I dieci consigli di San Giovanni Climaco
Oggi, 30 marzo, la liturgia cattolica celebra la memoria di San Giovanni Climaco, monaco e maestro spirituale
Redazione (30/03/2023 15:03, Gaudium Press) San Giovanni Climaco nacque tra il 575 e il 580, in un’epoca di sconvolgimenti sociali: la penetrazione dei barbari nell’Impero Romano d’Oriente stava aumentando, rendendo impossibile una vita di pace e tranquillità.
Così tutti cercavano un testimone come punto di riferimento e tale divenne San Giovanni Climaco, perché la sua astinenza e il suo costante distacco dai beni temporali erano la scuola perfetta per un’epoca di guerre.
Il suo nome, Climaco, deriva dalla sua opera “Scala di 30 gradini per la perfezione morale” (scala in greco è Klimax). In questo libro fornisce una visione dettagliata della contemplazione, della preghiera, della meditazione e della penitenza.
Vita e azione eremitica
È chiaro che San Giovanni Climaco non mancò di realizzare ciò che si era proposto per se stesso. Ancora giovane, si isolò con una piccola comunità sul Monte Sinai, dove meditò e si dedicò alla vita religiosa.
Quando, però, il suo superiore morì, Giovanni lo prese come un monito per sé: si spinse ancora di più nella solitudine. Si rinchiuse in una cella, da cui usciva solo la domenica per ricevere la Comunione e partecipare alla Santa Messa. Non mangiò più carne, né bianca né rossa.
San Gregorio Magno, Papa degnissimo, seppe valorizzare bene la sua santa attività nella comunità in cui viveva: lo ordinò Vescovo all’età di settant’anni e gli affidò il compito di governare la vita sul Monte Sinai. Egli poi costruì ospedali in tutta la regione araba e palestinese.
Le fonti storiche raccontano che morì intorno all’anno 650, dopo aver trascorso gli ultimi quattro in totale solitudine, ritirato dalle sue funzioni episcopali. Fu in questo periodo che scrisse l’opera “la Scala”, conosciuta solo dopo la sua morte.
Dieci consigli di San Giovanni Climaco
01 – “Che la vostra preghiera ignori ogni molteplicità: una sola parola bastò al pubblicano e al figliol prodigo per ottenere il perdono”.
02 – “Chi vuole presentare a Dio uno spirito purificato e si lascia turbare dalle preoccupazioni, assomiglia a chi ha le gambe gravemente impedite e intende correre”.
03 – “La lettura è molto utile per chiarire e raccogliere lo spirito”.
04 – “Cercate la vostra illuminazione sulla scienza della santità, più nelle opere che nei libri”.
05 – “Il monaco che veglia è un pescatore di pensieri; sa distinguerli senza difficoltà, nella calma della notte, e catturarli”.
06 – “Non elaborate le parole delle vostre preghiere: quante volte il semplice e monotono balbettio dei bambini fa cedere il padre!
07 – “Non indulgete in lunghi discorsi, perché il vostro spirito non si disperda nella ricerca delle parole”.
08 – “Risuscitati dall’amore del mondo e dei piaceri, allontanate le preoccupazioni, spogliatevi dei pensieri, rinunciate al corpo, poiché la preghiera non è altro che un esilio dal mondo visibile e invisibile”.
09 – “Non si impara a vedere, è un effetto della natura. Né la bellezza della preghiera può essere appresa attraverso l’insegnamento. Essa ha in sé il suo maestro: Dio, ‘che insegna all’uomo la conoscenza’ (Sal 94,10), dona la preghiera e benedice gli anni dei giusti”.
10 – “Quando vi sarete rivestiti della dolcezza dell’assenza di ira, non vi sarà più troppo difficile liberare il vostro spirito dalla prigionia”. (EPC)
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