La Beata Vergine Maria della Medaglia Miracolosa dal 1894 (anno in cui Papà Leone XIII istituì la festa liturgica) si festeggia il 27 novembre, data in cui Santa Caterina Labouré ricevette dalla Santissima Vergine il messaggio sulla Medaglia Miracolosa. Era l’anno 1830. Fu questa umile sorella di carità lo strumento scelto da Dio per spingere in tutto il mondo la devozione a Maria, per mezzo di questa medaglia che, infatti, rende giustizia al nome di “miracolosa”.
La festa della medaglia miracolosa, insieme alla festa della Madonna di Lourdes, è strettamente collegata alla festa dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima; l’una è intesa a prepararla e l’altra a confermarla. Vediamo come sono andate le cose.
Caterina Labouré, nata il 2 maggio 1806 a Fain-les-Moutiers in Francia, da contadini benestanti, a 8 anni, essendo morta la madre, dovette assumersi il governo della casa perché la sorella maggiore si era fatta suora. Da giovane rifiutò varie proposte di matrimonio, decisa ad abbracciare la vita religiosa nonostante l’opposizione del padre, che la mandò a Parigi presso il fratello che gestiva una trattoria, poi da una cognata a Châtillon-sur-Seine.
Trasferitasi in un ospizio diretto dalle Figlie della Carità (fondate da san Vincenzo de’ Paoli), dopo alcuni mesi ottenne via libera dal padre e il 21 aprile 1830 entrò nel seminario di Rue du Bac, a Parigi. Durante il noviziato ebbe frequenti visioni del Signore e della Vergine. La notte del 18 luglio di quello stesso anno un bambino la destò dal sonno e la invitò a scendere nella cappella, dove la Madonna le preannunciò una “missione” per la quale avrebbe avuto molto da soffrire.
Il 27 novembre, apparendole con un globo sotto i piedi mentre dalle sue dita partivano dei raggi in tutte le direzioni, le mostrò il disegno di una medaglia, invitandola a promuoverne la diffusione tra i fedeli che, portandola al collo, avrebbero ricevuto grandi grazie, e le dettò le parole da incidervi: «O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi».
Suor Caterina era in chiesa e stava meditando quando le apparve la Vergine vestita di bianco. Caterina descrive così la Madonna: “Mi sembrò di sentire, dalla galleria, un rumore simile ad un fruscio di un vestito di seta. Avendo guardato da quella parte, vidi la Vergine Santissima all’altezza del quadro di San Giuseppe. Di statura media, il suo viso era così bello che mi sarebbe impossibile raccontare la sua bellezza. La Vergine Santissima era in piedi, vestiva un abito in seta bianco-aurora, fatto secondo il modello che si chiama ‘a la Vierge’, maniche liscie, con un velo bianco che Le copriva la testa e scendeva ai lati fino in basso. Sotto il velo, vidi i capelli divisi a metà, e sopra di essi un pizzo circa tre centimetri di altezza, senza arricciature, ossia, posato leggermente sui capelli. Il viso abbastanza scoperto, i piedi posati su una mezza sfera. Nelle mani, poggiate all’altezza dello stomaco in un modo molto naturale, Ella portava una sfera in oro che rappresentava il globo terrestre. I suoi occhi erano rivolti verso il Cielo… Il suo viso era di un incomparabile bellezza. Io non saprei descriverlo…
Improvvisamente, vidi nelle sue dita anelli coperti di bellissime pietre preziose, ciascuna piú bella dell’altra, alcune maggiori, altre minori, che lanciavano raggi da tutti i lati, uno più stupendo dall’altro. Dalle pietre maggiori partivano i più magnifici fulgori, allargandosi nella misura in cui scendevano, il che riempiva tutta la parte inferiore del luogo. Io non vedevo i piedi di Nostra Signora.
In questo momento, mentre contemplavo la Vergine Santissima, Ella abbassò gli occhi, guardandomi. E una voce si fece sentire nel fondo del mio cuore, dicendo queste parole:
– La sfera che vedi rappresenta il mondo intero, specialmente la Francia… e ogni persona in particolare….
Non so esprimere ciò che sentii e ciò che vidi in quell’instante: lo splendore e lo scintillio di raggi così meravigliosi…
– Questi (raggi) sono il simbolo delle grazie che Io verso sulle persone che più le chiedono – aggiunse Nostra Signora, facendomi capire quanto gradevole sia pregare a Lei, quanto Ella sia generosa verso i Suoi devoti, quante grazie concede alle persone che Gliele chiedono, e quale allegria provi nel porterle concedere.
– Gli anelli dai quali non partono raggi (avrebbe detto dopo la Vergine Santissima), simboleggiano le grazie che si dimenticano di chiedermi.
