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Elia e l’Ordine Carmelitano: il mantello di Elia attraverso i secoli

 Santo Elia, profeta del Signore durante il regno di Acab. Uno dei più grandi dell’Antico Testamento, combatté contro la corruzione e l’idolatria con miracoli prodigiosi. Rimproverò il Popolo Eletto per la sua idolatria e sfidò i sacerdoti di Baal, in nome dell’unico vero Dio. Fu rapito su un carro di fuoco. È considerato il fondatore dell’Ordine Carmelitano.

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Foto: Timothy Ring e Gustavo Kralj

Redazione (20/07/2025 13:38, Gaudium Press) Oggi la Chiesa celebra la memoria del profeta Elia, colui che affrontò il re Acab e la sua empia e tirannica moglie Jezabel. Sul Monte Carmelo ebbe luogo il grande incontro tra il profeta del Signore e i profeti di Baal .

Carmelo!… Parola che risuona nella Storia come una campana! Evoca eventi grandiosi, riporta alla memoria gesta profetiche e fatti straordinari di uomini eletti. Monte dei profeti, dove Elia, l’ardente, affrontò i sacerdoti di Baal e li uccise nella valle del Cison (cfr. 1 Re 18, 18-40). Monte delle promesse, sul quale lo stesso profeta vide e salutò da lontano (cfr. Eb 11, 13) la Beata Vergine Maria, prefigurata nella nuvoletta che salì dal mare preannunciando una pioggia torrenziale su Israele (cfr. 1 Re 18, 42-46).

I luoghi elevati hanno sempre avuto un ruolo importante nella storia della salvezza. Lo dimostrano le Sacre Scritture quando menzionano il Monte Sinai come luogo sacro della Rivelazione e della Legge, o il monte Sion, dove il Signore Dio stabilì il suo Santuario. Lo stesso si può dire del Carmelo.

Questo monte si trova in Israele, affacciato sul Mar Mediterraneo, a sud della baia di Haifa. La montagna è ricoperta da una vegetazione rigogliosa, che le conferisce il nome di Karmel, che in ebraico significa vigna o orto (2) o, come propone Dom Guéranger, «piantagione del Signore».(3)

Ai tempi di Elia l’accesso al Monte Carmelo era estremamente difficile, il che favoriva la solitudine e il raccoglimento. Secoli più tardi, San Giovanni della Croce lo avrebbe messo in relazione con l’ascesa di un’anima nella vita spirituale quando scrisse la sua famosa opera La salita del Monte Carmelo. Probabilmente, tutte queste caratteristiche spinsero il Tesbita a scegliere questo luogo per costituirvi la comunità dei suoi discepoli, i cosiddetti “figli dei profeti” (II Re 2, 3).

La stirpe dei profeti

Elia trascorse i suoi giorni mettendo in atto la vendetta di Dio contro il male che si stava diffondendo in Israele e a riconciliare i cuori dei padri con i figli (cfr. Sir 48, 1-10). Beati coloro che lo conobbero e furono onorati della sua amicizia! (cfr. Sir 48, 11). Tuttavia, il Signore degli eserciti, per il quale il profeta aveva ardentemente vegliato, lo rapì presso di sé, sott di Eliseo, che rimase sulla terra come depositario dello spirito e del profetismo del suo maestro.

I figli dei profeti si radunarono attorno a Eliseo e, riconoscendo in lui lo spirito di Elia (cfr. II Re 2, 15), lo scelsero come primo tra loro. Eliseo divenne così per quel nucleo profetico e per la sua posterità ciò che Pietro sarebbe stato per la Chiesa:(4) possedendo una supremazia come Elia, «non c’era nulla che potesse vincerlo» (Sir 48, 14a). Dopo aver ricevuto il mantello del suo Signore, egli perpetuò il profetismo sulla terra e  «il suo corpo, anche dopo la morte, fece profezie» (Sir 48, 14b).

