“A chi posso paragonare questa generazione?”
Venerdì della II settimana di Avvento
11 dicembre, San Damaso I papa
Mt 11, 16-19
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
COMMENTO
Giovanni e Gesù sono i paradigmi della predicazione. Anche oggi la santa Chiesa ci propone tempi di penitenza e di esultanza. Come li viviamo? O siamo simili ai bambini capricciosi descritti dal Signore nel brano odierno?
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Ci troviamo nell’Avvento. L’attesa della nascita del Messia-Dio riempie i cuori di gioia. Nella liturgia si respira una brezza profumata di sublime odore che fa presagire le allegrie candide e ineffabili del Natale. Anche se, purtroppo, la società diventa piano piano grigia e smorta, si può dire, comunque, che alcuni timidi resti di cristianità brillano ancora.
La Santa Chiesa, appunto, in questo periodo “ci suona il flauto”. Le letture, le orazioni, il colore viola dei paramenti, le candele della corona di Avvento, i canti, il presepio che si prepara… sono simboli, gesti, atteggiamenti che ci parlano della vera e unica letizia che consiste nell’avere Nostro Signore in mezzo a noi!
Ma la gente, oggi, “balla” al sentire il suono di questo flauto? Ogni anno di meno… Il Natale moderno è “decaffeinato”, un surrogato laicista del vero Natale. Le luci e i colori adornano più i negozi che le case di famiglia. Si è trasformata una festa essenzialmente religiosa in un periodo di consumo, di scambio di regali, ma non di convivenza attorno al presepe, di dolci melodie, di manifestazioni di riconoscenza per il dono enorme e immenso del Verbo di Dio che è venuto ad abitare in mezzo a noi!
Qualcosa di simile possiamo pensare per la Quaresima. Durante quel periodo di penitenza e conversione, la Chiesa ci canta dei lamenti e, chi è che si batte il petto con sincerità?
“Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie”. Anche la Santa Chiesa nelle sue autentiche espressioni di pietà e di culto è ancora riconoscibile per le opere che compie! Fatta a immagine e somiglianza del suo Sposo Divino, Ella ci manifesta la sapienza di Dio che da una parte esorta il peccatore al pentimento e dall’altra gli invia segnali di gioia e di speranza.
E per coloro che non riconoscono la sapienza della Chiesa? Sappiamo quale fine fece Gerusalemme… Ma, da parte nostra, sforziamoci di vivere questo periodo di speranza e di letizia in famiglia, nel modo il più religioso e giocondo.
La Vergine Maria e San Giuseppe ci accompagnino nel nostro viaggio a Betlemme ispirandoci sentimenti di affetto per quel Bambino che viene per riempire i nostri cuori col suo immenso amore!
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