Il bene spirituale delle tribolazioni
Spesso Dio manda tribolazioni o afflizioni nella nostra vita. Tuttavia, rifiutandole senza conoscere il bene che possono farci, potremmo sprecare un’azione benefica di Dio.

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Redazione (25/11/2025 15:34, Gaudium Press) È bene che a volte attraversiamo afflizioni e contrarietà, perché fanno riflettere l’uomo, ricordandogli che vive in esilio e che quindi non deve riporre la sua speranza in nessuna cosa del mondo.
È bene incontrare a volte contraddizioni e che generino un’opinione negativa o poco favorevole su di noi, anche quando le nostre opere e intenzioni sono buone. Questo di solito ci porta all’umiltà e ci preserva dalla vanagloria. Perché in questo modo ricorriamo con più rapidità alla testimonianza interiore di Dio, quando dall’esterno siamo vilipesi e screditati dagli uomini.
Per questo l’uomo dovrebbe affidarsi a Dio in modo tale da non dover più mendicare consolazioni dalle creature. Non appena l’uomo di buona volontà è afflitto o tentato, o tormentato da cattivi pensieri, sente subito il bisogno che ha di Dio, senza il quale non può fare alcun bene. Allora si rattrista, geme e piange per le miserie che soffre. E capisce anche che in questo mondo non può esserci perfetta sicurezza né pace completa.[1]
[1] KEMPIS, Tomás de. Imitazione di Cristo. San Paolo: Círculo do Livro, pagg. 24-25.





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