L’Ordine del Carmelo alle sue origini

I figli dei profeti, già ai tempi di Eliseo, costruirono una dimora sul Carmelo per poter vivere insieme (cfr. II Re 6, 1-7), in ritiro come eremiti. Da allora, la tradizione carmelitana è piena di misteri. Come si è sviluppata l’esistenza di questo filone eliaco fino alla venuta di Nostro Signore Gesù Cristo? Avrebbero dato origine ad altri modi di vita, come gli Esseni? Sapevano, forse per rivelazione, che i tempi del Messia erano giunti? Poco si sa al riguardo…

Una bella tradizione narra che i figli spirituali di Elia ed Eliseo si convertirono al cristianesimo durante la prima predicazione degli Apostoli e che già allora ebbero modo di conoscere Maria Santissima, la cui venuta era stata profetizzata dai loro padri sul monte Carmelo. Per questo motivo tornarono con maggiore fervore sul monte santo e costruirono una cappella dedicata alla Madonna nello stesso luogo in cui Elia aveva visto la nuvoletta. Questo fatto conferì loro il titolo di Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.

Fino al XII secolo, questi eremiti erano ancora sconosciuti in Occidente, poiché vivevano solo su quell’altura. A quell’epoca si unirono a loro alcune persone venute dall’Europa a seguito della formazione del Regno Latino di Gerusalemme, che ebbe inizio con le Crociate. Fu allora che San Bertoldo da Calabria fu eletto primo Priore Generale dei Carmelitani, per mandato del legato pontificio Aymeric de Malifaye, e gli eremiti del Carmelo cominciarono ad acquisire i costumi conventuali già praticati in Occidente. (6)

Al soffio della grazia: dall’Oriente all’Occidente

Nel frattempo, nell’Europa medievale stava nascendo un nuovo modo di vivere la vita religiosa: gli Ordini Mendicanti. I frati francescani e domenicani attiravano vocazioni da ogni parte. Allo stesso tempo, in Oriente, le invasioni saracene minacciavano la vita dei cristiani e gli eremiti del Carmelo si videro costretti ad abbandonare quel luogo sacro, culla del profetismo e della loro vocazione. La Provvidenza, però, aveva un disegno nel permettere tali vicissitudini: espandere il Carmelo in tutto l’Occidente!

Così, nel 1238 arrivarono i primi monaci carmelitani in Sicilia, Cipro e Spagna (7). Tuttavia, tale era il numero dei religiosi mendicanti in quei luoghi che spesso si verificava la stessa scena. Per adempiere all’ideale evangelico, due frati giravano per le case chiedendo l’elemosina o del cibo, e venivano sempre accolti generosamente. Nel frattempo cominciarono ad apparire alcuni abiti particolari, che causavano una certa derisione: una tunica marrone, con un cordone in vita e un mantello a strisce, cioè bianco con fasce beige o marroni. Quando veniva loro chiesto a quale ordine appartenessero o chi fosse il loro fondatore, i monaci rispondevano, secondo la regola, che erano i successori di Elia ed Eliseo e che provenivano dal Monte Carmelo…

Riforma dell’abito e apparizione dello scapolare

Così ebbe inizio l’epopea carmelitana nella cristianità occidentale. Le usanze europee li costrinsero a sostituire la cappa barrata con una bianca, come è rimasta fino ad oggi. Ma la Santissima Vergine desiderava ancora confermare la predilezione che aveva per i suoi figli del Carmelo.

Il primo capitolo generale dei Carmelitani in Occidente, riunito in Inghilterra, scelse come priore San Simone Stock, che diede inizio alla lotta per l’approvazione del loro Ordine presso il Sommo Pontefice. Nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1251, Nostra Signora apparve al Santo e gli consegnò, in segno della sua elezione, lo scapolare, dicendo: «Chi morirà con questo abito, non soffrirà le fiamme eterne».

