“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi”
1° novembre Solennità di Tutti i Santi (XXXI Domenica del T. O.)
Mt 5, 1-12a
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
COMMENTO
Il discorso delle beatitudini è come una musica dolcissima che penetra i sensi e lo spirito, pervadendoli di elevazione e di pace. Tuttavia, applicarlo alla vita quotidiana è così arduo!
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Nell’odierna solennità la Santa Madre Chiesa sceglie come brano del Vangelo il discorso delle beatitudini, la carta magna della morale cristiana, lo specchio del Sacratissimo Cuore di Gesù e dell’Immacolato Cuore di Maria, sul quale tutti i santi si sono rispecchiati per strappare i difetti e promuovere le virtù.
Questo passo è sommamente incantevole. Nessun letterato o poeta sarebbe in grado di comporre un pezzo di tale densità ed elevazione, così divino e così umano, talmente soave e penetrante al contempo! Si direbbe che il Verbo di Dio stesso volle lasciarci in esso plasmata la massima espressione di quell’ideale di santità per cui scese in terra affinché diventasse Cielo.
Tuttavia, all’emozione con cui si accompagna la lettura, segue poi l’esigenza di mettere in pratica ognuna delle beatitudini: “beati i poveri in spirito, beati quelli che sono nel pianto, beati i miti, beati quelli che hanno fame e sete, beati i misericordiosi, beati i pure di cuore, beati gli operatori di pace”… Cose belle senz’altro, ma tanto ardue!
Povertà di spirito vuol dire fiducia e abbandono in Dio, generosità, elemosina. Facile a dirsi, difficile a farsi! Così come d’altronde le altre che seguono. Quelli che sono nel pianto, chi sono? Coloro che hanno rinunciato ai piaceri disonesti e si sacrificano mentre gli altri si danno a ogni tipo di gozzoviglie! I miti? Coloro che soffrono l’impertinenza e la prepotenza altrui senza perdere la pace. Quelli che hanno fame e sete di giustizia? Chi cerca la santità invece che la realizzazione mondana a prezzo di perdere fama, posizione sociale, influenza e potere. I puri di cuore? Ecco la legione delle anime disinteressate e che nel fare del bene non cercano se stesse ma Dio e solo a sua gloria vogliono dedicare tempo, vita, risorse. Gli operatori di pace? Non sono di certo i dipendenti dell’ONU, ma coloro che rinunciano all’appetito di vendetta, all’ira, agli insulti, e concedono volentieri il perdono al fratello pentito. E, finalmente? “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno…”
Non è troppo pesante e travagliato seguire a piedi scalzi un cammino talmente pieno di spine? Sì, lo è! Ma solo se non si ha in mente la seconda parte di ognuna delle beatitudini. Ai poveri in spirito promette il possesso del Regno dei Cieli! Non è poco… è tutto! E ancora continua, poiché ai beati che seguono Gesù assicura che saranno consolati da Dio, avranno in eredità la terra, troveranno misericordia, vedranno Dio, saranno chiamati figli di Dio, e, finalmente, “grande sarà la vostra ricompensa nei Cieli”.
Tutto sommato, i vantaggi sono tali che ripetiamo insieme a San Filippo Neri, al termine di queste considerazioni: “preferisco il Paradiso”!
Per questo motivo, i cattolici devono essere sempre – anche in mezzo al pianto, al distacco dei beni, alla persecuzione – gente gioiosa come comanda Gesù: “rallegratevi ed esultate!”. Chiediamo a Maria Vergine, causa della nostra allegria, che le beatitudini di suo Figlio, vissute da Lei con intensità insuperabile, siano la nostra guida, il nostro sopporto, e la nostra letizia!
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