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A San Luigi Gonzaga piaceva il mondo militare e la sua innocenza lo fece divenire soldato di Gesù

Il padre temeva che questa sarebbe stata la strada di Dio per suo figlio. Quando San Luigi gli annunciò che sarebbe stato un gesuita, fece di tutto per distoglierlo dalla sua vocazione.

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Redazione (21/06/2024 16:18, Gaudium Press) Oggi ricordiamo nella Chiesa, insieme ad altri santi, l’angelo della purezza, San Luigi Gonzaga.

Luigi (1568-1591) era il figlio primogenito di Ferdinando, marchese di Castiglione, una sorta di principe sovrano italiano. Fin da bambino cominciò a essere educato alla guerra e il padre lo portò già in tenera età in vari accampamenti. Gli piaceva particolarmente imitare il passo cadenzato dei famosi e temibili “tercios” spagnoli.

Dopo una delle sue sortite militari, una spedizione spagnola contro Tunisi, ripeteva, senza conoscerne il significato, le espressioni volgari dei soldati. Allora il suo precettore – don Francesco del Turco – rimproverò il ragazzo, con serietà, rispetto e sussiego: “Vostro Onore, durante tutto il vostro soggiorno a Casal avete vissuto in campagna. Ma la Vostra Signoria ha riportato parole ed espressioni sconvenienti, che un principe del suo rango non dovrebbe mai permettersi e anzi dovrebbe ignorare, perché sarebbe motivo di grande dolore per sua madre, la principessa, se le cogliesse sulle labbra del figlio”. Egli si rammaricò vivamente della sua colpa. Per capire quale purezza d’animo avesse, disse in seguito che da quel momento iniziò la sua conversione!

Dalla madre, Dona Marta Tana, dama della regina Isabella di Valois, San Luigi aveva tratto la pietà. La marchesa si rallegrò nel vedere come egli assimilasse bene le sue istruzioni materne sulla vita interiore fin dalla più tenera età. Tuttavia, ciò preoccupava il padre, che temeva che tale devozione lo avrebbe distolto dalla carriera delle armi a cui erano destinati i primogeniti.

Alla corte del Granduca di Toscana, alla corte di Mantova

Aveva 9 anni quando fu portato alla corte del Granduca di Toscana a Firenze. In quel periodo acquisì un grande amore per la Vergine grazie alla lettura di un libro sui misteri del rosario e ai pellegrinaggi alla Madonna dell’Annunciazione, venerata in città. A lei offrì il suo voto di verginità. Dio stava costruendo una cattedrale nella sua anima innocente e docile.

Si recò poi alla Corte di Mantova, dove continuò a crescere nella virtù, per poi tornare alla casa paterna, quando iniziò a ricevere grazie di tipo mistico.

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Quando San Carlo Borromeo, visitatore apostolico, si recò a Castiglione nel 1580, ammirò la già profonda conoscenza religiosa del giovane e gli diede per la prima volta la Santa Eucaristia.

Aveva 13 anni quando sentì di essere chiamato alla vita religiosa. Allora non disse nulla ai genitori, ma prese, se possibile, ancora più sul serio la sua vita di preghiera. Questo cominciò a preoccupare il padre, che portò tutta la famiglia a Madrid per distrarlo, e il figlio lo fece collocare come paggio di Filippo II. Tuttavia, la virtù aveva già messo radici nel ragazzo, che rimase saldo in mezzo alla vita di onori e piaceri di corte.

La persecuzione del padre

Ispirato dalla grazia, Luigi decise di entrare nella Compagnia di Gesù.

Quando il padre venne a conoscenza della sua decisione, il giovane Luigi fu sgridato e minacciato di fustigazione. Fece di tutto per dissuaderlo, anche coinvolgendo le alte autorità ecclesiastiche per cercare di dissuaderlo dalla sua vocazione di gesuita, ma senza successo. Ma Luigi non ebbe vita facile. Furono due anni di lotta contro la ferrea volontà paterna, finché un giorno il marchese vide dal buco della serratura che il figlio si stava punendo. Solo allora piegò il ginocchio a una volontà divina più forte della sua.

L’imperatore dovette confermare la pubblica rinuncia di San Luigi ai suoi diritti di primogenito e solo allora entrò nel noviziato dei gesuiti.

Brillante negli studi, gli altri novizi cercavano la sua compagnia per lo splendore delle sue virtù. Ma la sua salute era fragile. Nel 1591 si prese cura delle vittime della peste che stava devastando Roma e presto rimase contagiato anche lui. Furono tre mesi di febbre ardente, dopo i quali Dio lo volle con sé. Aveva 23 anni.

San Roberto Bellarmino, cardinale e suo confessore, disse che San Luigi era stato confermato in grazia, cioè che non aveva commesso alcuna colpa grave. Santa Maddalena de Pazzi dichiarò di aver avuto una visione in cui contemplava “l’immensa gloria di cui godeva in cielo questo figlio di Sant’Ignazio di Loyola”.

Da uno dei suoi appunti, emerge la gigantesca carità di S. Luigi Gonzaga: “Il Dio che mi chiama è Amore, come posso circoscrivere questo amore, quando per questo il mondo intero sarebbe troppo piccolo?”.

Tra le sue ultime conversazioni c’è questa, con il Padre Provinciale della Compagnia:

– Noi marciamo, Padre mio, e marciamo con gioia.

– Dove andiamo, Luigi?

– Verso il cielo…! Se i miei peccati non me lo impediscono, spero di andarci, per la misericordia di Dio.

 

Con informazioni tratte da Arautos.org

 

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