Dalla sedia a rotelle al nuoto mondiale: la storia di Antonio Fantin
La storia d Antonio Fantin, un giovane campione paralimpico fatta di sport , fede e tanto coraggio.
Rita Sberna (20.07.2022 09:23, Gaudium Press) Dalla sedie a rotelle al nuoto mondiale, questa è la storia di Antonio Fantin raccontata nel libro Punto. A Capo. – Dalla malattia all’oro paralimpico” (Piemme).
Antonio Fantin è originario di Bibione (Venezia) è un campione paralimpico: oro nei 100 metri stile libero ai Giochi di Tokyo2020.
La disabilità e la malformazione
A tre anni e mezzo è stato diagnosticato ad Antonio una rara malformazione artero –venosa, a detta dei medici è necessaria un’operazione molto delicata ma con il supporto della famiglia prega e lotta e riesce a superarla.
Inizia a nuotare come forma di riabilitazione postoperatoria e per molti, Antonio non è fatto per l’acqua.
La rivincita e il successo
Quel bambino ormai diventato uomo, sedici anni dopo vincerà l’oro alle Paralimpiadi di Tokyo2020. Antonio inoltre prima di allora, ha collezionato tante medaglie e vinto molti record.
Questa è una storia di rinascita e la si può leggere nel libro “Punto a capo”, un giovane che della sua disabilità ne ha fatto un sogno.
La sua storia non è fatta solo di tutori, medici, fisioterapisti ma anche di allenatori, amici, traguardi, record e tanta fede.
Il ragazzo campione, a nuoto. Com afferma: «è dedicato ai piccoli e grandi sognatori, che continuano a inseguire i loro obiettivi senza curarsi di tutti gli ostacoli che la vita gli pone davanti. Da un sognatore nasce sempre un vincitore, di questo sono profondamente convinto».
Il dopo Tokio
A nuoto.com Antonio ha raccontato che questo libro rappresenta per lui il dopo Tokio: “Per me questo libro rappresenta il dopo Tokyo. Dalla prima volta che sono sceso in acqua per gareggiare, dopo aver toccato la parete mi sono sempre immediatamente concentrato sull’obiettivo successivo: domani, fra un mese, fra quattro anni… Con l’oro paralimpico ho chiuso un capitolo e mi sono per la prima volta guardato indietro. Ho riletto i miei primi venti anni di vita e ho ridato valore a molti eventi che ricordavo poco. È stato come mettere, e da qui il titolo del libro, un “punto e a capo”. Nella mia vita la malattia è stata “il punto”, tutto quello che è successo dopo è stato “andare a capo”.
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