Il cardinale Parolin emana un decreto che obbliga a portare il passaporto sanitario in Vaticano
Un dipendente che non lo porta o che non ha un test Covid negativo non potrà accedere al lavoro e sarà considerato un “assente ingiustificato”.
Rita Sberna (07.10.2021 09:35, Gaudium Press) Qualche giorno fa, il cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, ha firmato il decreto che obbliga i dipendenti a portare all’interno del territorio vaticano il tesserino sanitario verde o un certificato di negatività del virus, il cui costo sarà a loro carico. Il provvedimento è entrato in vigore il 1° ottobre e sarà controllato dal Corpo della Gendarmeria. I dipendenti che non rispetteranno il provvedimento “non potranno accedere al lavoro e saranno considerati assenti ingiustificati. Finché dura l’assenza non si deve pagare nulla, se non le ritenute di previdenza e assistenza sociale, nonché l’assistenza familiare”.
L’attuale decreto fa riferimento all’ordinanza del 18 settembre, firmata dal presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, cardinale Bertello, che imponeva tali condizioni a chiunque volesse entrare in territorio vaticano, ad eccezione degli atti liturgici e delle udienze nella Basilica di San Paolo VI.
I passaporti validi per il transito in Vaticano saranno il Vatican Green Pass, il Green Pass europeo, o un certificato di vaccinazione straniero valido contro il Covid. Specificando a chi è destinato il decreto emanato, esso «si applica a tutto il personale (superiori, funzionari e ausiliari) dei dicasteri, degli organi e degli uffici che compongono la Curia Romana e delle istituzioni legate alla Santa Sede, e si estende ai collaboratori e a coloro che a qualsiasi altro titolo svolgono attività nelle stesse organizzazioni, al personale di società esterne e a tutti i visitatori e utenti”.
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