I Musei Vaticani celebrano Antonio Canova
I Musei Vaticani offriranno una mostra permanente delle opere dell’artista, che svolse lavori importanti per i Papi.
Redazione (29/10/2023 12:49, Gaudium Press) 40 anni al servizio dei Papi, protagonista indiscusso della scultura tra Settecento e Ottocento, acclamato in vita come il nuovo Fidia, Antonio Canova, a conclusione delle celebrazioni per il bicentenario della morte avvenuta a Venezia nel 1822, viene festeggiato in grande stile dai Musei Vaticani.
Lo studio romano
La mostra, che si protrarrà fino al prossimo gennaio, si articola in diverse sezioni delle collezioni papali: nella Sala XVII della Pinacoteca Vaticana è esposto l’imponente busto di Pio VII e viene ricreata l’atmosfera dello studio romano dello scultore, che nel 1783 scelse come sede del suo studio un palazzo tra via delle Colonnette e via di San Giacomo, oggi via Antonio Canova.
Era una meta molto ambita dai viaggiatori del Grand Tour, ma anche da artisti desiderosi di apprendere i preziosi insegnamenti del Maestro, particolarmente sensibile ai giovani in difficoltà, che aiutava personalmente con una carità discreta. Ce lo ricorda Alessandra Rodolfo, curatrice della mostra e responsabile del dipartimento di arte del XVII e XVIII secolo dei Musei Vaticani.
Etica, arte e diplomazia
“Etica, arte e diplomazia possono essere considerati i tre attributi di Canova”, spiega la storica dell’arte, a cui si deve il ritrovamento nel 2010 negli archivi della Pinacoteca di alcune opere che, dopo essere state sapientemente restaurate, sono ora esposte nell’ambito della mostra permanente in una delle sale più raffinate dei Musei Vaticani, fino a poco tempo fa inaccessibile al pubblico.
Si tratta della Sala delle Dame, voluta da Paolo V tra il 1608 e il 1609, che si affacciava direttamente sui giardini e sulle fontane monumentali fatte costruire dallo stesso Pontefice, ed era decorata nella volta, dai meravigliosi affreschi di Guido Reni dedicati alla Pentecoste, alla Trasfigurazione e all’Ascensione al cielo.
Importanti funzioni istituzionali
“Dedichiamo ad Antonio Canova questo prezioso ambiente situato presso le sale di Raffaello e la Cappella Sistina, vicino all’uscita della Galleria delle Carte Geografiche”, spiega la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, direttamente coinvolta nella realizzazione della mostra. “Vogliamo testimoniare il nostro affetto e la nostra attenzione ad Antonio Canova, un uomo che è stato direttore dei musei, soprintendente e ispettore alle antichità dello Stato Pontificio, un artista fondamentale negli anni cruciali dell’occupazione napoleonica e della Restaurazione”.
Il recupero delle opere che si trovavano in Francia
È l’azione di recupero delle opere portate da Napoleone a Parigi che, dopo il Trattato di Tolentino del 1799, furono depositate per vent’anni al Museo del Louvre: “È il momento in cui Canova viene consacrato eroe”, ricorda Jatta, “eroe del recupero delle opere di Raffaello, Perugino, Caravaggio e della restaurazione papale, ma anche del recupero dell’antichità e della tradizione, dei valori della nostra cultura e della cultura dei Papi. La politica culturale papale potenziò la sua capacità organizzativa, il suo spirito di servizio e il suo interesse per la tutela e la salvaguardia del patrimonio artistico affidato al suo vigile controllo. I Musei Vaticani devono molto a questo straordinario personaggio e per questo abbiamo scelto di rendergli omaggio”. (Con informazioni di Vatican News).
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