Da allora, questo abito mariano sarebbe stato il segno distintivo principale del carmelitano. Proprio come Elia consegnò il suo mantello a Eliseo, gesto che simboleggia non solo il discepolato, ma anche che il discepolo è proprietà del maestro, allo stesso modo la Santissima Vergine stabilì per sempre che chi indossa il suo scapolare è di sua proprietà! E confermava ancora una volta ai membri dell’Ordine del Carmelo – che per Lei avevano vissuto nella speranza fin dai giorni del profeta Elia, l’avevano amata prima ancora della sua nascita e insieme alla fonte del Monte Carmelo avevano cantato le sue lodi per annunciarne l’arrivo – che essi Le appartenevano, erano suoi discepoli e suoi profeti!

Dove trovare Elia?

Nostro Signore Gesù Cristo è venuto per adempiere la Legge e i Profeti, essendo Egli stesso la Legge e la Profezia realizzata. Le sue parole, tuttavia, sono anche avvolte nei misteri del profetismo…

La Trasfigurazione era appena avvenuta. Stupiti, gli Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni avevano contemplato Mosè ed Elia avvolti nella gloria, che conversavano con il Maestro. I discepoli, riuniti attorno a Lui, udirono allora queste parole sublimi: «Elia deve infatti tornare e ristabilire ogni cosa» (Mt 17, 11).

In effetti, lo spirito di Elia ha illuminato molte anime nel corso della storia della Chiesa e le manifestazioni del suo profetismo hanno brillato con sfumature sempre nuove nei suoi figli spirituali. Già il Battista aveva stupito Israele, indicato dallo stesso Redentore come un nuovo Elia (cfr. Mt 11, 14). E come non intravederlo, già durante l’era della Nuova Legge, nelle estasi mistiche di un San Giovanni della Croce o nelle infuocate profezie di un Beato Francesco Palau? L’umanità ha riconosciuto la gloria del Tesbita nella gesta senza pari di San Simone Stock, nelle eroiche imprese militari di San Nuno Álvares Pereira e nella miracolosa protezione di Anna di San Bartolomeo contro gli eretici calvinisti.

Dall’elevatissimo grado di unione di Elia con Dio sono scaturite innumerevoli grazie per l’Ordine. Senza dubbio, mistiche come Santa Teresa Margherita Redi, Santa Maria Maddalena de’ Pazzi e Santa Elisabetta della Trinità sono solo scintille di quello stesso profetismo eliaco che in cima all’Oreb dichiarò con ardore: «Mi consuma lo zelo per il Signore, Dio degli eserciti» (I Re 19, 14)!

Infine, il sangue di Elia ha ancora inondato copiosamente la Storia, facendo fiorire per la gloria dei Cieli innumerevoli martiri, bagnando le terre di Compiègne, Guadalajara, Dachau, Gora… Quanti frutti si possono ancora aspettare da uno spirito che ha generato dalla grande Santa Teresa alla vergine guerriera di Lisieux, Santa Teresa del Bambino Gesù?

Tuttavia, nei cuori che ardono di speranza per la gloria di Dio risuona ancora la profezia del Signore: «Elia deve tornare!». È già arrivato l’Elia profetizzato dal Divino Maestro? È vicino il momento in cui l’ordine sarà ristabilito nel mondo e nella società? È forse vero, come afferma San Paolo, che «è rimasto un residuo, secondo l’elezione della grazia» (Rm 11, 5), che non ha piegato le ginocchia davanti a Baal (cfr. 1 Re 19, 18), una piccola nuvola, presagio dell’avvento di Maria sulla terra?

Saliamo dunque sul sacro monte Carmelo, cerchiamo all’orizzonte i segni del ritorno del profeta Elia… Li troveremo sicuramente!

Testo tratto, con lievi adattamenti, dalla rivista Arautos do Evangelho n. 271, luglio 2024. Di Suor Patricia Victoria Jorge Villegas, EP

 

 

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