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Dinanzi a Gesù, ammirazione o odio?

Manifestando se stesso al mondo, il Verbo incarnato ha invitato le anime alla santità attraverso l’ammirazione della sua Persona.

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Redazione (26/01/2025 21:12, Gaudium Press) Che piaccia o no, il silenzio non potrà mai nascondere gli eventi o la verità stessa, soprattutto quando Cristo stesso vuole che le sue azioni o i suoi interventi nella storia siano resi pubblici. Si sarebbe verificato se il Verbo si fosse incarnato per redimere il genere umano e Lui e la sua opera fossero relegati nell’oblio. Così, sebbene Gesù non ci abbia lasciato un solo scritto, nessun uomo è stato oggetto di tanti commenti, e la sua biografia così conosciuta e divulgata.

Fin dall’inizio della sua vita pubblica, le parole, le azioni e i miracoli del Messia, promesso e atteso, sconvolsero la già movimentata scena politica, sociale e religiosa di quei tempi.

Fedele esecutore di precetti

Così, già dall’inizio della sua vita pubblica, Gesù ci indica un elemento essenziale dell’evangelizzazione: l’uso della parola. “Insegnava nelle sinagoghe…”.

Seguendo alla lettera i precetti, Gesù partecipava agli incontri sinagogali del sabato e coglieva l’occasione per predicare. Durante questi incontri si leggevano passi biblici e li si spiegava. Al termine della lettura di un passo della Legge, veniva letto un passo dei profeti. Il capo della sinagoga designava chi doveva farlo. Dopo la lettura, la stessa persona o un’altra era invitata a commentarla. La lettura veniva fatta in piedi e il passo dei profeti, almeno a quel tempo, poteva essere scelto liberamente. Gesù fu invitato a leggere in quel sabato, il primo dopo il suo ritorno ufficiale nella città di Nazaret, e gli fu dato il libro di Isaia per commentare un passo.

Gesù rivela la profezia di Isaia

Come sappiamo, i libri erano scritti su rotoli e conservati in un armadio in un certo ordine. Gesù, aprendoli semplicemente, trovò una bellissima profezia che riguardava l’episodio che si stava svolgendo esattamente in quel momento.

Proviamo a vivere la scena che Luca descrive:

“Gli fu dato il libro del profeta Isaia. Srotolando il rotolo, trovò scritto: “Lo Spirito del Signore si è posato su di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione per annunciare ai poveri la buona novella. Mi ha mandato a proclamare la redenzione dei prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, a rimettere in libertà gli oppressi, a predicare un anno di grazia del Signore“” (Lc 4,17-19).

Non ci vuole molta sensibilità per capire che un’atmosfera di speciale benedizione si creò nel momento in cui il Dio fatto uomo, Gesù, figlio di Davide, si alzò per leggere un passo della Scrittura ispirato a lui stesso, secoli prima. San Luca nota l’atmosfera di grande tensione tra gli ascoltatori, in attesa del commento:

“Gli occhi di tutti quelli che erano nella sinagoga erano fissi su di lui” (Lc 4,20).

L’evangelista riporta solo una breve frase di questo commento:

“Oggi si è compiuto questo passo della Scrittura che avete appena ascoltato” (Lc 4,21).

Il Vangelo di questa domenica termina con questo commento. Ma nei versetti successivi (cfr. Lc 1,22-30) viene narrato l’epilogo dell’episodio. Dopo un primo slancio di ammirazione, segue la diffidenza e poi l’odio mortale: “Erano pieni di rabbia. Si alzarono, lo cacciarono fuori dalla città e lo condussero in cima al monte su cui era costruita la città, per gettarlo giù”. San Luca riassume i vari interventi di Gesù a Nazaret in un unico atto, per ragioni di sintesi e anche per mantenere la bellezza letteraria della sua opera. In realtà, gli abitanti di Nazaret inizialmente ammiravano Gesù e probabilmente avevano un desiderio egoistico di averlo come subordinato alle grandi figure locali. La natura umana, concepita nel peccato originale, reagisce sempre in questo modo se non è fedele alla grazia di Dio. Dopo il primo slancio di ammirazione, arriva il confronto; poi il desiderio di trarne vantaggio; quindi sorge l’invidia, da cui nascono l’odio e il desiderio di distruggere.

La restaurazione del mondo da parte di Maria

Anche il mondo di oggi si trova in una crisi simile, e per certi versi anche peggiore, di quella dell’antichità, in cui Gesù iniziò la sua vita pubblica in modo magistrale.

O egli libera i prigionieri dagli orrori del peccato e restituisce la vista ai ciechi impantanati nelle loro passioni e nei loro vizi, e proclama ancora una volta “un anno di grazia del Signore”, oppure sembra che siamo giunti alla fine della storia.

Maria ha detto a Fatima: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà!”. Questo trionfo avverrà certamente.

Preghiamo affinché l’invidia, l’odio e la furia distruttrice del male siano frenati per molti secoli a venire, affinché il Regno di Cristo possa durare quando sarà stabilito su questa terra attraverso il Cuore Sapienziale e Immacolato di Maria!

 

Estratto, con modifiche, da CLÁ DIAS, João Scognamiglio. I Vangeli inediti: commenti ai Vangeli della domenica. Città del Vaticano-São Paulo: LEV-Istituto Lumen Sapientiæ, 2012, v. 6, p. 36-47.

[1] TUYA, Manuel de. Biblia Comentada. Evangelios. Madrid: BAC, 1964, v. V, p. 792.

 

 

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