Gaudium news > Il fratello di Papa Leone XIV: mio fratello non è ‘woke’

Il fratello di Papa Leone XIV: mio fratello non è ‘woke’

Louis Prevost, fratello del Papa, ha chiarito che il nuovo Pontefice sarà, prima di tutto, un uomo di continuità. Né reazionario, né rivoluzionario; né distante dal popolo, né schiavo di mode del momento.

Piers 700x327 1

Foto: screenshot/ Youtube/ Piers Morgan Uncensored

Redazione (16/05/2025 16:06, Gaudium Press) La recente intervista concessa da Louis Prevost, fratello maggiore di Papa Leone XIV, al programma britannico Piers Morgan Uncensored, offre una rara e rivelatrice finestra sul profilo umano, intellettuale ed ecclesiale del nuovo Pontefice. Con tono franco, a volte persino colloquiale, Louis traccia il ritratto di un uomo moderato, saldo nelle verità della fede e attento alle realtà del mondo, ma lontano dall’attivismo ideologico che molti temevano.

Il fratello del Pontefice ritiene che egli darà continuità ad alcuni temi di Papa Francesco, ma con chiarezza dottrinale e obbedienza al diritto canonico. Infatti, Papa Leone XIV ha conseguito un master e un dottorato in Diritto Canonico presso l’Angelicum di Roma.

Louis Martín Prevost, il fratello maggiore di Papa Leone XIV, è un veterano della Marina degli Stati Uniti e attualmente risiede a Port Charlotte, in Florida, con sua moglie Deborah Prevost. Nato a Chicago, si è arruolato in Marina durante l’università e successivamente ha studiato informatica. Louis è noto per le sue opinioni politiche conservatrici e per condividere spesso post su Facebook, che attaccano i leader democratici. Ha affermato che, nonostante le differenze ideologiche con il fratello, mantiene un rapporto stretto con lui, parlandoci al telefono più volte alla settimana. Louis ha espresso orgoglio per l’elezione di Robert a Papa Leone XIV, pur riconoscendo che la nuova posizione del fratello potrebbe rendere difficili gli incontri personali a causa delle nuove responsabilità che ha appena assunto.

Né conservatore combattivo, né liberale militante

Alla domanda se crede che suo fratello sarà un “Papa liberale”, Louis ha risposto categoricamente: “No, non credo che invertirà i cambiamenti apportati da Francesco. Penso che continuerà su questa strada”. La risposta, sebbene generica, è stata subito integrata con descrizioni più specifiche della personalità e della formazione del nuovo Pontefice: non ideologico, ponderato, prudente e profondo conoscitore del diritto canonico e della dottrina cattolica.

“Papa Leone XIV è un uomo di mezzo, che non cerca di suscitare scandali né rotture”, ha affermato Louis. “Crede nel diritto canonico, che è, fondamentalmente, il modo in cui si comporta la Chiesa”.

Affrontando il tema dell’immigrazione, questione delicata nel mondo attuale, Louis ha ricordato un vecchio commento dell’allora cardinale Prevost contrario ad alcuni metodi della politica migratoria di Donald Trump. Tuttavia, il fratello del Papa ha tenuto a sottolineare che ciò non significa sostegno al mancato rispetto delle leggi: «Egli capisce che ogni paese ha le sue leggi e che queste devono essere rispettate».

Louis ha evocato la famosa frase del Vangelo: «Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio», sottolineando che suo fratello sa distinguere la sfera civile da quella religiosa, senza però rompere con nessuna delle due.

Riconosce inoltre che la sensibilità del Papa, che ha vissuto per anni come missionario in Perù, probabilmente influenzerà la sua visione sul tema delle migrazioni e su altre questioni della dottrina sociale della Chiesa.

Papa «woke»? Neanche per sogno

Provocato da Morgan sulla possibilità che il nuovo Papa sia «woke», Louis, che si riconosce come conservatore, ha risposto senza mezzi termini: «Non mi spingerei così lontano. Probabilmente è più liberale di me, ma questo è perché siamo persone diverse». E ha aggiunto: «Ha trascorso molto tempo in Perù con persone molto povere. Questo plasma la sua visione, ma non lo rende un ideologo».

L’espressione “woke”, che nel vocabolario politico attuale è spesso usata per descrivere una posizione progressista estrema e scollegata dalla tradizione, non sembra applicarsi a Papa Leone XIV. Egli è descritto come un uomo sensibile alle realtà umane, ma fedele alle norme ecclesiali e alla dottrina perenne della Chiesa.

Donne nella Chiesa? Partecipazione sì, ordinazione no

Interrogato su temi controversi come l’ordinazione delle donne, Louis è stato altrettanto chiaro: «Non credo che lo vedremo accadere». Ha riconosciuto, tuttavia, che suo fratello, quando lavorava nella Congregazione per i Vescovi, ha dato alle donne uno spazio senza precedenti nel processo di consultazione sulle nomine episcopali. «Crede che debbano essere ascoltate, perché vivono nelle comunità e conoscono i problemi», ha detto.

In altre parole, Papa Leone XIV riconosce il ruolo vitale delle donne nella vita della Chiesa, ma non rompe con i limiti stabiliti dalla dottrina e dalla tradizione apostolica. In questo senso, la sua posizione coinciderà con quella del suo predecessore.

Conclusione: un Papa all’insegna della continuità e della prudenza

Se c’è qualcosa che l’intervista al fratello del Papa chiarisce, è che il nuovo Pontefice sarà, prima di tutto, un uomo di continuità. Né reazionario, né rivoluzionario; né lontano dal popolo, né ostaggio di mode mondane. La sua esperienza pastorale in Perù, la sua solida formazione teologica e la sua prudenza istituzionale lo rendono un leader capace di ascoltare prima di giudicare, di dialogare senza confondere e di governare con fermezza e carità.

Come ha ben sintetizzato Louis Prevost: «Non cambierà le regole per soddisfare ogni richiesta. Ma non chiuderà la porta a nessuno».

E se un incontro tra Papa Leone XIV e il presidente Trump dovesse davvero avvenire – come già ipotizzano alcuni entusiasti sia alla Casa Bianca che al Palazzo Apostolico – non mancheranno certo i punti di attrito: cambiamenti climatici, migrazione, politica internazionale, ecc. Tuttavia, c’è qualcosa che può unire questi due personaggi: il rifiuto dell’agenda woke. E in questo campo, forse il Papa americano e il presidente americano scopriranno che, nonostante le differenze, c’è ancora spazio per lavorare in squadra, anche solo per garantire che i confini dell’Occidente abbiano ancora qualche resistenza alla “dittatura del relativismo” dei nostri tempi, tipica della cultura woke.

Il Papa potrà anche essere pop, ma woke non lo è affatto.

Di Rafael Tavares

 

 

lascia il tuo commento

Notizie correlate