In quel momento si formò un quadro intorno a Nostra Signora, un poco ovale, in cima al quale vi erano le seguenti parole: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”scritte in lettere d’oro. Una voce si fece sentire allora, dicendomi:
– Fate coniare una medaglia secondo questo modello. Tutti coloro che la porteranno, portandola al cuore, riceveranno grandi grazie. Queste saranno abbondanti per coloro che la porteranno con fiducia…”
Quindi il quadro si volta e Caterina vede, nella parte posteriore, la lettera M sormontata da una piccola croce, e sotto i Sacri Cuori di Gesù e Maria. Caterina non parla delle dodici stelle che attorniano gli altri simboli: esse fanno riferimento al libro dell’Apocalisse. Caterina però approva la Medaglia coniata così e diffusa in modo meraviglioso. Nel 1832 sono pronti i primi 1.500 esemplari, negli anni 1834-’35 se ne diffondono 2.400.000, e nei primi dieci anni 1832-’42 ben 100 milioni. Ben presto la Medaglia varca i confini della Francia e si diffonde in tutto il mondo con il nome di Medaglia Miracolosa.
I prodigi della misericordia divina, operati attraverso la Medaglia, corsero di bocca in bocca e in pochi anni si diffondeva già per il mondo intero la notizia che Nostra Signora aveva indicato personalmente ad una suora, Figlia della Carità, il modello di una medaglia che meritò immediatamente il nome di “Miracolosa”, poiché immensi e copiosi erano i favori celestiali raggiunti da coloro che la usavano con fiducia, secondo la promessa della Vergine Santissima.
Nessuno, però, causò tanto stupore e ammirazione come quello segnalato dalla stampa nel 1842: un giovane banchiere, imparentato con la ricchissima famiglia Rotschild, ebreo di razza e di religione, andando a Roma con sguardo critico riguardo la Fede Cattolica, si convertì subitamente nella Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte. La Vergine Santissima, era apparsa con le stesse sembianze di quelle riportate sulla Medaglia Miracolosa. “Ella non mi disse niente, ma io capii tutto”, dichiarò Alfonso Tobia Ratisbonne, che subito ruppe un promettente fidanzamento e diventò, nello stesso anno, novizio gesuita. Più tardi fu ordinato sacerdote e prestò rilevanti servizi alla Santa Chiesa, sotto il nome di Padre Alfonso Maria Ratisbonne.
Quattro giorni prima della sua felice conversione, il giovane israelita aveva accettato, per bravata, l’imposizione del suo amico, il Barone di Bussière: gli aveva promesso di pregare tutto il giorno una “Ricordati piissima Vergine” (conosciuta preghiera composta da San Bernardo) e portare al collo una Medaglia Miracolosa. Ed egli la portava con sé quando Nostra Signora gli apparve…
Questa spettacolare conversione commosse tutta l’aristocrazia europea ed ebbe ripercussione mondiale, rendendo ancora più conosciuta, ricercata e venerata la Medaglia Miracolosa. Tuttavia, nessuno, né la Superiora di rue du Bac e nemmeno il Papa, sapevano chi era la religiosa scelta da Nostra Signora come canale di tante grazie. Nessuno… tranne Padre Aladel, che lasciava tutto nell’anonimato. Per umiltà, Santa Caterina Labouré mantenne durante tutta la sua vita un’assoluta discrezione, senza mai lasciar trapelare il celeste privilegio con cui fu contemplata.
Per Lei importava soltanto la diffusione della medaglia: era la sua missione… ed era compiuta.
Santa Caterina morì dolcemente il 31 dicembre del 1876, fu seppellita tre giorni dopo in una tomba scavata nella cappella di rue du Bac. Passati quasi sei decenni, il 21 marzo 1933, il suo corpo esumato apparve incorrotto alla visione degli assistenti. Un medico sollevò le palpebre della santa e retrocedette, reprimendo a fatica un grido di spavento: i magnifici occhi azzuri che avevano contemplato la Vergine Santissima, sembravano ancora, dopo 56 anni dalla sua morte, palpitanti di vita.
La Chiesa elevò Santa Caterina Labouré agli onori degli altari il 27 luglio 1947. Ai tesori di grazie e misericordie sparse dalla Medaglia Miracolosa in tutto il mondo, si sarebbero aggiunti d’ora in poi le benevolenze e i favori ottenuti dall’intercessione di colei che era vissuta nell’ombra, nascosta con Gesù e Maria.
Oggi, qualsiasi fedele può venerare il corpo incorrotto della santa, esposto nella Casa delle Figlie di Carità, a Parigi. In quel luogo, anticamente, nelle ore di preghiera e raccoglimento, il dondolare delle bianche cuffie delle religiose inginocchiate nelle file davanti all’altare, ricordava un disciplinato volo di colombi bianchi….
Informazioni tratte da: Rivista Araldi del Vangelo.
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