Dalla Mongolia, Australia e India, i giovani col berretto rosso al conclave
Tre cardinali di età inferiore ai 51 anni, saranno presenti al prossimo conclave, con idee commisurate alla loro età, una visione globale e una profonda comprensione delle sfide del mondo odierno
Redazione (24/04/2025 15:25, Gaudium Press) La Chiesa cattolica si prepara a uno dei conclavi più eterogenei della sua storia recente. Con un numero record di cardinali elettori – tutti sotto gli 80 anni, rispetto ai 115 presenti al conclave del 2013 – provenienti da ogni parte del mondo, il processo di elezione del prossimo successore di
Pietro si preannuncia come una vera sfida, spirituale e pastorale.
Tra l’altro, spicca la presenza di cardinali giovani, alcuni addirittura sotto i 50 anni, la cui partecipazione non solo rappresenta una scommessa sul futuro, ma anche un’opportunità per portare una visione “più giovane”.
“Si tratta quindi di una visione del futuro della Chiesa da tenere in grande considerazione”, sottolinea Religión En Libertad, riferendosi al profilo di questi nuovi protagonisti del Collegio Cardinalizio.
Sebbene sia improbabile che uno di loro venga eletto Papa in questo conclave, la loro presenza è più che rilevante non solo per ciò che rappresentano ora, ma anche per il peso che potrebbero avere nei prossimi due o tre conclavi, dove di norma continuerebbero ad essere elettori attivi.
Card. Mykola Bychok (44 anni): giovinezza, missione e tecnologia
L’ucraino Mykola Bychok è il più giovane di tutti i cardinali. Nato nel 1980 a Ternopil, è entrato nella Congregazione dei Redentoristi, con i quali ha studiato teologia in Ucraina e Polonia. È stato ordinato sacerdote nel 2005 e ha svolto attività missionaria in Russia, Stati Uniti e Ucraina prima di essere nominato vescovo a Melbourne, in Australia, nel 2020. Nel dicembre 2024, Papa Francesco lo ha nominato cardinale.
Mons. Bychok ha concentrato il suo ministero sulla diaspora ucraina e sulla lotta contro la secolarizzazione in una società multiculturale e laica come quella australiana. Ha affrontato con coraggio la sfida di mantenere viva l’identità culturale e religiosa all’interno di una comunità che invecchia, puntando su un dialogo reale con le nuove generazioni.
«I convertiti di oggi, prima di rivolgersi a lui, hanno guardato decine di video su YouTube sulla fede», sostiene la rivista Religión En Libertad.
Mons. Bychok parla diverse lingue ed è probabilmente il cardinale più esperto in materia di rivoluzione tecnologica, compresa l’intelligenza artificiale.
Foto: cssr.news
Card. Giorgio Marengo (50 anni): missione ai confini
L’italiano Giorgio Marengo, missionario della Consolata – congregazione religiosa clericale della Chiesa fondata dal sacerdote italiano Giuseppe Allamano – e cardinale dall’agosto 2022, presta servizio in Mongolia dal 2003. Nato a Cuneo nel 1974, è stato ordinato sacerdote nel 2001 e ha vissuto gran parte della sua vita pastorale in zone remote del Paese asiatico, a più di 400 chilometri dalla capitale, dove è stato esorcista e costruttore di comunità.
Quando è arrivato in Mongolia, non esisteva una Chiesa cattolica organizzata. Oggi, grazie al suo lavoro, ci sono circa 1.450 fedeli e il numero delle vocazioni è raddoppiato.
«La missione della Chiesa non è un’opera di marketing né un servizio umanitario, ma una responsabilità che si riceve con il battesimo», sostiene con convinzione Marengo.
Come membro di una Chiesa minoritaria, Marengo ha dovuto imparare l’importanza di un buon dialogo con le altre confessioni religiose. La sua esperienza può dare un grande contributo a un conclave in cui forse si privilegia la ricerca di un Papa capace di dialogare con le culture non cristiane e di affrontare sfide globali come le migrazioni, la secolarizzazione o la ricerca di senso.
Inoltre, essendo parte di una generazione più vicina ai giovani, è in sintonia con le problematiche attuali come la salute mentale, le dipendenze, i social network e il senso della vita, specialmente tra i giovani che migrano verso le città in cerca di nuove opportunità.
Foto: Consolata América
Card. George Jacob Koovakad (51 anni): diplomazia e visione globale
L’indiano Mons. George Jacob Koovakad è arcivescovo siro-malabarese originario del Kerala, una regione con una forte presenza cattolica e musulmana. Nato nel 1973, è stato ordinato sacerdote nel 2004 e ha conseguito il dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce.
Tra il 2006 e il 2020 ha svolto un’intensa carriera diplomatica con missioni in molti paesi di diversa cultura, come Algeria, Corea del Sud, Iran, Costa Rica e Venezuela. Dal 2021 è stato responsabile dei viaggi internazionali di Papa Francesco, che gli hanno permesso di conoscere in prima persona le realtà locali della Chiesa universale.
“Mons. Koovakad sa molto bene che la Chiesa di un Paese è molto diversa dalla Chiesa del Paese vicino”, si legge nel suo profilo.
Creato cardinale nel dicembre 2024, oggi è prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, un ruolo in cui mette a frutto le conoscenze acquisite in una vita. Le sue origini, la sua esperienza e la sua visione diplomatica lo rendono una voce autorevole per parlare di unità nella diversità e di come mantenere la fedeltà alla fede in contesti socioculturali diversi.
Foto: Vatican News
La presenza di questi tre giovani cardinali non è cosa da poco. Rappresentano un aspetto particolare della Chiesa, in cui sono presenti nuove preoccupazioni, nuovi linguaggi e nuove realtà. Uomini di fede, con una formazione importante, ma anche consapevoli delle circostanze specifiche del mondo attuale.
In un conclave che segnerà il corso della Chiesa nei prossimi anni, la loro partecipazione potrebbe essere fondamentale.
Con informazioni di Religión en Libertad
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