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Edith Stein: da filosofa atea a martire cristiana

Teresa Benedetta della Croce: con questo nome Edith Stein concluse la sua vita per entrare in Paradiso. La Chiesa celebra la sua memoria il 9 agosto.

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Redazione (09/08/2024 16:28, Gaudium Press) Prima di entrare nella vita religiosa, Santa Teresa Benedetta della Croce si chiamava Edith Theresa Hedwing Stein, ultima di undici fratelli nati da Siegfried e Augusta Stein, ebrei residenti nella Slesia tedesca.

La famiglia di Edith

La sua famiglia si stabilì a Breslau nel 1890 e Edith nacque il 12 ottobre dell’anno successivo. Il padre era un commerciante di legname, profondamente religioso e rispettoso delle tradizioni israelite; la madre considerava un segno del favore del Signore il fatto che Edith fosse nata nella festa d’Espiazione, un giorno di penitenza secondo i precetti ebraici.

Non aveva ancora due anni, quando Edith rimase orfana di padre, ma sua madre, nonostante l’improvvisa povertà che aveva colpito la famiglia, riuscì a rilevare l’attività del marito, guadagnando abbastanza denaro per mantenere i suoi familiari. In questo modo, riuscì a incoraggiare I figli a seguire la via della conoscenza e a prepararsi alla vita.

Studi e religione

Edith Stein Student at Breslau 1913 1914

Edith Stein, studentessa a Breslau (1913-1914)

Nel corso dei suoi studi, Edith mostrò una particolare inclinazione per la storia e le lingue. Imparò a parlare correttamente il francese, l’inglese e lo spagnolo, nonché a leggere il latino, il greco e l’ebraico (e inoltre, poco prima di partire per l’eternità, iniziò a imparare l’olandese).

Una volta raggiunta l”istruzione superiore, si iscrisse ai corsi di storia e filologia, che accesero il suo interesse per la psicologia sperimentale, un ponte verso la filosofia. I problemi sociali furono per Edith uno stimolo a difendere i diritti delle donne e degli scioperanti.

Per quanto riguarda la religione, Edith era indifferente, essendo diventata atea, e confessò che all’età di ventuno anni non credeva nell’esistenza di Dio. Nonostante ciò, andava con la madre nella sinagoga, più per educazione che per devozione. A volte accompagnava un’amica a una funzione protestante.

La filosofia, l’amore per la saggezza

Il suo interesse per la filosofia la portò a conoscere Edmund Husserl, il grande pensatore della fenomenologia, di cui divenne allieva e in seguito assistente e segretaria privata. Se non fosse stato per l’ascesa del nazismo, Edith sarebbe succeduta a Husserl all’Università di Friburgo.

Il metodo del ragionamento fenomenologico attraeva Edith e la lettura degli scritti di Santa Teresa d’Avila fu per lei un modo per avvicinarsi alla Chiesa cattolica. Tuttavia, quando lesse un libro intitolato “La vita di Santa Teresa raccontata da lei stessa” (preso per caso dalla libreria della casa in cui alloggiava nell’estate del 1921), sentì di potersi identificare con il cattolicesimo. Lo lesse tutto d’un fiato e concluse: “È la verità”. Lo lesse durante la notte e il mattino seguente, con l’aiuto di un messale e di un catechismo, iniziò a istruirsi sulle verità della religione cattolica.

Edith viene battezzata nella Chiesa cattolica

Edith fece la sua catechesi da autodidatta e, quando ritenne di aver imparato abbastanza, si recò in chiesa per assistere alla Messa.

Al termine, dopo aver atteso che il celebrante (don Eugenio Breitlig, il vicario) concludesse il ringraziamento, dopo un breve colloquio chiese di essere battezzata.

Sorpreso, il sacerdote le disse che era necessario un catecumenato e le chiese da quanto tempo avesse ricevuto l’istruzione e chi gliel’avesse impartita, ma Edith gli chiese umilmente di esaminarla per vedere se possedeva conoscenze sufficienti.

