Il cardinale Parolin e il post -Francesco
In un recente incontro, il cardinale Parolin parla del post-Francesco.
Redazione (09/05/2024 15:26, Gaudium Press) La buone maniere sono sempre importanti in ogni circostanza, il che implica certamente di non anticipare gli eventi. Tuttavia, se persino il cardinale Parolin, come scrive La Croix, inizia a parlare del “post- Francesco…”, ciò indica l’importanza di questo tema.
Il 25 aprile, il grande e storico Palazzo del Collegio Romano, oggi sede del Ministero della Cultura, ha ospitato la presentazione del libro Le cinque domande che scuotono la Chiesa, del giornalista RAI Ignazio Ingrao.
All’evento era presente, secondo Loup Besmond de Senneville, “tout le petit monde”, il mondo elitario del Vaticano, dal decano e acuto cardinale Re, al procuratore Alessandro Diddi, a monsignor Fisichella, incaricato di organizzare il Grande Giubileo del prossimo anno, agli ambasciatori, ai membri di spicco dei dicasteri e delle comunità religiose.
Tutti gli occhi erano però puntati sul cardinale segretario di Stato Parolin, nella speranza di trovare nelle sue espressioni e nei suoi gesti indizi per il futuro, in linea con il tema del libro scritto da Ingrao.
Nel corso del suo intervento, il cardinale ha cercato di rispondere alla domanda che molti si sono posti, si pongono e continueranno a porsi su “cosa succederà delle riforme avviate da Papa Francesco?”. – un tema affrontato in uno dei capitoli del libro del giornalista RAI.
Dopo la presentazione del libro, avvenuta a fine aprile, i media si sono affrettati a riportare il messaggio che “le riforme continueranno”, forse in risposta alle forti ripercussioni provocate da interventi come Fiducia Supplicans. Tuttavia, da diplomatico di alto rango, le parole del cardinale hanno rispecchiato cautela e moderazione, tipiche del linguaggio usato in tempi di tempeste e burrasche interne.
La Chiesa è “costantemente in un processo di riforma” e dipende dallo “Spirito Santo”, ha detto il cardinale all’inizio.
“Il discernimento, che non è una semplice intuizione, ma il frutto di una continua preghiera nello Spirito, indicherà nel tempo chi sa essere paziente”, ha spiegato. ”È vero che ‘non si può tornare indietro’. Ma la prima cosa è lo ‘Spirito’, che è il proprietario della Barca e al quale dobbiamo dare ascolto. Vedere cosa vuole lo Spirito Divino, che ci sorprende continuamente”.
Secondo il corrispondente de La Croix a Roma, l’affluenza notevole per il lancio di Cinque Domande che agitano la Chiesa è stata in parte dovuta al fatto che il nome del cardinale Parolin occupa una posizione di rilievo in molte liste di papabili che circolano a Roma.
Besmond de Senneville scrive che: “il diplomatico di carriera è visto da molti come un uomo calmo, capace di alleggerire la pressione nella Chiesa dopo un pontificato segnato dalle riforme”. Quindi, riforme sì, ma con calma e nello “Spirito”.
L’articolo cita anche alcuni commenti che circolano: “Parolin sta facendo un po’ di campagna elettorale e il Papa lo sa”, commenta sorridendo un cardinale vicino a Francesco, “A volte si lascia sfuggire dei piccoli commenti in pubblico, per cui lo sa”, dice il porporato.
Il tutto però accompagnato da modi rispettosi, soprattutto nei confronti di un Papa che sottolinea la sua volontà di tenere il ruolo fino alla fine, programmando numerosi e faticosi viaggi per i prossimi giorni e garantendo l’attività. Ma la natura è quella che è e, almeno sui media, le “campagne” sembrano essere iniziate.
Aspettiamo di vedere cosa rivelerà lo “Spirito”.
Di Carlos Castro
lascia il tuo commento