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I classici della letteratura che meritano di essere letti almeno una volta nella vita.

Classici della letteratura universale che hanno segnato la storia e che sono in grado di illuminare la vita di fede del credente, se letti con spirito ponderato.

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Foto: Iñaki del Olmo / Unplash

Redazione (02/09/2025 17:06, Gaudium Press) Luisa Restrepo, su Churchpop, ha scritto un articolo molto interessante intitolato “10 classici della letteratura universale da leggere con occhi di fede”. Si tratta di opere che questa giornalista ha letto e che raccomanda di leggere almeno una volta nella vita.

Le opere letterarie di ogni epoca non cessano di essere un riflesso delle società in cui sono state concepite. Tra trame, personaggi e scenari, è comune che gli autori abbiano cercato, anche se in modo indiretto, di rispondere alle grandi domande dell’esistenza, che tormenteranno l’essere umano finché il mondo sarà mondo: chi sono?,  da dove vengo?, dove sto andando?, che senso ha il dolore?, come si raggiunge la felicità? Sono interrogativi che attraversano la storia, il tempo e le culture e che continuano a risuonare nella mente di coloro che cercano risposte al di là dell’immediato. Sono anche domande a cui la fede dà una risposta.

La fede, quando si legge il mondo e certi libri attraverso la sua lente, non è un’aggiunta artificiale, ma la chiave che illumina la parte più umana dell’esistenza, attraverso il faro divino. Avvicinandoci ad alcuni classici della letteratura universale, possiamo scoprire in essi non solo la bellezza letteraria o la ricchezza dei dati storici, ma anche le tracce del Creatore, che non solo ha creato l’universo, ma continua a guidarne il corso.

Il cristiano è uomo, e questa umanità si riflette in certi racconti che, sebbene scritti secoli o decenni fa, non perdono la loro attualità. Ma è chiaro che il riferimento del cristiano non è la letteratura, per quanto buona possa essere, ma la fede cattolica, che non è solo un faro che illumina con totale chiarezza, ma permette anche di giudicare con equità. Del resto, la lettura di un buon libro, a differenza dell’affannosa frenesia di gran parte dei film, permette questo giudizio prudenziale dell’intelligenza, illuminata dalla fede del lettore cristiano.

Riportiamo qui alcune delle recensioni di queste opere, basate sulle opinioni di Luisa Restrepo:

La Divina Commedia – Dante Alighieri

Scritta tra il 1304 e il 1321, quest’opera monumentale narra il viaggio di Dante attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Non è solo un poema, ma un’allegoria dell’esistenza umana, dove ogni passo del protagonista riflette la lotta dell’anima per liberarsi dal peccato e raggiungere la visione di Dio. Virgilio, simbolo della ragione, e Beatrice, immagine della fede, dimostrano che l’intelligenza e la fiducia nel divino non sono nemiche, ma vie complementari verso la verità.

La ricchezza dei suoi simboli, la sua bellezza poetica e i suoi elementi teologici la rendono una delle opere più influenti della storia.

I miserabili – Victor Hugo

Pubblicato nel 1862, questo romanzo storico è ambientato nella Francia del XIX secolo. Jean Valjean, segnato dall’ingiustizia e dal carcere, trova la redenzione grazie alla misericordia di un vescovo che lo perdona e gli dona i suoi candelieri d’argento. Da quel momento, la vita di Valjean diventa una testimonianza di conversione, lotta interiore e carità.

L’opera è un affresco sulla condizione umana in cui Fantine è vittima della miseria, Cosette è simbolo di speranza, Javert è la legge rigida e senza compassione e Marius è la gioventù che cerca giustizia. Hugo mostra il male, la sofferenza e l’ingiustizia, ma lascia aperta la porta alla grazia.

I fratelli Karamazov – Fëdor Dostoevskij

Pubblicato nel 1880, è considerato il capolavoro di Dostoevskij e riconosciuto come uno dei romanzi di riferimento della letteratura universale. Attraverso i tre fratelli – Ivan, il razionalista, Dmitrij, il passionale e Alëša, lo spirituale – viene ritratto il dilemma umano tra la fede e il dubbio, il peccato e la grazia. Il capitolo del Grande Inquisitore è uno dei più folgoranti di tutta la letteratura e pone il problema della libertà umana di fronte alla fede. Allo stesso tempo, la figura dell’anziano Zosima ricorda la bellezza di una vita dedicata al Creatore.

Il ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde

Pubblicato nel 1890, è l’unico romanzo dell’autore irlandese. La storia di Dorian, che rimane giovane e bello mentre un ritratto riflette i suoi peccati e le sue corruzioni, è uno specchio di ciò che può essere la vanità e la superficialità umana. Parla della paura di invecchiare, del desiderio di potere e di accettazione sociale, e del prezzo di vendere l’anima in cambio del piacere.

Letto con uno sguardo di fede, può ricordare che tutto ciò che è nascosto viene alla luce e che la vera bellezza non sta nell’apparenza, ma nella virtù.

Il conte di Montecristo – Alexandre Dumas

Pubblicato nel 1844, racconta la storia di Edmond Dantès, ingiustamente incarcerato e tradito. Dopo anni di sofferenza, fugge e diventa il misterioso Conte di Montecristo che è spinto inizialmente dalla sete di vendetta, un sentimento indubbiamente umano, ma evidentemente non cristiano. Alla fine, sembra che anche Dantès si stanchi della sua sete di vendetta e inizi a scoprire il dolce sapore del perdono e del dominio sull’odio.

Grandi speranze – Charles Dickens

Pubblicato tra il 1860 e il 1861, è uno dei lavori più personali di Dickens. Pip, il protagonista, intraprende un viaggio fatto di ambizione, delusione e apprendimento. Tra colpi di scena inaspettati, affronta temi come la vergogna, il senso di colpa, l’amore e la vanità.

È un racconto sulla maturazione dell’anima, sul fatto che la vera grandezza sta soprattutto nella bontà dell’anima e nella capacità di esercitare la carità.

Insomma, quelli sopra citati sono solo alcuni esempi. I classici della letteratura sono tantissimi. Alcuni con storie interessanti e divertenti, che promuovono buoni modelli, altri meno. È necessario il discernimento, per cui occorre innanzitutto formarsi alla dottrina cristiana. Ma, muniti di questi strumenti, immergersi in un buon classico significa anche riflettere sulla vita.

Molto più di certi film thriller frenetici o commedie folli dei nostri giorni, che lasciano poco all’anima. (SCM/MCV)

Con informazioni da ChurchPop

 

 

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