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Aumento della violenza contro le chiese negli Stati Uniti: il dolore del Papa e la preoccupazione della nazione

Il rapporto del Family Research Council (FRC) rivela un aumento del 730% degli attentati contro le chiese tra il 2018 e il 2024, da 50 casi nel 2018 a ben 415 nel 2024.

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Foto: Wikipedia/ Chad Davis

Redazione (02/09/2025 16:14, Gaudium Press) Martedì 27 agosto 2025, un brutale attacco ha scosso la coscienza religiosa degli Stati Uniti: un uomo armato ha aperto il fuoco durante la messa celebrata nella Scuola Cattolica dell’Annunciazione, a Minneapolis. Ha sparato più di cento colpi, attraverso le vetrate colorate, uccidendo due bambini di 8 e 10 anni e ferendo altri 17 fedeli, tra cui diversi bambini in gravi condizioni. L’FBI ha classificato il crimine come un atto di terrorismo interno e un crimine d’odio contro i cattolici. L’autore dell’attacco è stato identificato come il transessuale Robin Westman, 23 anni. Nato Robert Westman, ha cambiato il suo nome in Robin Westman nel 2020, con autorizzazione giudiziaria, sulla base di una sua identificazione in donna, e si è suicidato dopo l’attacco.

La voce del Papa: dolore e preghiera

Papa Leone XIV ha espresso profondo dolore per la tragedia. Attraverso un telegramma firmato dal cardinale Pietro Parolin, ha inviato le sue condoglianze a coloro che soffrono, in particolare alle famiglie “che ora piangono la perdita di un figlio”. Il Pontefice ha assicurato la sua preghiera per i feriti, i soccorritori, gli operatori sanitari e i membri del clero, oltre a concedere la sua benedizione apostolica alla comunità locale, chiedendo pace, forza e consolazione nel Signore Gesù. La benedizione apostolica è stata estesa anche alla comunità cattolica della Chiesa dell’Annunciazione come «pegno di pace, forza e consolazione nel Signore Gesù».

Cifre che denunciano un’escalation allarmante

Secondo il reportage di Fábio Galão, della Gazeta do Povo, i casi di violenza contro le chiese negli Stati Uniti sono aumentati vertiginosamente negli ultimi anni. Il rapporto del Family Research Council (FRC) rivela un aumento del 730% degli incidenti tra il 2018 e il 2024, passando da 50 casi nel 2018 all’impressionante numero di 415 nel 2024. Nel 2023 sono stati registrati 485 incidenti, tra cui atti di vandalismo, incendi dolosi, sparatorie e minacce di attentati dinamitardi.

L’escalation della violenza contro le istituzioni religiose si verifica in un contesto di crescente declino istituzionale della fede. Due decenni fa, il 42% degli adulti americani frequentava regolarmente le funzioni religiose; oggi questa percentuale è scesa al 30% secondo A Gazeta do Povo. Questo calo della presenza religiosa e del rispetto simbolico per le chiese potrebbe rendere queste istituzioni più esposte ad attacchi violenti.

Ma cosa differenzia la strage di Minneapolis da altri episodi violenti? La giornalista Madeleine Lacsko sottolinea che questo attacco non è stato orchestrato da organizzazioni strutturate, ma da un individuo solitario e radicalizzato che ha pianificato meticolosamente il crimine, ha acquistato armi legalmente e ha eseguito la strage con freddezza, prendendo di mira vite semplici e innocenti.

“Robin Westman ha lasciato dietro di sé una scia di messaggi inquietanti… non si è trattato di un’esplosione di violenza, ma dell’esecuzione di un piano coltivato per mesi”, riporta la rivista The Free Press.

Questo tipo di terrorismo individuale rompe con i parametri tradizionali, in quanto non dipende da cellule organizzate, ma dalla radicalizzazione che si consolida nei forum e nelle applicazioni digitali, dove idee efferate acquistano forza e trovano eco nella solitudine di individui fragili, trasformando chiese e scuole in simbolici obiettivi di guerra. Fábio Galão sottolinea che, sebbene molte motivazioni siano ancora oscure, viviamo in un momento in cui l’attivismo culturale e simbolico indebolisce il freno sociale che prima impediva gli attacchi contro i simboli religiosi.

Cita come esempio i videoclip musicali che ridicolizzano il cristianesimo, come “J Christ” del rapper Lil Nas X, e le immagini demoniache adottate da artisti come Doja Cat. Quando la fede perde prestigio collettivo, le chiese diventano facili prede per i comportamenti violenti di individui con una salute mentale precaria.

La vera soluzione

Di fronte all’orrore del recente attacco, la risposta istituzionale è stata immediata. Il governatore del Minnesota ha dichiarato solidarietà e ha chiesto preghiere per le vittime; il Presidente Donald Trump ha mobilitato l’FBI e istituito una task force per combattere il pregiudizio anticristiano all’interno del governo federale.

Ma, come sottolinea Madeleine Lacsko, la vera soluzione non sta solo nella legislazione o nella sorveglianza statale. Per affrontare il terrorismo individuale digitalizzato, è necessario dare una risposta culturale che rafforzi le famiglie, le scuole, le comunità e crei reti di sostegno ancorate a valori e discernimento, oltre a educare alla sicurezza, individuare le narrazioni digitali tossiche e rafforzare le basi spirituali.

Niente sintetizza meglio la barbarie che prendere di mira dei bambini in preghiera. Questo atto di violenza non era diretto solo contro una chiesa, ma contro la speranza, l’infanzia, il futuro. È stata una ferita aperta nella comunità cattolica, che ha spinto il Papa ad elevare la sua preghiera e la sua presenza spirituale come forma di lotta contro la paura istituzionalizzata.

Questa crisi combina tre mali: il declino culturale della fede, l’ascesa della radicalizzazione digitale e l’impassibilità di chi osserva, anche se insicuro e scosso. Come afferma Lacsko, “il male non si presenta più solo nei regimi o nei gruppi armati, ma anche nell’individuo radicalizzato che si sente autorizzato a distruggere vite per sentirsi importante”. Questo è il momento di reagire con fermezza spirituale, educazione morale e vigilanza comunitaria, affinché le nostre chiese, i nostri figli e le nostre famiglie trovino rifugio e conforto in un mondo sempre più ostile.

Il dolore del Papa va oltre le preghiere; è un appello affinché gli Stati Uniti si risveglino. E ogni nazione – non solo i cattolici – è chiamata a rispondere. Il presidente Trump sembra determinato a porre fine alla violenza urbana, all’immigrazione clandestina e all’ingresso di droga negli Stati Uniti. Sarebbe bene che includesse nella sua agenda di sicurezza anche la protezione dei cristiani, in particolare dei cattolici. Le tendenze indicano che le parrocchie americane non sono più al sicuro. Questo attacco dovrebbe rappresentare una preoccupazione per gli Stati Uniti nel loro complesso, non solo per le diocesi del Paese.

Di Rafael Tavares

 

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