A Firenze una straordinaria mostra di opere del Beato Angelico.
“In questi tempi ” in cui “il mondo è in crisi e c’è un grande bisogno di bellezza”, Beato Angelico rasserena lo spirito.
Giudizio Universale, Beato Angelico – Foto: Wikipedia
Redazione (10/10/2025 15:47, Gaudium Press) Fino al 25 gennaio 2026, la Fondazione Strozzi e il Museo di San Marco, a Firenze, presentano la straordinaria mostra “ Il Beato Angelico”, con oltre 140 delle sue opere, tra dipinti, disegni, sculture e miniature provenienti da musei, chiese e biblioteche di tutto il mondo.
Il tempo si ferma con il pennello del Beato Angelico, pittore del silenzio e della luce, del divino e dell’umano. Fra Giovanni da Fiesole raggiunse un picco forse ineguagliabile nell’arte sacra. Non è un caso che, nel 1982, per volontà di Giovanni Paolo II, fu proclamato patrono universale degli artisti.
Vedi anche: Beato Giovanni da Fiesole: La santità e l’arte di Beato Angelico
Messaggio di pace
La pace che trasmettono le sue opere è un potente richiamo in questi tempi segnati dalla guerra e dalla violenza. Forse questo spiega anche il clamoroso successo della mostra sul Beato Angelico, a soli dieci giorni dalla sua inaugurazione.
In una sola settimana, il numero di visitatori ha superato i diecimila. Una cifra che Carl Brandon Strehlke, curatore emerito del Philadelphia Museum of Art, studioso del Beato Angelico da trentacinque anni e instancabilmente impegnato in questo ambizioso progetto negli ultimi quattro, commenta con soddisfazione:
“Visitando le sale espositive, rimango stupito da ciò che abbiamo realizzato: quasi centocinquanta opere! Accanto a capolavori famosi, ci sono dipinti che raramente sono stati visti prima, grazie a settanta prestiti eccezionali. Vederli tutti insieme è davvero impressionante. A chi mi chiede cosa mi colpisce di più, rispondo: vedere così tante persone che apprezzano i dipinti del Beato Angelico! È morto quasi seicento anni fa, ma c’è ancora un grande desiderio di contemplare i suoi bellissimi dipinti. Perché? Perché parlano a tutti!».
Sete di bellezza e di infinito
I colori e l’oro con cui il pittore, padre del Rinascimento, narra le storie dei santi, la vita della Vergine e la Passione e Resurrezione di Cristo, arrivano dritti all’anima. C’è qualcosa di ineffabile e anche di profondamente umano nei dipinti esposti fino al 25 gennaio tra Palazzo Strozzi e il Museo di San Marco a Firenze.
“In questo momento il mondo è in crisi e c’è un grande bisogno di bellezza”, continua Strehlke. Il Beato Angelico calma ogni ansia e disseta la sete di infinito insita in ogni cuore umano. “La sua luce è naturale, ma anche sacra e divina. I suoi dipinti invitano alla preghiera e alla meditazione e sono fonte di ispirazione per l’arte contemporanea, anche quella non figurativa”.
Settant’anni di studi e scoperte
L’ultima grande mostra monografica risale al 1955. “Le ricerche tecniche e i restauri effettuati negli ultimi settant’anni hanno ampliato la nostra conoscenza del Beato Angelico, della sua tecnica e delle sue collaborazioni con altri artisti”. Durante questo periodo, “abbiamo anche identificato alcune altre opere e scoperto dettagli che non conoscevamo”.
Il curatore emerito del Philadelphia Museum of Art cita come esempio il restauro della pala d’altare di san Domenico a Fiesole, il convento dove il pittore divenne frate: un intervento che ha rivelato, sotto i successivi interventi pittorici del XVI secolo, la magistrale prospettiva con cui era stato originariamente rappresentato il trono della Vergine.
“Siamo riusciti a ricostruire le grandi pale d’altare che, a partire dal XIX secolo, erano state smembrate e disperse in diverse collezioni in tutto il mondo”, continua Strehlke, citando l’esempio della pala d’altare di San Marco: “Commissionata nel 1438 da Cosimo de’ Medici, è composta da diciotto pezzi. Siamo riusciti a portarne diciassette a Palazzo Strozzi. Riunire tutte queste opere d’arte ed esporle a Firenze è stata una vera impresa!”.
La mostra offre anche l’opportunità di ammirare dipinti mai esposti al pubblico, come il Trittico Francescano, recentemente restaurato dalla Fabbrica della Pietra Dura, o la grande croce intagliata di Pesellino proveniente dalla Cappella Antinori della Chiesa di San Gaetano a Firenze.
Con informazioni tratte da Vatican News.
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