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«Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?»

Bibbia 2

Venerdì della XXX settimana del T. O.

30 ottobre, san Marciano di Siracusa

Lc 14, 1-6

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

COMMENTO

Nel brano odierno, Gesù prende l’iniziativa! Appare davanti ai nostri occhi in atteggiamento provocatorio, zittendo i suoi avversari con maestria ineguagliabile. Ma, in realtà, vuole solo distoglierli dai loro errori e portarli alla conversione.

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Gesù, con ogni probabilità, era stato invitato a pranzo da uno dei capi dei farisei. San Luca ce lo presenta in mezzo ai membri della “razza di vipere” che lo osservano non certo con sguardo benevolo, ma con occhio diffidente e animo accusatore. Il Signore, però, si comporta con una naturalezza e una padronanza che li disorienta. Questo atteggiamento di Gesù ci mostra la superiorità del bene, che trionfa con la sua sola presenza quando è convinto della forza divina che lo accompagna.

Così neutralizzati gli avversari, il Signore parte all’attacco. Fatto singolare che richiama la nostra attenzione, poiché normalmente i Vangeli mostrano un Gesù che respinge con abilità e sapienza le insolenze dei farisei o dei dottori della legge. Oggi, invece, Lo si vede particolarmente combattivo! Chiediamo allo Spirito Santo di istruirci e illuminarci affinché nel giorno della lotta siamo pronti a prendere l’offensiva.

È Gesù a chiamare il malato di idropisìa e a domandare ai dottori: “è lecito o no guarire di sabato?” Il silenzio è eloquentissimo! Nessuno si avventura a rispondere per la paura di far brutta figura davanti a tutti. Ed ecco che Gesù guarisce il povero malato e poi sentenzia: “chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato? E non potevano rispondere nulla a queste parole”.

Vittoria di Gesù, sconfitta dei farisei che davanti alla verità esposta con tale semplicità e fermezza tacciono, ma, dentro, persistono nell’errore. Il Signore voleva metterli davanti all’evidenza: il sabato era il giorno dell’amore, della carità. E il riposo ordinato dal Padre non si riduceva a una pratica esteriore, legalistica e incoerente, ma sì consisteva nell’esigenza di un periodo dedicato esclusivamente a Dio. Come rinunciare allora alle opere di carità in giorno di sabato?

Perciò, la santa Chiesa cattolica, che comanda pure Lei il riposo domenicale, non solo permette ma incentiva le opere di carità sia spirituale che materiali di domenica. Perché il giorno del Dio-Amore si festeggi, appunto, nell’amore a Lui e al prossimo.

 

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