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I Santi in Cielo intercedono davvero per noi?

I Santi che sono in Cielo, che partecipano alla carità di Dio stesso e sono totalmente uniti a Lui, provano per noi un affetto che nemmeno il miglior amico potrebbe manifestarci.

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“Il Giudizio Universale”, di Beato Angelico – Museo di San Marco, Firenze (Italia) Foto: Wikipedia

Redazione (01/11/2025 15:57, Gaudium Press) Nel mondo egoista e interessato in cui viviamo, è difficile trovare un vero amico che sia sempre disposto ad aiutarci senza aspettarsi nulla in cambio. Forse abbiamo persino l’impressione che questo tipo di persona non esista più…

Ma invece esiste! E ce ne sono milioni! I Santi che si trovano in Cielo, che partecipano alla carità di Dio stesso e sono totalmente uniti a Lui, provano per noi un affetto che il miglior amico non avrebbe mai potuto manifestarci.

È impossibile immaginare i beati immersi nel torrente delle delizie di Dio (cfr. Sal 35, 9) e estranei alla vita faticosa dei poveri mortali. In realtà, il fuoco dell’amore divino li spinge a interessarsi a noi, come afferma San Tommaso: «Quanto più perfetti nella carità sono i Santi in Cielo, tanto più pregano per coloro che sono sulla terra» (Summa Theologica. II-II, q.83, a.11).

Come fondamento della veridicità di questa intercessione celeste, il Dottore Angelico riporta l’autorità di San Girolamo:

«Se gli Apostoli e i martiri, ancora nel corpo, potevano pregare per gli altri, quando dovevano ancora preoccuparsi di se stessi, quanto più potranno farlo dopo essere stati coronati, vittoriosi e trionfanti!» (Contra Vigilantium, n.6: PL 23, 344).

Inoltre, la preghiera dei beati possiede «un’efficace intercessione grazie ai loro meriti precedenti e all’accettazione divina» (Summa Theologica. II-II, q.83, a.11, ad 1) poiché, avendo vinto le battaglie della vita, «mentre erano sulla terra hanno meritato di pregare per noi» (ad 5). Tale è l’unione spirituale tra tutti i membri della Chiesa!

Ma – qualcuno potrebbe obiettare – perché ricorrere ai Santi, se i meriti di Gesù Cristo possono già ottenerci tutto? L’ Aquinate risponde in modo illuminante: «Dio vuole che gli esseri inferiori siano aiutati da tutti i superiori. Per questo è conveniente pregare non solo i più santi, ma anche i meno santi» (ad 4). Inoltre, «Dio vuole far conoscere la loro santità» (ad 4), poiché, come recita la Liturgia in uno dei prefazi dei Santi, nel coronare i meriti dei giusti il Signore esalta i propri doni.

Infatti, sebbene sia assolutamente sufficiente ricorrere nelle nostre preghiere solo alla misericordia divina, il Sacro Cuore di Gesù, nella sua infinita bontà, si compiace nel rendere i suoi amici (cfr. Gv 15, 15) partecipi della sua forza mediatrice. Egli non è come il superiore che preferisce intraprendere da solo le azioni che potrebbe delegare ad altri; al contrario, agisce come un capo benevolo che ama associare al comando i suoi subordinati.

Quando abbiamo bisogno di svolgere rapidamente una procedura complicata, è normale chiedere ai nostri cari il modo migliore per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno, e cerchiamo sempre un “  tramite” o un “padrino” a questo scopo. “Chi non ha un padrino, muore pagano”, afferma il detto popolare. Ebbene, non dimentichiamo che abbiamo migliaia di “padrini” in Cielo, che ci conoscono e ci amano. Per aiutarci, aspettano solo che ricorriamo alla loro intercessione!

Testo tratto dalla rivista Arautos do Evangelho, novembre 2025. Redazione.

 

 

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