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C’è stata una piccola Pentecoste al conclave? Intervengono i cardinali Vesco, Collins e Lacroix

 I cardinali cercano di spiegare la rapidità del conclave e si mostrano molto commossi per le grazie ricevute.

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Cardinale Vesco – Foto: Screenshot BFMTV

Redazione (14/05/2025 16:23, Gaudium Press) Da diverse fonti piuttosto autorevoli, viene riferito che qualcosa di speciale è accaduto nel conclave, un forte intervento soprannaturale, che ha portato a un rapido consenso sulla candidatura del cardinale Prevost. Diversi cardinali hanno affermato che il conclave si è svolto in un clima di grande serenità, silenzio, spiritualità e spirito di preghiera. Ma ci sono state anche alcune manifestazioni “misteriose”, come il fatto che i voti si siano riversati in massa sul cardinale Prevost al quarto scrutinio, secondo quanto riferito dal cardinale sudcoreano Lazarus You Heung-sik.

Ad esempio, il cardinale Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri, in dichiarazioni a BFMTV, riportate il 10 maggio, afferma di aver conosciuto il cardinale Prevost durante le Congregazioni Generali, dove ha avuto «l’occasione di scoprire quella personalità semplice, umile, diretta, franca». Dopo l’elezione di Leone XIV, ha avuto due incontri con il nuovo Papa.

Nel corso dell’intervista, la giornalista di BFMTV ricorda al cardinale di Algeri che, prima del conclave, egli le aveva detto di trovarsi «in grande serenità e che [pensava che] alla fine il consenso si sarebbe manifestato abbastanza rapidamente. Lei è stato un po’ visionario…», dato che l’elezione è stata rapida. Ma non ci sono stati dubbi?

Alla precedente osservazione, il cardinale risponde che «non avevo alcun motivo di dubitare perché non avevo alcuna informazione. Era una questione di intuizione e quella rapidità ha sorpreso anche noi. Ecco, è successo qualcosa che ci ha attraversato, ma che ci ha anche ampiamente superato. Vede, ieri, se si fosse seguito una logica umana, si sarebbe potuto essere ancora in conclave, ancora a cercare di muovere i pedoni. Ma in un colpo solo, misteriosamente, il consenso si è raggiunto, ecco fatto! Un voto dopo l’altro, senza che fosse stata detta una parola, senza nemmeno la possibilità di parlare, senza che ci fossero state indicazioni di voto. E questo ci ha sorpreso. E ciò che ci ha sorpreso, soprattutto, è stata la gioia profonda che abitava il cuore di tutti noi, di tutti», ha affermato il cardinale Vesco.

La giornalista desidera approfondire i ricordi del cardinale sul conclave, colpita dal “tempo record” in cui si è svolta l’elezione:

“La diversità si è espressa abbastanza e infatti la prima votazione serve a questo. Non è un tradimento di un segreto immaginare che durante le Congregazioni tutti i cardinali si esprimano. Si sente una grande diversità di candidati possibili. C’era un gioco estremamente aperto. C’era molto… non c’era nessuno che alla fine delle Congregazioni [Generali] spiccasse davvero dal gruppo. E poi, beh, si è espressa [la diversità], e poi il giorno dopo, effettivamente, molto rapidamente, c’è stato evidentemente un restringimento, insomma, era normale. E poi quel mistero, sentire che era così, che tutti erano legati allo stesso».

Sulla stessa linea si sono espressi il cardinale Thomas Collins, arcivescovo emerito di Toronto, il cardinale Gérald Cyprien Lacroix, arcivescovo di Québec, e il cardinale Frank Leo, arcivescovo di Toronto, in dichiarazioni a Global News tre giorni fa:

«È un’esperienza profondamente commovente, molto spirituale. È una preghiera. Quando siamo entrati nella Cappella Sistina, con il canto della litania dei santi…», dice il cardinale Collins.

“Sono stato molto, molto commosso, emozionato”, afferma il cardinale Lacroix, che ha partecipato per la prima volta a un conclave, ”ed è una grande responsabilità, ma è una cosa che ho affrontato in preghiera, in preghiera, chiedendo al Signore chi sono io per essere uno dei 133 che eleggeranno il Papa, chi sono io? (…) I giorni in cui abbiamo avuto le Congregazioni Generali, in cui abbiamo ascoltato ciascuno di noi, erano di mezza giornata, per 10 o 11 volte. Ma l’altra metà della giornata potevamo stare in silenzio, se lo desideravamo, o condividere con gli altri. Ho trascorso molto tempo in cappella a pregare e ad ascoltare. Non avevo idea di chi avrei votato. Non ero arrivato con un candidato in mente. Volevo ascoltare ed è quello che ho fatto. E alla fine, beh, le cose sono andate avanti e mi sono trovato nella possibilità di dare il mio voto a colui che pensavo fosse quello che il Signore voleva. È stata un’esperienza molto emozionante, ma anche un’esperienza di fraternità tra di noi. Culture, lingue, paesi, situazioni così diverse. (…) E siamo stati resi capaci di stare insieme, con il cuore in pace, in armonia, rispettando il modo di vedere le cose di ciascuno, e arrivando rapidamente a una conclusione comune. Abbiamo eletto il Papa in meno di 24 ore; questo la dice lunga. È una grande dichiarazione di come siamo stati capaci di ascoltare insieme il desiderio di Dio, dello Spirito Santo, e usando la nostra intelligenza e ciò che avevamo ascoltato, prendere una decisione e arrivare [ad essa] insieme”, afferma il cardinale canadese di Québec.

Questo conferma infatti quanto ha commentato il cardinale filippino Pablo Virgilio David: alla fine dell’elezione c’è stata un’acclamazione generale con tutti in piedi. E conclude: «Eravamo tutti con le lacrime agli occhi». Ancora una volta si è dimostrato che lo Spirito Santo soffia dove vuole (Gv 3, 8) e distribuisce i suoi doni come vuole (1 Cor 12, 11).

 

 

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