Il gabbiano bianco con il suo portamento elegante, quasi regale, nella fumata vaticana
L’aria era densa di aspettativa in Piazza di San Pietro, dopo aver ascoltato la frase in latino “EXTRA OMNES”, che significa ‘Tutti fuori’.”
Redazione (08/05/2025 16:54, Gaudium Press) L’aria era densa di aspettativa in Piazza San Pietro, dopo aver ascoltato la frase in latino “EXTRA OMNES”, che significa “Fuori tutti”.
La piazza, con i maxischermi, mostrava tutto ciò che accadeva all’interno della Cappella Sistina. Una folla eterogenea, un mosaico variegato di volti e lingue, alzava lo sguardo sia verso gli schermi che verso il comignolo della Cappella.
Il 7 maggio 2025 era un giorno sospeso nel tempo, il giorno in cui il mondo attendeva il primo segnale, la prima fumata.
Ma in mezzo a questa attesa, un dettaglio speciale, quasi onirico, catturò l’attenzione degli osservatori provenienti da ogni parte. Lì, posato con una serenità insolita per la sua specie, proprio sul bordo del camino di mattoni invecchiati, c’era un gabbiano. Le sue piume bianche, che contrastavano con la pietra scura, sembravano irradiare una luce propria nel cielo del pomeriggio romano.
Non era un gabbiano qualsiasi. Il suo portamento era elegante, quasi regale. La testa leggermente inclinata sembrava contemplare con intelligenza il viavai della gente nella piazza vaticana.
Come era arrivato lì, nel cuore stesso della Chiesa, lontano dalle onde e dai venti marini che di solito sono il suo regno?
La leggenda, tramandata nel corso dei secoli dagli abitanti della costa italiana, parla di gabbiani bianchi che appaiono in momenti cruciali, portatori di messaggi sottili, simboli della libertà dello spirito e della capacità di adattarsi a qualsiasi ambiente. Vedere un gabbiano in un luogo così emblematico, in un momento di tanta importanza, per molti non era una semplice coincidenza.
Alcuni parlavano di un buon auspicio. Altri vedevano nella sua presenza l’adattabilità della Chiesa, la sua perenne capacità di trovare il suo posto tradizionale e di comunicare il suo messaggio evangelizzatore in qualsiasi contesto, anche nel silenzio trepidante di un conclave.
Il gabbiano rimaneva immobile, sentinella alata della speranza, mentre i minuti scivolavano con la lentezza dell’eternità. La sua presenza silenziosa era una nota discordante e allo stesso tempo armoniosa nella sinfonia dell’attesa. Era un promemoria che anche nei momenti più solenni e terreni, la natura, con il suo mistero e la sua bellezza, trova sempre un modo per manifestarsi.
Alla fine, il gabbiano era volato via, la fumata era nera, ancora non c’è il Papa.
Tornerà il gabbiano?
Di Jorge A. Yepes
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