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Angelus: Dio bussa anche oggi alla nostra porta

In occasione della preghiera dell’Angelus, recitata per la seconda volta a Castel Gandolfo, il Papa ha ricordato che l’estate è un tempo per “rallentare” e cogliere l’occasione per incontrare Gesù, imparando così l’arte dell’ospitalità.

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Foto: Vatican news

Redazione (21/07/2025 16:09, Gaudium Press) Sotto un sole cocente, Papa Leone ha recitato, per la seconda volta, la preghiera dell’Angelus in Piazza della Libertà, a Castel Gandolfo, dove sta trascorrendo alcuni giorni di riposo prima di tornare in Vaticano.

Nella sua catechesi, il Sommo Pontefice ha ricordato l’accoglienza di Abramo e Sara e delle sorelle Marta e Maria. «Ogni volta che accettiamo l’invito alla Cena del Signore e partecipiamo alla tavola eucaristica», dice il Papa, «è Dio stesso che viene a servirci». Tuttavia, sottolinea il Papa, «il nostro Dio ha saputo prima diventare ospite e anche oggi sta alla nostra porta e bussa». Leone XIV osserva come sia significativo che, nella lingua italiana, la parola ospite designi sia colui che accoglie sia colui che è accolto.

Uscire da sé stessi

Per accogliere ed essere accolti occorre umiltà, ma anche, continua il Papa, delicatezza, attenzione e apertura. Nel Vangelo Marta rischia di non entrare pienamente nella gioia di questo scambio: preoccupata dai preparativi per accogliere Gesù, rischia di rovinare un momento di incontro indimenticabile. «Marta è una persona generosa, ma Dio la chiama a qualcosa di più bello di questa generosità. La chiama a uscire da se stessa», spiega il Papa.

Aprirsi a qualcosa «che ci toglie da noi stessi e che, allo stesso tempo, ci riempie» è l’unico modo per far «fiorire la nostra vita», afferma Leone XIV.

Il Papa analizza anche l’atteggiamento diverso di Maria, che sembra aver perso la nozione del tempo, conquistata dalla parola di Gesù. «Lei non è meno concreta di sua sorella, né meno generosa. Ma ha colto l’occasione». È per questo, spiega, che Gesù rimprovera Marta, perché è rimasta fuori da un’intimità che avrebbe dato anche a lei tanta gioia.

Leone XIV insiste sul fatto che il periodo estivo può aiutare a “rallentare” e a diventare più simili a Maria che a Marta. “A volte non ci concediamo la parte migliore”, lamenta. Ora, “abbiamo bisogno di riposarci un po’, con il desiderio di imparare meglio l’arte dell’ospitalità”.

Il vero incontro è gratuito

Il Papa mette in guardia contro l’industria delle vacanze che «vuole venderci ogni tipo di esperienza», ma è davvero questo che tutti cercano? Per Leone XIV, «ogni vero incontro è gratuito e non si compra: sia l’incontro con Dio, con gli altri o con la natura. Basta diventare ospiti: dare spazio e anche chiederlo; accogliere e lasciarsi accogliere». Abbiamo tanto da ricevere e non solo da dare, conclude. Come Abramo e Sara, che nonostante l’età avanzata hanno scoperto di essere fecondi quando hanno accolto serenamente il Signore, «anche per noi c’è ancora tanta vita da accogliere».

Il Papa invita i fedeli a pregare la Beata Vergine Maria, Madre dell’accoglienza, che ha ospitato il Signore nel suo seno e, insieme a Giuseppe, gli ha dato una casa: affinché in essa risplenda la nostra vocazione, la vocazione della Chiesa a rimanere una casa aperta a tutti, per continuare ad accogliere il suo Signore, che chiede il permesso di entrare.

Con informazioni da Vatican news

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