“Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”
Sabato della XXX settimana del T. O.
31 ottobre, san Quintino di Vermand
Lc 14, 1.7-11
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
COMMENTO
Il Signore, mediante un esempio eloquente e persuasivo, ci fa gustare oggi la bellezza dell’umiltà, virtù alla base delle regole più elementari di educazione che ornavano la società nei tempi luminosi della Civiltà Cristiana… e perché no anche oggi?
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Nostro Signore è, come ben disse di Se stesso, mite e umile di Cuore, e, proprio per questo motivo, detesta le opere della superbia. Così, trovatosi a pranzo con dei farisei, non può ignorare che gli invitati, spudoratamente, si scelgono i primi posti. Tale mancanza di civiltà era dovuta senz’altro alla superbia, cioè, a quella sete smisurata di affermazione della propria eccellenza, sia essa reale o, come succede il più delle volte, immaginaria.
Gesù, senza perdere un secondo, prende la parola e fustiga l’errore usando un esempio che sarà, successivamente, alla base di tutte le regole di cortesia che dovranno segnare i secoli della Cristianità: “quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: Amico vieni più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali”.
Al giorno d’oggi questa norma di buon comportamento sociale, come tante altre analoghe, si è persa in un ambiente che diventa sempre più volgare, rozzo e incivile. Come fare per portare una generazione deformata dalla cultura hippy e punk a riscoprire la bellezza della gentilezza cristiana? Niente di più semplice: bisogna condurla a scoprire il fulgore dell’umiltà! “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”, ecco la più perfetta scuola di gentlemans e ladys!
Infatti, dal Vangelo scaturiscono, come acque pure, tutta la raffinatezza, la nobiltà e la cultura veramente desiderabili. Tolto il Vangelo, cosa resta? Guardiamoci intorno e costatiamo il fallimento!
Coltiviamo l’umiltà, adottiamo gli insegnamenti di Gesù Cristo come regola di vita, e vedremo rinascere, come nuova primavera, un’era di squisita levatura spirituale e sociale. Perché non provare? Ciascuno lo faccia a livello personale. Poi, chi può e deve lo faccia a livello familiare, lavorativo, civile, e così via. In questo modo, il Cuore di Gesù, mite e umile, trasfigurerà alla sua luce ineffabile l’intera nostra vita e regnerà effettivamente su noi e sulla nostra società.
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