Nel lungo colloquio che seguì, il sacerdote si meravigliò dell’azione della Grazia su quell’anima ed il battesimo fu fissato per il primo giorno del gennaio successivo, e le furono dati i nomi di Teresa ed Edvige (un’evidente allusione a Santa Teresa, sua maestra e modello, e a Santa Edvige, sua compaesana della Slesia, nonché nome della signora che in quel periodo era divenuta la sua madrina).

Battezzata, Edith fece la prima Comunione e l’Eucaristia divenne il suo pane quotidiano. La Cresima le fu impartita dal vescovo di Spira in occasione della festa della Purificazione (che ebbe luogo poco dopo).

Per adempiere a un obbligo doloroso, Edith si recò nella sua città natale e, senza fare giri di parole, si inginocchiò accanto a sua madre per dirle con dolcezza e fermezza: “Mamma, sono diventata cattolica”.

Le lacrime della signora Augusta seguirono presto quelle che colavano dagli occhi di Edith: il bivio era stato raggiunto e un profondo abisso le separava. La madre non rispose più alle lettere affettuose della figlia, limitandosi una volta sola a scrivere laconiche parole in un biglietto.

Scopre la sua vocazione alla vita religiosa

Proseguendo nelle sue letture filosofiche, Edith si imbatté in San Tommaso d’Aquino e in San Giovanni della Croce, che la prepararono a entrare nel Carmelo (monache Carmelitane Scalze) .

Il 15 aprile 1934 divenne suor Teresa Benedetta della Croce o.c.d. e il 21 aprile dell’anno successivo pronunciò i voti perpetui. Con il permesso della superiora, continuò a scrivere opere di carattere filosofico durante la sua vita da suora.

Edith voltò quindi le spalle al suo futuro, al mondo pieno di amici e ammiratori, alla sua famiglia, ed entrò nella solitudine della vita religiosa contemplativa, nascosta e priva di esteriorità. Le difficoltà quotidiane – non sapeva cucire, ad esempio, e faticava a svolgere la maggior parte dei lavori manuali – le affrontava con decisione e buon umore.

Uccisa per rappresaglia contro la Chiesa cattolica

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L’ascesa di Hitler portò Edith, una non ariana che pensava controcorrente in Germania, a trasferirsi in Olanda, ma l’espansione del potere totalitario raggiunse anche quel Paese.

Prima che le procedure legali per il trasferimento di Edith in Svizzera potessero essere completate, fu arrestata insieme alla sorella Rosa (anch’essa convertita) ed entrambe furono deportate in Polonia, un’azione motivata, contro gli ebrei cattolici dagli atteggiamenti antinazisti, delle autorità ecclesiastiche olandesi.

Anche nel confino dei deportati in cui fu messa, e anche nei vagoni del treno che la portarono ad Auschwitz (Polonia), Edith indossò l’abito della sua famiglia religiosa, rimanendo serena e fiduciosa in Dio, esercitando una forte presenza con gli altri deportati e consolandoli nel mezzo delle loro afflizioni.

Nei brevi messaggi che inviava dai luoghi di prigionia, sottolineava che pregava, e diceva di essere “contenta di tutto”. Si offrì in sacrificio per la conversione del suo popolo e fu uccisa con la sorella Rosa in una camera a gas il 9 agosto 1942.

Suor Teresa Benedetta della Croce è stata beatificata da Papa Giovanni Paolo II il 1° maggio 1987, durante il suo viaggio a Colonia, in Germania.

Lo stesso Papa l’ha canonizzata l’11 ottobre 1998, con grande gioia di tutta la famiglia carmelitana.

Di padre Luiz Alexabdre de Souza, EP

Fonte: Miribel, Elisabeth. Edith Stein. Casa editrice Sanctuary, 2001.

 

 

 

 

 

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